Jack Dorsey, amministratore delegato di Twitter, stava lavorando a distanza su un’isola privata della Polinesia francese quando gli è arrivata l’improvvisa telefonata il 6 gennaio.
La prima telefonata al Ceo durante l’assalto a Capitol Hill
In linea c’era Vijaya Gadde, il principale avvocato di Twitter ed esperto di sicurezza. Gli ha detto che lei e altri dirigenti dell’azienda avevano deciso di bloccare l’account del presidente Trump, temporaneamente, per impedirgli di pubblicare dichiarazioni che avrebbero potuto alimentare più violenza nei riottosi che avevano preso d’assalto Capitol Hill quel giorno.
Alla riunione, chiamata a ‘”Flock Talk“, alcuni dipendenti hanno detto che Twitter è stato “complice“, perché ha fornito a Trump un megafono per incitare e mobilitare i suoi sostenitori, hanno detto due partecipanti. I dipendenti imploravano i dirigenti di apportare le modifiche al profilo del presidente prima di ulteriori violenze.
Il Ceo, inizialmente, non favorevole al ban
Il ceo Dorsey era preoccupato per il ban, hanno detto due persone a conoscenza della chiamata al New York Times, che ha ricostruito l’intera vicenda.
Jack Dorsey, per quattro anni aveva resistito alle richieste dei liberali e di altri utenti di chiudere l’account di Trump, sostenendo che la piattaforma era un luogo in cui i leader mondiali avrebbero potuto esprimersi, anche se le loro opinioni contenevano odio. Prima della rivolta di Capitol Hill, Twitter aveva “nascosto” alcuni tweet del presidente degli Stati Uniti o non ha consentito di retwittare il video di Trump del 6 gennaio in cui invitava i suoi sostenitori a lasciare in pace il Congresso, ma ripetendo il mantra “della frode elettorale”.
Nelle successive 36 ore, Twitter è passato dal revocare la sospensione di Trump alla chiusura definitiva del suo account, tagliando fuori il presidente da una piattaforma che aveva usato per comunicare, senza filtri, non solo con i suoi 88 milioni di follower ma con il mondo.
La decisione del Ceo di Twitter. Gli ultimi tweet di Trump hanno acceso la miccia dei seguaci su Parler “pronti ad esortare le milizie contro ingresso di Biden alla Casa Bianca”
Dopo aver revocato la sospensione il giorno successivo, Twitter ha monitorato la risposta ai tweet di Trump sul web e i manager del social hanno informato il ceo Dorsey che i seguaci del presidente avevano colto i suoi ultimi messaggi per dar vita ad azioni più violente.
In un post su Parler, il social sovranista amato dai seguaci di Trump, i membri del team di sicurezza di Twitter hanno notato un fan di Trump esortare le milizie per impedire al presidente eletto Joe Biden di entrare alla Casa Bianca e di combattere contro chiunque avesse cercato di fermarli. Il potenziale per ulteriori disordini nel mondo reale, hanno detto i consiglieri di Dorsey, era troppo alto.
Il vertice di Twitter era anche sotto pressione dai suoi dipendenti. In 300 avevano già firmato una lettera per chiedere al ceo di bloccare l’account di Trump, ma la decisione di bannare il presidente è stata presa prima che la lettera fosse consegnata ai dirigenti, hanno riferito due persone al New York Times.
Mercoledì scorso, Dorsey ha spiegato il motivo della scelta in 13 tweet, in cui ha scritto, tra l’altro, di “non festeggiare né di sentirsi orgoglioso di aver bannato Donald Trump” perché “il ban è un nostro fallimento per promuovere una sana conversazione” e che “stabilisce un precedente pericoloso” nell’ambito del potere detenuto dalle big tech.
Ma ha aggiunto: “Questa è stata la decisione giusta per Twitter. Abbiamo affrontato una circostanza straordinaria e insostenibile, costringendoci a concentrare tutte le nostre azioni sulla sicurezza pubblica ”.
