Bot, Chatbot, Artificial Intelligence: scopri le differenze! Questo, in sintesi, il motto che ha guidato la scorsa puntata della nostra Guida a Telegram. In che modo, però, possiamo intendere i Bot all’interno di Telegram? Quale la loro natura e le caratteristiche che li distinguono rispetto a Bot e Chatbot utilizzati su altre piattaforme?
Ovviamente i Bot su Telegram non sono diversi dai Bot come tali sin qui descritti, validi per qualsiasi altra piattaforma. «Si tratta di account speciali, designati per scambio automatico di messaggi», spiegano dallo staff di Telegram. Sono, cioè, account gestiti da un software, con molteplici funzionalità, in grado di offrire risposte immediate e completamente automatizzate. Come funzionano però nel concreto, a che cosa servono e, soprattutto, perché dovrebbero far felice cliente interno ed esterno, dipendente e consumatore, con un loro presunto plus per l’User Experience di Employees e Customers in Telegram?
Introdotti il 24 giugno 2015 – Telegram Bot Revolution, fu definita – sono i «nuovi interlocutori» degli utenti» che possono interagire con essi «inviando loro messaggi di comando, privatamente o in gruppo». «I Bot sono semplicemente account Telegram dietro cui vi sono software, non persone», spiegano qui, «e spesso hanno caratteristiche implementate dalla Intelligenza Artificiale. Possono fare qualunque cosa: insegnare, giocare, realizzare ricerche, trasmettere, mandare promemoria, connettersi con altri servizi o lavorare in team con l’Internet Of Things».
Perché allora dovremmo dedicare loro un posto speciale? Semplice.
L’impressione è che, se Telegram può essere considerata come una sorta di giardino, ove più verdi crescono i frutti del nostro lavoro, Bot e Chatbot sono il seme di quei fiori e frutti: impiantabili anche altrove, ma non con gli stessi risultati. Un po’ come abbiamo visto con Gruppi e Supergruppi o, soprattutto, nei Canali. Per i Bot però, forse, questo vale ancora di più: o, comunque, appare quanto mai evidente. Cerchiamo, allora, di comprenderne meglio la natura e le peculiarità, una volta che i nostri personaggi divengano cittadini e abitanti del «borgo Telegram».
Come funzionano i Bot
Anzitutto, non richiedono un numero di telefono addizionale per essere impostati e messi all’opera. Gli utenti possono interagire con essi in due modi:
- Inviando messaggi e comandi ai Bot aprendo una chat con loro o aggiungendoli a un gruppo – funzione particolarmente utile per i Chatbot o Bot come quelli di TechCrunch e Forbes;
- Mandando richieste direttamente dal campo previsto per la scrittura, digitando il testo e poi inviandolo con l’username del Bot, «@». Questo permette di inviare messaggi dai cosiddetti inline bots – che cosa sono? Lo vedremo tra un momento – direttamente in ogni chat, gruppo o canale.
Anche in questo caso, sicurezza garantita. «Messaggi, comandi e richieste inviate dagli utenti passano dal software che abbiamo sui nostri server», dicono dal team. «Ogni comunicazione è criptata come tutte le altre, nello stesso modo descritto per le precedenti classiche comunicazioni tra utenti. Comunicherai con questo server attraverso una semplice interfaccia HTTPS, che offre una versione semplificata delle API di Telegram: quella interfaccia che noi chiamiamo Bot API».
Senza addentrarci in questioni tecniche, ciò che conta è che sia chiaro: privacy e sicurezza, ancora una volta, sono assicurate. Non a caso più avanti si aggiunge: «I Bot sono sicuri? Certo che sì! Non sono diversi dagli utenti umani che incontri, ad esempio, nei gruppi. Possono vedere il tuo nome pubblico, le foto profilo e i messaggi che invii loro, questo è quanto. Non vedono il tuo numero di telefono – salvo che non sia tu a decidere di darglielo». E aggiungono: «Naturalmente, ogni Bot deve essere trattato come uno sconosciuto — non dargli le tue password, i codici di Telegram, o il numero del tuo conto bancario, anche se lo chiede gentilmente. Stai inoltre attento nell’aprire i file inviati dai Bot, così come faresti con delle persone reali. Per esempio: se un Bot t’invia un file chiamato OpenMe.exe, probabilmente non dovresti aprirlo».
