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Come sviluppare al meglio formati di data visualization

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Nella comunicazione digitale di oggi e, per la verità, anche nella comunicazione professionale che ha luogo in documenti, presentazioni e riunioni di lavoro, sempre più diffuso è l'uso di formati di data visualization come le infografiche, le card e i grafici interattivi.

Vorticidigitali è una rubrica settimanale a cura di @andrea_boscaro promossa da Key4biz e www.thevortex.it. Per consultare gli articoli precedenti, clicca qui.

Nella comunicazione digitale di oggi e, per la verità, anche nella comunicazione professionale che ha luogo in documenti, presentazioni e riunioni di lavoro, sempre più diffuso è l’uso di formati di data visualization come le infografiche, le card e i grafici interattivi. Del resto, non è una novità: nella storia per secoli, benché meno note, sono sempre state usate tabelle arricchite di immagini, dati e segni utili alla loro divulgazione. Famosa è l’infografica che l’ingegnere Charles Minard realizzò nel 1859 per l’illustrare la campagna russa dell’esercito napoleonico di quasi cinquant’anni prima.

Se la data visualization è dunque una narrazione volta a rappresentare in modo efficace una realtà fatta di dati e richiede tecniche, strumenti e formati visuali avanzati, anche i più tradizionali grafici debbono essere affrontati con la consapevolezza dei loro punti di forza e delle loro potenziali criticità:

  • i grafici a linee, a scala singola o a scala doppia, sono utili per mostrare il cambiamento nel tempo di uno o più fenomeni rispetto a una o due variabili ed oggi possono essere rappresentati anche da timeline grafiche arricchite da commenti e didascalie come quelle pubblicabili con strumenti come Adobe Spark;
  • i grafici a dispersione si servono di uno spazio cartesiano in cui un set di dati è rappresentato rispetto alle due variabili misurate lungo i due assi. Sono utili per mostrare la correlazione fra le due variabili e la dispersione che può avere in qualche occasione luogo. Fra i diversi software che permettono la creazione di grafici a dispersione avanzati online vi è Tableau;
  • i grafici a deviazione e quelli a distribuzione sono altrettanto efficaci per mostrare regolarità ed anomalie mentre i grafici a torta aiutano a comunicare la relazione di ogni valore della serie di dati con il totale: sono ideali per mostrare le proporzioni quando almeno alcune sezioni del grafico rappresentano dal 25% al 50% dell’intero. Anche se presenti persino in Excel, le torte 3D rischiano invece di essere superflue;
  • gli istogrammi, come i grafici a torta, rappresentano una ripartizione unidimensionale della distribuzione di un campione e si prestano ad una facile letture se le dimensioni sono misurate a intervalli discreti. Da valutare, in caso di intervalli continui, i grafici che illustrano la relazione fra parte e tutto;
  • i grafici a ragno, presenti anche in Powerpoint, aiutano a cogliere il posizionamento di un elemento del valore rispetto a più variabili;
  • i grafici a barre sono preferibilmente a scorrimento orizzontale quando le dimensioni sono inferiori a 7 e verticale se superiori ed è molto diffuso oggi l’uso di Flourish per creare grafici a barre animati;
  • i grafici spaziali sono infine interessanti quando la rappresentazione deve essere sviluppata su elementi geografici: Datawrapper è un tool gratuito per crearli.

Le card infine, soprattutto se mantengono uno stile coerente nel tempo, possono sottolineare la particolarità di un dato: più infatti sono disponibili e gestibili i big data, più gli small data possono essere oggetto di una comunicazione efficace e significativa.

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