Noi italiani, mentre stiamo vivendo l’emergenza da COVID-19, ci chiediamo come la Cina stia riuscendo a combattere il virus.
Cina, appena 8 casi e guarigioni all’80%
Ieri, la Cina ha annunciato un bollettino da coronavirus con nuovi minimi assoluti: appena 8 nuovi casi registrati e 7 decessi, che portano il totale a 3.176. Sono 1.318 i pazienti dimessi dagli ospedali che portano le guarigioni complessive a 64.111, pari a quasi l’80% (79,33%) degli 80.813 contagi finora accertati.
Replicabile in Italia il modello di “autoritarismo digitale” cinese?
Questi risultati sono stati ottenuti anche grazie alle nuove tecnologie, in particolare all’uso massiccio della sorveglianza di massa con i big data e con i software di intelligenza artificiale, ma senza badare troppo alla protezione dei dati personali dei cittadini. Per questo motivo, difficilmente, il modello di “autoritarismo digitale” cinese, come l’ha definito al Newsweek un ricercatore digitale per i diritti umani, potrebbe essere applicato anche in Italia. Ma vediamo, nel dettaglio, le tecnologie in campo messe in atto dalla Repubblica popolare cinese guidata da Xi Jinping, che si mostra in pubblico sempre con la mascherina, a differenza dei nostri rappresentanti di Governo: anche la comunicazione non verbale conta molto in questa emergenza.
Istituto Superiore di Sanità cinese: “Usare i big data”
“Usare la tecnologia dei big data per tracciare e prevedere in modo efficace lo sviluppo dell’epidemia in tempo reale”, ha dichiarato la Commissione nazionale cinese per la sanità (NHC), l’equivalente del nostro Istituto Superiore di Sanità.
Dunque, il via libera è arrivato dallo Stato al potenziamento della tracciabilità digitale per contrastare il virus.
L’app in campo in Cina contro il virus per dire ai cittadini se possono spostarsi
In Cina l’esempio più eclatante di tracciabilità digitale è Health Code, app sviluppata dal governo cinese e ospitata sull’app Alipay tramite un’API. Né Alibaba Group né Ant Financial possiedono, controllano o gestiscono il programma Health Code.
L’app assegna ai cittadini un codice-colore, secondo il quale li autorizza o meno a spostarsi in una città o a stare in quarantena. Secondo il New York Times, l’app sembra condividere le informazioni degli utenti con la polizia.
L’app funziona così: genera per ogni utente iscritto un codice QR di un colore diverso: verde, giallo o rosso. Nel primo caso si può circolare pressoché liberamente, pur sempre scansionando il codice all’ingresso di luoghi come condomini, uffici o centri commerciali. Nel secondo e terzo l’accesso o gli spostamenti non sono consentiti e, anzi, occorre rimanere in quarantena preventiva di sette o 14 giorni. L’app utilizza i big data in possesso alla Sanità cinese per identificare potenziali portatori di virus ed è stata adottata in oltre 200 città della Repubblica Popolare.
L’analisi del Times ha rilevato che non appena un utente concede al software l’accesso ai dati personali, una parte del programma denominata “reportInfoAndLocationToPolice” invia la posizione della persona, il nome della città e un codice identificativo a un server. Il software non chiarisce agli utenti la sua connessione con la polizia. Ma secondo l’agenzia di stampa Xinhua statale cinese e un account ufficiale sui social media della polizia , le autorità di contrasto sono state un partner cruciale nello sviluppo del sistema.
Anche Tencent, la holding che sta dietro alla popolare app di messaggistica WeChat (la più diffusa in Cina), ha lanciato una app simile basata su un codice QR. L’app si chiama “close contact detector” e avvisa gli utenti se entrano in contatto con un potenziale cittadino portatore di virus.
Robot per sgridare i passanti senza mascherine
A Guangzhou, nella provincia meridionale del Guangdong, i robot di una piazza pubblica sono stati persino impiegati per sgridare i passanti che non indossano mascherine, riporta il Global Times. E a Pechino, un comitato di quartiere responsabile di un complesso residenziale di circa 2.400 famiglie, ha ammesso di aver utilizzato i dati di volo e treno per tenere traccia dei recenti viaggi di tutti.
Droni per consegnare farmaci
La BBC riferisce che i robot sono stati usati anche per consegnare pasti a pazienti in quarantena, mentre i droni sono stati utilizzati per trasportare medicine.
I caschi intelligenti della Polizia per rilevare la febbre
Chengdu city, Sichuan Province, has armed #COVID19 epidemic control personnel with a high-tech smart helmet that can automatically measure passengers-by temperature when they enter a 5-meter range. The helmet will ring an alarm if anyone has a fever. pic.twitter.com/t56hpBwHVJ
— Global Times (@globaltimesnews) March 3, 2020
Il Global Times ha riferito questa settimana che le autorità della città di Chengdu, nella provincia del Sichuan, hanno iniziato a indossare “caschi intelligenti” con cui è possibile misurare la temperatura dei cittadini in un raggio d’azione di cinque metri. Un allarme suona se viene rilevata la febbre.
Freedom House, un’organizzazione di ricerca senza scopo di lucro a Washington, ha spiegato che le telecamere di sorveglianza ora vengono fornite insieme ai software di riconoscimento facciale.
Ovviamente, gli sforzi per contenere il COVID-19 attraverso la tracciabilità digitale non sta avvenendo solo in Cina. In Corea del Sud le autorità sanitarie possono controllare attraverso un’app, che sfrutta il Gps dello smartphone, il rispetto della quarantena dei contagiati: un allarme suona se l’utente infetto lascia la sua “posizione designata”.
In Italia, al momento, l’app per tracciare e geolocalizzare i cittadini per contrastare il virus non è stata autorizzata dal Governo.