Quanto poi alla possibilità che un Bot sia aggiunto a un Gruppo, lo staff precisa: «In tal caso, il Bot lavorerà in due modi differenti. Di default, i Bot visualizzano solo i messaggi destinati esattamente a loro. In questo caso, vedrai scritto Non ha accesso ai messaggi di fianco al Bot, nella lista dei membri del gruppo. Alcuni Bot, invece, hanno bisogno di più informazioni per funzionare: gli sviluppatori possono, infatti, disattivare la modalità privacy. In questo caso il Bot vedrà tutti i messaggi inviati nel gruppo e tu visualizzerai Ha accesso ai messaggi di fianco al Bot, nella lista dei membri del gruppo». Se vuoi saperne di più esiste qui una sezione apposita. In ogni caso, comunque, vale il monito generale: «Se il tuo gruppo contiene informazioni sensibili, forse è meglio evitare di aggiungere Bot dei quali non ti fidi al 100%».
Vale la pena infine segnalare un ultimo Alert: se un Bot ti sta inviando dei messaggi, tu non gradisci e vuoi che la smetta, «sentiti libero di bloccarlo così come bloccheresti un utente umano», avvisano. «Alcune App di Telegram hanno un tasto Arresta Bot proprio nella pagina profilo del Bot». In ogni caso, «la maggior parte degli sviluppatori offre dei comandi che disattivano il Bot. Cerca con il comando /help del Bot per i suggerimenti».
Gli Inline Bots
Li abbiamo evocati sopra, cerchiamo di fare chiarezza. Introdotti il 4 gennaio 2016, è probabile che tu li conosca assai più di quanto creda. Se usi l’App, verosimilmente te ne servi ogni giorno. È la Inline Bots Revolution, che rende i «Bots onnipresenti», utilizzabili in «chat, Gruppi o Canali», pronti a «aiutarti a svolgere dozzine di attività».
Che intendiamo? In maniera molto semplificata, potremo definirli come un nuovo modo di aggiungere contenuto dai Bot in qualsiasi chat. Basta scrivere l’username di un Bot e la tua domanda nel campo di scrittura, per ricevere risultati immediati e inviarli nella chat. Prova a scrivere «@gif dog» nella prossima chat. Vedrai il risultato.
Che cosa è dunque, in prima battuta, la modalità inline? Semplicemente una funzionalità che consente di citare il Bot con il carattere «@» in qualsiasi chat o gruppo. Alcuni esempi? @gif – per cercare e mandare GIF; @vid – per condividere video da YouTube; @bing – per condividere immagini con Bing; @pic – per condividere immagini con Yandex; @wiki – per condividere voci di Wikipedia in tutte le lingue. O ancora @Imdb – per condividere informazioni sui film, e @youtube, @music, @foursquare, @sticker, @gamee e @gamebot.
«I Bot sono diventati parte integrante di Telegram per tantissimi utenti», si legge qui. «La comunicazione con loro però non è stata sempre facile. Ogni volta eri costretto a mandar loro messaggi in chat separate o aggiungerli ai tuoi gruppi. Oggi introduciamo una via decisamente più veloce per contattare i Bot».
