Rubrica settimanale SosTech, frutto della collaborazione tra Key4biz e SosTariffe. Per consultare gli articoli precedenti, clicca qui.
Lo sappiamo: il 2020 non è piaciuto proprio a nessuno, con l’unica eccezione di pochissimi fortunati (di solito già ricchi, straricchi, ricchissimi) che hanno approfittato della pandemia per incrementare ulteriormente i propri affari. Dal punto di vista dei consumatori va però detto che la possibilità di connettersi in qualsiasi momento – merito anche dei contratti di Internet mobile sempre meno cari, come si può vedere sul comparatore di SOSTariffe.it – è stata una vera salvezza durante i mesi più duri del lockdown: che si trattasse di contattare un marchio di delivery per farsi recapitare a casa la cena, dei medicinali o qualsiasi genere di acquisto, oppure marketplace online indispensabili per superare la chiusura dei negozi, Internet ci ha permesso di affrontare l’isolamento, se non proprio con serenità, almeno con qualche risorsa in più. E lo smartphone è stato ancora una volta tra i dispositivi elettronici più popolari in assoluto, anche solo per passare il tempo tra social e piattaforme di streaming, a giudicare dall’aumento sia del fatturato che delle ore passate davanti al display da mezzo mondo. Proprio in questi giorni, infatti, App Annie ha tirato le somme e ha analizzato i numeri più interessanti del 2020 per il mondo dei device mobili.
Il primo dato riguarda la spesa tra gli store di iOS e Google Play, le due piattaforme (di Apple e Google) che dominano il mercato e che hanno confermato una crescita del 25% annuo; un incremento sufficiente per arrivare a un fatturato di ben 112 miliardi di dollari, in particolare grazie all’apporto di mercati come gli Stati Uniti, il Giappone e il Regno Unito per iOS (l’anno scorso oltre agli Stati Uniti e al Giappone c’era la Cina), gli Stati Uniti, la Corea del Sud e la Germania per Google Play. Per ogni dollaro speso sugli store, quasi tre quarti – per la precisione 71 centesimi – sono stati impiegati per acquistare contenuti all’interno dei giochi, o per i giochi stessi, confermando la straordinaria importanza del mercato del gaming per chi vuole fare business con i dispositivi mobili. Il totale dei download annuali, a fine dicembre, sarà di circa 130 miliardi, la maggior parte dei quali in arrivo non come al solito dai mercati emergenti ma da tutto il pianeta, considerando che la pandemia ha obbligato milioni di persone, se non miliardi, a rivolgersi a soluzioni digitali per il lavoro e la vita di tutti i giorni (da qui, gli ottimi dati arrivati dal Regno Unito e dalla Germania).. Anche per quanto riguarda il tempo trascorso con i dispositivi mobili si ha avuto una crescita del 25% dal 2019, per un totale di 3,3 trilioni di ore solo sui dispositivi Android.
In testa? Le app per il business
I social? Sì, certo (+20%). Lo streaming video delle piattaforme come Netflix o Prime Video? Senza dubbio (+40%). I giochi, con cui passare i lunghi giorni del lockdown senza poter mettere il naso fuori di casa? Assolutamente sì (+35%). E sì anche allo shopping online (+25%) e alla finanza (+25%). Ma il vero record in quanto a incremento delle ore passate sul proprio dispositivo mobile c’è stato altrove, con le app di business: il tempo è infatti addirittura raddoppiato rispetto al 2019 (+200%). Un incremento che si spiega facilmente considerando che in questa categoria ricadono tutte le app di videoconferenza come Teams e Zoom, che hanno cambiato radicalmente il modo di lavorare e di studiare tra lo smart working e la didattica a distanza. Per questo anche le aziende digitali che non avevano una propria piattaforma per le videoconferenze hanno fatto di tutto per crearsene una, affollando ulteriormente un mercato che, fino a quest’anno, era sì in crescita ma in modo molto più regolare.
Basti pensare che Zoom, nella classifica delle app più scaricate del 2020, è salita addirittura di 219 posizioni, diventando la quarta in assoluto (dopo TikTok, a sua volta cresciuta di tre posizioni e ormai incontrastata regina dell’app economy, Facebook e WhatsApp, ma prima di Instagram, Facebook Messenger o Snapchat). Google Meet – che nel 2019 non esisteva – si è classificata subito al settimo posto.
Per quanto riguarda invece le spese degli utenti sull’app, al primo posto si conferma Tinder, seguita ancora da TikTok (+15 posizioni), Youtube (+2), Disney+, quest’ultima salita al quarto posto con un balzo di 37 posizioni, a dimostrare come l’esordio della nuova piattaforma di streaming nell’anno del Covid abbia sicuramente dato una grossa mano alla televisione di Disney, che può contare su esclusive come The Mandalorian e i film live-action dei grandi classici a cartoni animati, come il recente Mulan.
Giochi: ecco i soliti noti
Per quanto riguarda il mobile gaming, alcuni nomi sono vecchie conoscenze: a vincere la classifica per il maggior numero di download è per il secondo anno consecutivo Garena Free Fire, un titolo che forse non dirà molto ai più ma che è straordinariamente popolare per essere in sostanza una versione di Fortnite dalla grafica non eccelsa ma perfetta per funzionare anche sui dispositivi di fascia medio-bassa. Due pesi massimi come PUBG Mobile e Candy Crush Saga si sono alternati nella classifica degli utenti attivi mensili, mentre i giochi dove si è speso di più sono Honour of Kings e Pokemon Go.
Per quanto riguarda invece le migliori novità di quest’anno, i titoli più caldi sono stati Among Us, una via di mezzo tra un arcade, un battle royale e il vecchio Cluedo, dove bisognava identificare il colpevole di un omicidio (ma qui gli impostori sono tanti); Hunter Assassin, un ingegnoso gioco stealth tra il rompicapo e i classici Metal Gear Sold; e infine l’adorabile Roblox, al terzo posto sia nella classifica degli utenti mensili che in quella della spesa dei consumatori: adorato dai più giovani, Roblox è un prodotto estremamente sofisticato, allo stesso tempo gioco e creatore di giochi di ogni tipo, con il suo personale linguaggio di programmazione da imparare per cominciare a produrre contenuti, tanto che alcuni dei giocatori sono diventati degli sviluppatori di successo e si sono arricchiti non poco, convertendo in denaro reale la valuta utilizzata per le microtransazioni di questo coloratissimo universo.
Fonti: