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Come essere utenti democratici della Rete di fronte all’emergenza sanitaria

La storia, dice Luciano Floridi, il filosofo che più profondamente analizza da anni la civiltà digitale, è un pendolo fra libertà e sicurezza e in questi giorni stiamo vivendo tempi che oscillando verso il massimo controllo possibile dei nostri spostamenti e delle nostre vite.

Chi però ha immaginato e, nel suo piccolo, contribuito a costruire la Rete come leva non solo per la produttività professionale, ma anche – e soprattutto – come luogo dove la libertà individuale possa coniugarsi con la partecipazione civile deve oggi essere consapevole di fronteggiare un duplice ed arduo compito. 

Accanto alla necessità di rispettare le leggi ed agire nel rispetto della comunità in cui vive, è suo compito, è compito di tutti noi vigilare perché con la sospensione della libertà di movimento non sia sospesa anche la democrazia e stare in guardia perché proprio il Web non sia il contesto in cui nuove forme di organizzazione della società prendano piede.

Un popolo distanziato, impaurito, impoverito richiede oggi più che mai nervi saldi perché quanto stiamo facendo abbia successo, ma non dia seguito agli scenari peggiori descritti dal “capitalismo della sorveglianza” eretto a sistema.

Fra gli aspetti della nostra vita digitale su cui occorre vigilare vi sono:

Rinunciare alla libertà a favore della sicurezza è legittimo nello stato di eccezione, ma è compito della democrazia, e quindi di tutti noi, richiedere che le istituzioni continuino a funzionare e a supportare le decisioni che, ancora a lungo, reggeranno le nostre vite.   

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