Il Programma di lavoro 2022
Today, we have adopted our 2022 Work Programme, setting out next steps towards a post-COVID-19 Europe that is greener, fairer, more digital and resilient.
— European Commission 🇪🇺 (@EU_Commission) October 19, 2021
It contains 42 new policy initiatives across all six headline ambitions of President @vonderleyen. More ⤵ pic.twitter.com/ujWiCrvI9p
Avanti con le riforme per uscire dal pantano del Covid-19, per attuare il Green Deal e per accelerare sulla transizione digitale, questi i punti chiave del Programma di lavoro per il 2022 adottato dalla Commissione europea.
“L’anno scorso ha dimostrato che siamo in grado di affrontare grandi sfide e che possiamo ottenere importanti risultati per i cittadini europei quando agiamo insieme. Dobbiamo continuare ad agire con lo stesso spirito l’anno prossimo, ad esempio attuando strategie per la neutralità climatica in Europa entro il 2050, plasmando il nostro futuro digitale, rafforzando la nostra economia sociale di mercato unica al mondo e difendendo i nostri valori e interessi, sia all’interno che all’esterno dell’Unione”, ha dichiarato in una nota Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione europea.
“Le risorse del bilancio a lungo termine dell’UE e l’iniziativa NextGenerationEU, che complessivamente mettono a disposizione 2.018 miliardi di euro, contribuiranno a costruire un’Europa migliore e più moderna”, ha aggiunto la Presidente della Commissione.
Ogni anno la Commissione adotta un programma di lavoro in cui sono elencate le azioni che prevede di realizzare nell’anno successivo. Un documento che informa i cittadini e i colegislatori degli impegni politici in termini di presentazione di nuove iniziative, ritiro di proposte in sospeso e riesame della normativa vigente, soprattutto in un momento come questo di instabilità ed incertezza per gli effetti ancora profondi dell’emergenza sanitaria legata alla pandemia di Covid-19.
Le nuove iniziative
Il Programma di lavoro 2022 si compone in totale di 42 nuove iniziative, che vanno inseritenell’ambito dei “32 obiettivi strategici” che a loro volta vanno a definire “6 obiettivi ambiziosi”, che sono riassunti nel primo allegato del documento adottato dalla Commissione.
“Speriamo ora di raggiungere rapidamente un accordo con il Parlamento europeo e il Consiglio sulle principali proposte legislative, in modo da poter ottenere insieme risultati per i nostri cittadini, le nostre imprese e i nostri portatori di interessi”, ha invece precisato Maroš Šefčovič, Vicepresidente per le Relazioni interistituzionali e le prospettive strategiche.
Sefcovic si riferisce al percorso legislativo che ora il Programma di lavoro dovrà fare nelle prossime settimane, quando la Commissione provvederà ad avviare un confronto con il Parlamento europeo e il Consiglio per stabilire le priorità legislative comuni su cui lavorare.
La Consultazione per la revisione del Patto di stabilità e crescita
Partita ieri la tanto attesa consultazione della Commissione europea sulla riforma del Patto di stabilità e crescita. Unprimo passo ufficiale per la riforma della governance economica dell’Unione, che peraltro correrà parallela ad un altro percorso fondamentale: la Conferenza sul futuro dell’Europa.
Riguardo alla consultazione, si tratta di 11 domande relative al Patto di stabilità e crescita e la sua revisione, sospesa per l’esplosione della pandemia di Covid-19. L’obiettivo è trovare un accordo entro il 2023, prima che le vecchie regole tornino in vigore.
Al momento, la consultazione non sarà relativa a delle proposte concrete, ma a degli indirizzi di massima su cui comunque si discuterà a lungo, visto che la media del debito pubblico tra i Paesi dell’Unione ha raggiunto quota 100% del PIL (o 160% come per l’Italia).
Si riparte dall’idea di tetto del 3% tra deficit e PIL o 60% tra debito e PIL, con l’augurio, come ha spiegato il Commissario all’Economia, Paolo Gentiloni, di “ridurre la distanza tra la realtà e le regole”.
La pandemia di Covid ha avuto un impatto sull’economia dell’Unione molto forte, impensabile applicare parametri rigidi in termini di debito pubblico, ecco perché l vicepresidente della Commissione Ue, Valdis Dombrovskis, ha detto che si “è essenziale ridurre il debito, ma in modo graduale, sostenibile e amico”, della crescita soprattutto.
Una guida sulle politiche fiscali del 2023
Davanti a noi abbiamo tre transizioni centrali per il nostro futuro: quella ecologica, quella digitale e quella energetica. Settori dove è e sarà necessario investire grandi quantità di risorse. Molte delle vecchie regole non hanno più senso di fronte alle grandi sfide che ci attendono.
Come ha riportato Angela Mauro sull’Huffington Post, la scorsa settimana è stato niente meno che il direttore del Mes, il tedesco Klaus Regling, a sottolineare, in un’intervista a Der Spiegel, che ormai “la regola del 60 per cento del debito sul pil non ha senso”.
Il lavoro non è finito, dunque. Il Vicepresidente Dombrovskis ha poi annunciato la pubblicazione di una guida sulle politiche fiscali per il 2023 per la prossima primavera.