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Colao: “Per Pa Cloud esclusivo o ibridi, ma con data center in Italia e a controllo italiano”. Big Tech fuori?

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Il ministro Vittorio Colao fissa le regole: "le aziende private partner dovranno avere data center in Italia e a controllo italiano". Se le Big Tech non soddisfano questi requisiti sono fuori.

Per il cloud nazionale dedicato alle Pubbliche amministrazioni il ministro per l’Innovazione e la Transizione digitale, Vittorio Colao, ha fissato le regole. Le aziende private partner dovranno avere data center in Italia e a controllo italiano. Se le Big Tech non soddisfano questi requisiti sono fuori.

“I data center dei fornitori collocati in Italia e a controllo italiano”

“L’infrastruttura promossa dalla presidenza del Consiglio prevederà la possibilità per le amministrazioni di usufruire di efficienti servizi cloud esclusivamente accessibili alla P.a. o ibridi, economici e scalabili facilmente, a fronte di una rigorosa e omogenea classificazione delle tipologie di dati da conservare e delle caratteristiche di sicurezza e protezione richieste ai fornitori. Questi data center saranno collocati in Italia e a controllo italiano”. Così Colao in aula alla Camera durante il question time, rispondendo a un’interrogazione del Movimento 5 stelle sulle iniziative in merito agli obiettivi di digitalizzazione del Paese.

Come è delineato il cloud nazionale

Dunque il cloud nazionale è delineato: un partenariato pubblico-privato per la realizzazione dell’infrastruttura fisica, promossa da Palazzo Chigi, per un cloud nazionale su cui basare servizi e piattaforme del settore pubblico e privato.

Come raggiungere l’obiettivo

L’obiettivo da raggiungere attraverso una duplice iniziativa: la realizzazione del Polo strategico nazionale della pubblica amministrazione e l’impulso ad un grande partenariato pubblico-privato per la realizzazione del cloud pubblico italiano a cui partecipino le aziende italiane pubbliche e private con dimostrata competenza nel settore.

“Data center in Italia e a controllo italiano nel rispetto delle regole AgID”

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Il ministro ha indicato, chiaramente, anche i requisiti tecnici dei data center per il cloud delle PA.

“A garanzia della sicurezza dei dati connessi all’esercizio di funzioni essenziali dello Stato – ha chiarito il ministro Colao – le soluzioni cloud consentite alle amministrazioni pubbliche dovranno essere in ogni caso sviluppate:

  • nel rispetto del ‘perimetro di sicurezza nazionale cibernetica’ e
  •  dei requisiti di qualità, sicurezza, performance, scalabilità e portabilità definiti da AgID

“In tal modo”, ha aggiunto, “il nostro Paese potrà fruire dei servizi e delle infrastrutture cloud descritte, in linea con le iniziative avviate dall’Unione europea, sotto la direzione pubblica”.

In attesa un’infrastruttura nazionale indipendente, non verticalmente integrata, costituita da imprese sia private

Inizia l’attesa per la creazione di un’infrastruttura nazionale indipendente, non verticalmente integrata, costituita da imprese sia private sia partecipate dallo Stato, in grado di condividere infrastrutture fisiche (datacenter) e tecnologiche (cloud) da mettere a disposizione di chiunque operi in Italia, a condizioni eque e non discriminatorie, sulla base di una prassi consolidata nella regolazione e concorrenza europea e nazionale.  

Il commento di Fabio Bassan (Roma Tre):

“Il Ministro Colao ha tracciato il percorso di un cloud nazionale, che potrà essere federato a quelli di altri paesi europei, in prospettiva ‘Gaia’. Sovranità dei dati, infrastruttura cloud nazionale, sono obiettivi condivisi dai paesi europei e oggi concretamente realizzabili, se si coordinano le strutture che già esistono e si programmano in modo coerente quelle che ancora mancano. Certo, occorre visione e determinazione, che mi sembra a questo ministro e a questo governo non manchino. Poi, l’infrastruttura cloud nazionale è un obiettivo per il quale mi sono speso molto negli ultimi due anni, per cui non nascondo una certa soddisfazione nel vedere concretamente raggiungibile un traguardo che ritengo essenziale per lo sviluppo del paese”.

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