Giovedì pomeriggio 23 aprile 2020, presso la sede della Protezione Civile a Roma, a Saxa Rubra, è stato officiato il rito delle ore 18, ovvero la presentazione, da parte del Capo Dipartimento Angelo Borrelli dei “numeri della pandemia”: questo rito, con l’amara componente necrologica (la conta dei morti) sta per raggiungere la 60ª edizione, essendosi tenuta la prima conferenza (o “punto stampa”, come viene talvolta definito) il 28 febbraio 2020, ed essendo il Capo Dipartimento il portavoce “de facto” del Comitato Tecnico Scientifico istituito dallo stesso Borrelli il 3 febbraio 2020.
Va dato atto che, dal 28 febbraio, “lo Stato” ha manifestato quotidianamente la propria voce attraverso un suo rappresentante istituzionale: si ricordi infatti che la Protezione Civile è un Dipartimento della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
È altresì vero che, nel mentre, nell’arco di ormai quasi due mesi, si sono registrate le voci “istituzionali” più varie e disparate: senza dubbio comprensibile, anzi ovvia, quella del Presidente del Consiglio, ma ci sono state decine anzi centinaia di sortite più o meno improvvisate da parte di singoli Ministri, per non dire dei Presidenti delle Regioni.
E stendiamo velo pietoso su esperti, medici ed accademici, e finanche tuttologi dell’ultima ora, che sono intervenuti, spesso contraddicendosi nell’arco di pochi giorni o poche settimane. Il caso sintomatico più eclatante è senza dubbio quello del Presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, nelle sue oscillazioni tra “tutto bene” e “tutto male”, ovvero “tutto aperto” / “chiudiamo tutto” / “riapriamo tutto”… quasi una sindrome schizoide.
Perdurante assenza di regia istituzionale della comunicazione sulla pandemia
Abbiamo lamentato tante volte – anche su queste colonne – la totale assenza di una regia istituzionale della comunicazione sulla pandemia: deficitaria la Presidenza del Consiglio dei Ministri (che non è intervenuta per razionalizzare i flussi comunicazionali del Governo), deficitaria la Rai (che ha perso un’occasione perfetta per rilanciare il proprio profilo identitario).
Per oltre due mesi, peraltro, il Paese è stato “governato” da medici ed esperti sanitari (virologi, epidemiologi, infettivologi…).
In effetti, Giuseppe Conte ha sempre sostenuto e continua a ripetere che opera in “scienza e coscienza”, e che le decisioni che ha assunto sono sempre state validate dal Comitato Tecnico Scientifico, ovvero giustappunto da quell’organismo che è stato nominato dal Capo Dipartimento della Protezione Civile.
Soltanto da due settimane (da venerdì 10 aprile), “il gioco” è passato, parzialmente, in altre mani, ovvero nelle mani del Comitato di Esperti denominato per brevità “Task Force”.
Il Presidente del Consiglio ha dichiarato che si avvale della alta consulenza di questi due organismi: il primo (il Cts) nominato dal Capo Dipartimento (con una logica più comprensibile, come andremo a spiegare); il secondo (la Task Force), nominato da lui stesso (con criteri imperscrutabili).
I due organismi interagiscono tra loro: parzialmente, perché il Capo Dipartimento Angelo Borrelli ne è membro di diritto, così come il Commissario Straordinario Domenico Arcuri (che però – curiosamente – non è membro del “Comitato Tecnico Scientifico”).
Abbiamo già lamentato come l’entrata in scena del Commissario Arcuri abbia determinato una “duplicazione” di fonti informative istituzionali, perché alla quotidiana conferenza stampa del Dipartimento si è affiancata la conferenza stampa del Commissario, due volte a settimana.
Anzi, c’è stata una… “triplicazione”, perché si è anche affiancata la conferenza stampa settimanale dell’Istituto Superiore di Sanità, il cui Presidente, Silvio Brusaferro, è membro del Comitato Tecnico Scientifico.
Risultato? Per alcune settimane, i giornalisti ed i media (e, più in generale, tutta la popolazione) ha avuto 3 fonti informative istituzionali tre: Dipartimento, Commissario Straordinario, Istituto Superiore di Sanità. Sempre accantonando le già citate estemporanee sortite del Ministro Alfa o del Sottosegretario Beta, e dei Presidenti di Regione, e dei Sindaci di alcune città (particolarmente attivi, nell’arena mediale, senza dubbio, i Sindaci di Napoli e di Bari…).
Un’enorme confusione istituzionale, oltre che comunicazionale
Si è venuta a determinare una enorme confusione istituzionale, non soltanto a livello comunicazionale.