I do not celebrate or feel pride in our having to ban @realDonaldTrump from Twitter, or how we got here. After a clear warning we’d take this action, we made a decision with the best information we had based on threats to physical safety both on and off Twitter. Was this correct?
— jack (@jack) January 14, 2021
Chi ha partecipato alle telefonate da cui è stata presa la decisione di bannare Trump da Twitter
Oltre al ceo Jack Dorsey dalla Polinesia, alla call ha partecipato Vijaya Gadde, il principale avvocato di Twitter ed esperto di sicurezza, nell’azienda dal 2011; Del Harvey, vice presidente di trust e sicurezza; e Yoel Roth, responsabile dell’integrità del sito.
I dirigenti hanno deciso di sospendere il profilo di Trump perché i suoi commenti sembravano incitare le rivolte, hanno detto le persone a conoscenza delle discussioni. Gadde ha poi chiamato Dorsey, che non era contento della decisione presa
Trump, inizialmente, non è stato completamente escluso. Se avesse cancellato diversi tweet che avevano alimentato la mobilitazione, ci sarebbe stato un periodo di riflessione di 12 ore. Quindi avrebbe potuto twittare di nuovo.
This means that the account of @realDonaldTrump will be locked for 12 hours following the removal of these Tweets. If the Tweets are not removed, the account will remain locked.
— Twitter Safety (@TwitterSafety) January 7, 2021
Quando Trump ha oltrepassato la linea tracciata dal Ceo di Twitter
Questa era la linea indicata da Dorsey, che in un’email inviata ai dipendenti il giorno successivo, sottolineava l’importanza per l’azienda rimanere coerente con le sue politiche, incluso il permesso a un utente di tornare online dopo una sospensione.
Ma molti dipendenti, temendo di passare alla storia come “complici” di Trump, hanno avviato una petizione per rimuovere immediatamente l’account del presidente.
Quello stesso giorno, Facebook ha sospeso la pagina di Trump almeno fino al termine del suo mandato. Ma quella sera è tornato su Twitter con un video in cui ha detto che ci sarebbe stata una transizione pacifica del potere da lui a Biden
La mattina dopo, però, Trump era tornato su Twitter con il suo stile. Ha twittato che i suoi sostenitori avrebbero avuto una ” GIANT VOICE” e che non avrebbe partecipato all’inaugurazione del 20 gennaio.
Il monitoraggio dei post su Parler
Il team di sicurezza di Twitter ha immediatamente notato fan di Trump aizzare su ulteriori disordini. In un messaggio su Parler, che il team di sicurezza ha esaminato, un utente ha scritto “che chiunque si opponga a ‘Patrioti americani’ dovrebbe lasciare Washington o rischiare danni fisici durante l’inaugurazione”.
Il team di sicurezza di Twitter ha iniziato a fare un’analisi dei tweet per valutare l’espulsione di Trump.
La riunione decisiva
Quel giorno, verso mezzogiorno, a San Francisco, Dorsey ha convocato una riunione dei dipendenti. Alcuni lo hanno incalzato sul perché Trump non era stato escluso per sempre.
Il ceo ha ripetuto che Twitter deve essere coerente con le sue politiche. Ma, ha aggiunto, di aver tracciato una linea, che se oltrepassata Trump avrebbe preso i suoi privilegi di account, hanno detto le persone a conoscenza del meeting al New York Times.
Dopo l’incontro Dorsey e altri dirigenti hanno convenuto che i tweet Trump di quella mattina – e le risposte che avevano provocato – avevano superato quel limite, hanno detto le fonti al NYT. La lettera dei dipendenti che chiedeva la rimozione dell’account del presidente era stata successivamente consegnata al ceo.
Il ban
In poche ore, l’account di Trump era scomparso, ad eccezione dell’etichetta “Account sospeso – Twitter sospende gli account che violano le Regole di Twitter”.