Nel corso degli ultimi quindici anni, l’economia delle app mobili ha attraversato una profonda metamorfosi, che l’ha portata da semplice curiosità tecnologica – ricordate quando Steve Ballmer, allora CEO di Microsoft, dichiarava sprezzante che l’iPhone non aveva speranze? – a pilastro del mercato digitale globale. A partire dal lancio dell’App Store di Apple nel 2008, che all’epoca Steve Jobs aveva ipotizzato potesse diventare un “mercato da un miliardo di dollari”, oggi chiunque può vedere quanto fosse modesto e riduttivo (insolito, per Jobs) quell’entusiasmo.
Il recente rapporto di data.ai, Mobile App Market Forecast 2030, fornisce un quadro esaustivo del settore, iniziando da un dato: si prevede infatti che nel periodo tra il 2021 e il 2030 i consumatori spenderanno complessivamente 2.200 miliardi di dollari in app, mentre il tempo complessivo dedicato all’uso di queste applicazioni dovrebbe superare i 58mila miliardi di ore. Le stime riflettono non solo l’incremento nel numero di utenti di smartphone e dispositivi mobili, ma anche una maggiore integrazione delle app nella vita quotidiana di milioni di persone in tutto il mondo.
Spesa senza fine: il 267% in più
L’analisi fornita tenta anche di interpretare le cause dietro a questi volumi di spesa e utilizzo, anticipando le future dinamiche di mercato e prevedendo come l’influenza delle app si espanderà ancora, toccando nuovi settori e integrandosi ulteriormente con tecnologie emergenti, tra cui l’intelligenza artificiale e l’Internet delle cose. Secondo il rapporto, l’aumento dei ricavi derivanti dalle app sarà significativo, se si prendono in esame sia quelli generati attraverso Google Play che quelli che arrivano dall’App Store di iOS. Nel dettaglio, si stima che la spesa in-app crescerà del 267% rispetto al decennio precedente. Tale crescita è indicativa di un cambiamento nel comportamento dei consumatori e nella crescente dipendenza dalle tecnologie mobili, non solo per l’intrattenimento ma anche per servizi essenziali e produttività personale. Più in genere, l’incremento nei ricavi riflette una maggiore monetizzazione delle app, con sviluppatori che stanno via via migliorando i modelli di business più efficaci, come gli abbonamenti, gli acquisti in-app e la pubblicità personalizzata.
In termini di download, il rapporto indica che nei prossimi dieci anni verranno scaricate quasi 2.900 miliardi di nuove app e giochi, per un aumento del 123% rispetto al decennio precedente, che sottolinea una continua espansione del mercato spinta non solo dall’aumento del numero di dispositivi mobili in circolazione, ma anche dall’emergere di nuovi mercati e dalla crescente accessibilità di internet in aree precedentemente meno connesse. A questo proposito, se si sta cercando un nuovo operatore per sfruttare al meglio il proprio smartphone, su SOSTariffe.it è possibile confrontare le più convenienti offerte in materia di abbonamenti per la telefonia mobile.
Meno giochi, ma più tempo passato sullo smartphone
Poi c’è il tempo di utilizzo: qui le ore previste dal rapporto passate sugli smartphone saranno, come si è detto, 58.000 miliardi nel prossimo decennio, con una media giornaliera di quasi 16 miliardi di ore. L’incremento del tempo deriverà dall’espansione delle funzionalità offerte dalle app, sempre di più non solo limitate alle semplici funzioni di comunicazione ma complesse piattaforme di servizi integrati che coprono aspetti come l’istruzione, la salute, il finanziamento personale.
Uno dei grandi cambiamenti sarà il minor peso del settore dei giochi, che per anni ha dominato il mercato delle app in termini di spesa dei consumatori, grazie all’alta engagement e alla propensione degli utenti a pagare per contenuti e funzionalità in-game. Secondo data.ai, tutta via, ci sarà un cambio di tendenza, e si prevede che entro il 2030 le app non legate al gaming supereranno il settore dei giochi nella spesa dei consumatori. Le stime indicano che le app non legate al gaming rappresenteranno il 50,3% del mercato, più della metà e ben oltre il 37% del passato 2023. Si allontana, insomma, il modello dello smartphone come dispositivo dedicato soprattutto all’intrattenimento – ruolo che ne ha assicurato il successo negli ultimi quindici anni – in favore di un dispositivo che sarà sempre più assistente personale, indispensabile per accedere ai più svariati servizi (come dimostra, in Italia, il successo dello SPID e la sua mancata cancellazione, proprio in virtù della grande integrazione odierna nelle modalità di gestione, ad esempio, dei propri rapporti con la pubblica amministrazione.
Chi sta vivendo un momento di crescita esponenziale, come sappiamo, è il settore delle app di video brevi e Over-The-Top (OTT), piattaforme che hanno trasformato il modo in cui i contenuti video vengono consumati, passando da formati tradizionali a contenuti più brevi, facilmente accessibili e spesso personalizzati, come insegna TikTok. Il rapporto prevede che la spesa annua dei consumatori per le app di categoria Entertainment raddoppierà, arrivando a rappresentare il 18% del totale entro il 2030. L’incremento – del 120% rispetto al 2023 – è motivato dalla maggiore penetrazione dei dispositivi mobili, dalla riduzione dei costi dei dati e da un cambiamento nelle abitudini di consumo dei media, con un pubblico che predilige la fruizione di contenuti video brevi e on-demand.
Mercati in via di sviluppo e mercati maturi
Man mano che in alcune zone si raggiunge la saturazione (non è del resto pensabile che il numero di ore da dedicare allo smartphone continui a crescere a questi ritmi), diventa chiaro che i mercati in via di sviluppo saranno sempre di più i principali motori di crescita nel settore delle app mobili. Secondo data.ai saranno loro a mostrare i tassi di crescita più rapidi in termini di spesa, attenzione e download nel prossimo decennio. I fattori chiave dietro a questo fenomeno sono, ancora, l’aumento della penetrazione degli smartphone, l’abbattimento dei costi di connessione dati e un miglioramento generale delle infrastrutture tecnologiche. Inoltre l’espansione della classe media e l’incremento dei livelli di istruzione stanno ampliando la base di consumatori attivi e informati, desiderosi di accedere a servizi digitali che possano migliorare la qualità della vita, l’efficienza lavorativa e l’intrattenimento personale. In particolare l’impulso arriverà dall’America Centrale, dal Sud America e dall’Africa, aree che stanno vivendo rapidi cambiamenti socio-economici. Le imprese locali e internazionali stanno riconoscendo queste opportunità, investendo in modo mirato per capitalizzare l’aumento dell’adozione tecnologica e la crescente digitalizzazione dei servizi.
Ci vorrà tempo, però. Nonostante l’impulso proveniente dai mercati in via di sviluppo, i consumatori nei mercati maturi – più nel dettaglio, negli Stati Uniti, in Cina, in Giappone e in Corea – continueranno a dominare la spesa complessiva nel settore delle app nel 2030: tutti i Paesi citati sono caratterizzati da un elevato tasso di penetrazione tecnologica, alte capacità di spesa e un avanzato ecosistema di sviluppatori di app, che insieme favoriscono una spesa elevata dei consumatori che collocano l’asticella da superare molto in alto.