Il bassotto racconta un po’ la storia di un vorrei ma non posso. I manuali ci dicono che di temperamento sia affabile, optional però riservato ai conoscenti stretti (pare); vorrebbe essere un cane da difesa, ma la stazza non lo aiuta. La sconfitta nel gotha animale arriva dopo la Prima Guerra Mondiale: c’è da premettere che nonostante fosse il simbolo della Germania, in Inghilterra aveva popolarità da vendere, era il pet preferito della Regina Vittoria. Tuttavia, dopo la caduta del Primo Reich, si diffuse una vignetta che lo raffigurava tra le fauci di un grosso bulldog inglese: la scritta «Got him!» lasciava pochi dubbi su vincitori e vinti e l’indice di gradimento scese a picco.
Arriva poi un tentativo di lasciare un’impronta nel mondo del cibo: l’hot-dog venne commercializzato inizialmente con il nome di “dachshund sausage” (letteralmente “salsiccia di bassotto”) per una somiglianza quasi ovvia; naming che abdica presto. La Germania non si arrende e, nel 1972, è scelto come mascotte delle Olimpiadi di Monaco, quelle però passate tristemente alle cronache.
Prima di srotolare questo esemplare e riporlo nel cassetto, ci viene in soccorso la prima storia, la più autentica: questa razza si è sempre distinta per esser abile nella caccia. La sua specialità sono i tassi, che rincorre e stana a meraviglia. Specie che oggi, in Europa, è tutto fuorché estinta. Energia, mutui, inflazione: è tutto un tasso in crescita. In inglese, quando si dice «blow your socks off» ci si riferisce a qualcosa capace di stupire: che il nostro bassotto non abbia trovato finalmente la sua occasione?