Mercoledì 13 aprile si è inaugurato il progetto Salute Domani con un primo Tavolo interamente dedicato alle Competenze Digitali. Numerosi e ricchi gli interventi dei relatori presenti, guidati dalla moderazione di Felicia Pelagalli, fondatrice di Culture.
La proposta
Alla domanda centrale “come sviluppare competenze digitali in sanità?” è seguita la proposta, lanciata da Felicia Pelagalli, di individuare una figura, all’interno di ogni struttura sanitaria/distretto, che possa farsi promotrice del cambiamento, della cultura digitale e delle competenze tecnologiche. I punti guida: (1) il contesto, mappare l’articolazione delle strutture sanitarie e il numero delle risorse umane coinvolte; (2) definire il profilo professionale della figura e le sue competenze; (3) la selezione e la modalità di individuazione di tali figure; (4) la loro formazione, con il supporto delle università; (5) il rilascio di certificazioni, con micro-credenziali sul modello europeo; (6) un percorso di carriera riconosciuto; (7) la formazione di una comunità come movimento culturale; ed infine (8) la verifica di tutto il processo.
Il dibattito
Rossana Ugenti, Direttore Generale Professioni sanitarie del Ministero della Salute, ha posto l’accento sulla necessità di individuare figure che sappiano inserirsi in un contesto di riforma del territorio, con un tessuto interdisciplinare e di lavoro in equipe multiprofessionali. Queste sfide possono essere supportate da strumenti di Sanità Digitale, utilizzabili unicamente da professionisti adeguatamente formati sia durante il percorso universitario, che nell’ambito del sistema di educazione continua. È necessario, come rilevato da Sergio Pillon, Coordinatore della Trasformazione Digitale presso Asl Frosinone, e come ripreso da Alessandra Petrucci, Rettrice dell’Università di Firenze, che tutto ciò venga accompagnato da un riconoscimento del ruolo di tali figure professionali, nell’affiancamento alla direzione strategica.
Vittorio Calaprice, della Rappresentanza in Italia della Commissione Europea, soffermandosi sul tema della formazione, ha ricordato come la Commissione Europea stia lavorando con la bussola digitale a quattro punti cardinali: 1) le skills, ossia l’investimento nelle competenze digitali avanzate, 2) il rafforzamento delle infrastrutture e della capacità di calcolo per la raccolta e monitoraggio dei dati a livello nazionale ed europeo, 3) un incremento delle realtà che possano competere a livello mondiale, 4) la digitalizzazione dell’insieme delle attività di amministrazione pubblica. Numerosi i programmi europei già di supporto alla formazione, come Youth For Health, Europa Digitale ed Horizon Europe, e le attività di rafforzamento dell’ecosistema digitale con obiettivo 2030.
Le università e la riforma delle lauree in medicina: multidisciplinarietà ed integrazione di competenze
È il professor Andrea Lenzi, Presidente Comitato Nazionale per Biotecnologie e Scienze della Vita della Presidenza del Consiglio, ad aprire la discussione in merito ai luoghi di formazione. Lenzi, come verrà poi sottolineato anche da Alessandra Petrucci, Rettrice all’università di Firenze, pone l’accento sulla necessità di assicurare processi di democrazia nella salute sia per i pazienti, che devono essere raggiunti tutti in modo equo tramite la telemedicina ed essere ugualmente alfabetizzati al digitale, sia per gli operatori sanitari. Altro problema non banale, le infrastrutture, che devono essere adeguate alla formazione ricevuta dai professionisti. Da non sottovalutare la necessità, evidenziata dall’On. Anna Laura Orrico, Deputata Commissione Attività Produttive, di fare in modo che tali figure fungano da intermediari, agevolando e facilitando il dialogo tra chi produce e crea innovazione nel settore della salute, e chi poi si occupa quotidianamente della salute delle persone. Dibattuta la questione se una sola figura sia sufficiente per ciascun distretto sanitario o se sia più opportuno pensare ad un team, per tener conto, come sottolineato dal professor Pillon, dell’articolazione delle esigenze presenti in ciascun territorio. Il professor Pillon ha ricordato, infatti, come questa figura non debba essere un tuttologo, ma un coordinatore. La prof.ssa Maria Carla Gilardi, Preside della scuola di medicina dell’Università Milano Bicocca, ha infine evidenziato la necessità di una formazione strutturata, con un approccio pervasivo e integrato. Tale modalità può essere adottata a diversi livelli: sanitario, dei cittadini e della formazione universitaria.
Tornando al tema dell’interdisciplinarietà, Alessandra Petrucci, Rettrice dell’Università di Firenze, ha rimarcato che al fine di sviluppare le competenze richieste non sarà sufficiente una formazione inerente alla sola informatica, ma saranno necessarie un insieme di conoscenze acquisite nel campo della statistica, fisica ed ingegneria; discipline fondamentali nel momento in cui si inizi a parlare di dati ed algoritmi. Non si tratta però di un solo corso formativo, ma tanti “mattoncini”, inseriti in sistemi orizzontali e verticali. La professoressa Maria Triassi, Preside della Scuola di Medicina Università Federico II di Napoli, rileva come sia infine fondamentale decidere e definire le modalità tramite le quali fornire tali competenze e il loro riconoscimento.
L’organizzazione sanitaria
Una volta condivisa, all’interno del Tavolo, l’importanza di individuare una figura professionale preparata e di alto profilo, Daniela Donetti, ASL Viterbo, ha sottolineato come questa debba avere anche competenze che aiutino a comprendere il funzionamento dei sistemi. Tale figura, oltre ad essere di alto profilo, deve essere in grado di leggere il processo, il percorso di cura, i sistemi organizzativi, al fine di aiutare, la struttura di appartenenza, nelle scelte di orientamento e di innovazione. Rientrano all’interno delle conoscenze anche tematiche come la privacy, la sicurezza, la certificazione dei dispositivi medici. Narciso Mostarda, Direttore Generale dell’Ospedale San Camillo di Roma, ha affermato con forza che si tratta di una necessità di inserimento professionale estremamente urgente, portando l’attenzione ai luoghi di formazione, che dovrà essere fatta anche sul campo (ad esempio, negli ospedali) oltre che nelle università.
Eugenio Santoro, dell’Istituto Mario Negri ha infine auspicato la definizione di un modello chiaro e scientifico di Sanità Digitale, al fine di orientare la formazione e agevolare gli aspetti di ricerca.
Il prossimo appuntamento
La ricchezza degli interventi e delle idee emerse nel tavolo Competenze Digitali sarà approfondita e sviluppata ulteriormente all’interno di un secondo incontro, il giorno 11 maggio 2022.Per rimanere aggiornati sugli sviluppi del Tavolo e dell’intero progetto Salute Domani, condotto con il patrocinio dalla Pontificia Accademia per la Vita, sono reperibili ulteriori informazioni all’interno del sito di Culture.
La salute di domani si costruisce oggi, insieme.