Proseguono: «Con il nuovo inline mode, i Bot diventano onnipresenti e possono essere usati come strumenti in qualsiasi delle tue chat, gruppi o canali – non importa dove, non importa se il Bot sia un membro oppure no. Gli Inline Bots possono aiutarti con dozzine di compiti differenti come mandare velocemente gif divertenti, foto da Internet, video YouTube, articoli di Wikipedia e così via. Come funzionano? Semplice. Abbiamo creato diversi Bot di esempio per te, così puoi far pratica. Dai un’occhiata ad esempio a questi: @gif, @vid, @pic, @bing, @wiki, @imdb e @bold. Per vedere in azione digita semplicemente uno dei loro @username entro il campo messaggio in qualsiasi chat, poi digita qualche chiave di ricerca. Il Bot ti offrirà istantaneamente il contenuto che t’interessa». «Allo stesso modo», continuano, «prendi su un contenuto qualsiasi per mandarlo istantaneamente alla chat. In questo modo potrai condividere un sacco di cose dei Bot senza alcuna difficoltà».
Come sempre, massima sicurezza e privacy garantite. «Gli Inline Bots non possono vedere alcun tuo messaggio in chat. Loro si limitano a ricevere ciò che tu digiti dopo che li avrai evocati scrivendo i loro username nel campo scrittura. Premi su via @username per mandare una nuova richiesta al Bot. Gli Inline Bot usati di recente ti mostreranno anche suggerimenti quando digiterai @ nel campo scrittura».
Altro elemento importante è la nuova dimensione che così assumono i Bot. «Come molto altro su Telegram, gli Inline Bots fanno parte di una piattaforma aperta, disponibile gratuitamente per ogni sviluppatore nel mondo. Se fai parte di loro, da’ un’occhiata alla nostra Introduzione agli Inline Bots. E, naturalmente, unisciti al nostro canale ufficiale @BotNews per essere sempre aggiornato su ogni novità».
Qui puoi trovare l’introduzione a cui lo staff si riferisce. Ancor più tecnicamente si riafferma, infatti, che «gli utenti possono interagire con il tuo Bot via inline queries, «Richieste Inline». Se queste sono abilitate, gli utenti possono evocare il tuo Bot semplicemente digitandone l’username e una query nel campo testo in qualsiasi chat». La richiesta è mandata al Bot e, in questo modo, è possibile richiedere qualsiasi tipo di contenuto – foto, video, gif, musica – in ogni chat, in ognuno dei tuoi gruppi o canali, senza inviare alcuna richiesta specifica separata. Ciò semplifica molto le operazioni, facendo risparmiare tempo e agevolando la comunicazione, che diviene così ancora più divertente e «ingaggiante».
Per abilitare questa opzione, invia il comando «/setinline» a @BotFather e inserisci il testo sostitutivo che l’utente vedrà nel campo apposito, dopo aver digitato il nome del tuo Bot.
Per ulteriori dettagli tecnici, leggi qui la sezione apposita. Più in generale, però, per capire prova a guardare queste immagini, qui, qui, qui o ancora qui. L’esperienza diretta è sempre la chiave migliore per comprendere il carattere davvero «memorabile» della Customer Experience, sul piano professionale e personale, che già solo questi semplici elementi ti donano.
Infine, non dimentichiamo l’importanza di questa nuova modalità per la diffusione e dunque conoscenza stessa del tuo Bot. I messaggi inviati in questo modo, infatti, mostreranno l’username del Bot vicino al nome del mittente. Quando un utente premerà sull’username del Bot, la mention sarà automaticamente inserita nel campo di scrittura. Inserendo il simbolo «@», si vedrà una lista di suggerimenti basata sulle ricerche più recenti. Sarà semplice dunque, in questo modo, Spreading The Word, direbbero da Telegram: «condividere cioè ovunque, viralmente, la conoscenza del tuo Bot».
Bot Platform 2.0
La conoscenza dei Bot su Telegram sarebbe però parziale senza l’esperienza della piattaforma dei Bot, la Bot Platform 2.0, introdotta il 12 aprile 2016. Che cos’è? Lo vedremo nel prossimo appuntamento della nostra Guida a Telegram.