Alle 3 fonti istituzionali standard ovvero “luoghi decisionali” (Protezione Civile+Commissario Straordinario+Istituto Superiore di Sanità), si è aggiunta dal 10 aprile la mitica “Task Force”: la quale, però, nelle sue prime due settimane, ha deciso di… non comunicare!
Il Presidente Vittorio Colao non ha finora infatti rilasciato interviste, e non risulta esistere un “portavoce”, e nemmeno un addetto stampa.
I lavori della Task Force sono avvolti nel mistero più assoluto, fatto salvo lo “scoop” di qualche giornalista privilegiato (come Fiorenza Sarzanini sulle colonne del “Corriere della Sera”) che beneficia di una qualche gola profonda (che verosimilmente cerca di eterodirigere quel che “deve” uscire o meno).
Questo “mood” comunicazionale è intollerabile, perché offensivo dei giornalisti e, soprattutto, della popolazione tutta.
La cittadinanza ha diritto ad una informazione netta e chiara, univoca ed inequivocabile.
E qui non riaffrontiamo il tema della proliferazione di “Task Force”, di Ministeri e Regioni, perché siamo veramente oltre i limiti del ridicolo (sull’argomento rimandiamo a “Covid-19, confusione e ritardi. La ‘Fase 2’ nella più totale incertezza”, su “Key4biz” del 22 aprile 2020).
Borrelli assicura che Colao “comunicherà”
In attesa di avere segni di vita (comunicazionale) da parte della Task Force di Vittorio Colao, giovedì pomeriggio (23 aprile), abbiamo “approfittato” della conferenza stampa della Protezione Civile per porre due o tre domande al Capo Dipartimento, cui si deve dare atto di mostrare sempre una grande disponibilità, oltre che estrema pacatezza nei toni.
Come dire? Risponde sempre, ovvero – rectius – cerca di rispondere, nel qual caso si comprende che non risponde perché non sa (caso raro) ma soprattutto perché “non” può rispondere, dato che è vincolato da segreto e deontologia. O finanche da esigenze di opportunità politica, essendo egli un tecnico ovvero un dirigente apicale della pubblica amministrazione.
Come abbiamo segnalato, Angelo Borrelli è membro di diritto della Task Force presieduta da Vittorio Colao: non potendo porre il quesito a Colao, abbiamo quindi chiesto a Borrelli se, nell’economia della Task Force, la questione “comunicazione del Comitato di Esperti” è stata posto, da qualcuno dei 19 della eletta schiera.
Sia lunedì scorso sia giovedì, Borrelli ci ha risposto diplomaticamente: “premesso che gli interlocutori del Comitato Tecnico Scientifico così come della Task Force sono i rappresentanti istituzionali, ovvero in primis il Presidente del Consiglio, io posso confermare che la Protezione Civile ha sempre comunicato e – come vedete – continua a confrontarsi con la stampa, ma posso assicurare che il Presidente Coloa comunicherà”.
Comunicherà: come e quando non è dato sapere.
Forse dalla sua magione londinese?! Non per essere ipercritici: ma è possibile che la presidenza di un organismo così delicato e strategico venga effettuata… da Londra???
Surreale, se non fossimo nel Paese di Pulcinella ed Arlecchino. Ci è stato segnalato che se venisse in viaggio da Londra a Roma dovrebbe essere sottoposto a quarantena… No comment.
Attendiamo, fiduciosi e scettici al contempo.
Il rischio di un passaggio da un “dominio medico” ad un “dominio economico” nel governo della pandemia
Abbiamo quindi domandato al Capo Dipartimento, affiancato giovedì dal Presidente del Consiglio Superiore di Sanità Silvio Locatelli, se non si stesse assistendo al passaggio da una “regia medico-sanitaria” ad una “regia economico-lavorista” dell’emergenza, dato che, nei 17 esperti del Comitato presieduto da Colao (+ Borrelli e Arcuri), la maggioranza delle professionalità coinvolte è di tipo economico. Certo, il termine “regia” (così come “governo”), in questo scenario discretamente policentrico e confuso, potrebbe apparire eccessiva, ma…
Questa struttura della Task Force potrebbe riprodurre il grave errore della “Fase 1”, ovvero trascurare enormemente le conseguenze psico-sociali della pandemia, con particolare attenzione alla parte della popolazione più fragile: i bambini, anzitutto, ma anche i cittadini disabili, gli autistici, le persone con disturbi psichici…
Nella “Fase 1”, c’è stato un “dominio medico”, nel governo (…) della pandemia.
Nella “Fase 2”, ci sono le premesse per un “dominio economico”.
La dimensione psico-sociale appare marginale, o comunque marginalizzata nel “decision making”.
È certamente apprezzabile che nella Task Force siano stati innestati uno psicologo, un sociologo, uno statistico (queste 3 figure professionali le avevamo suggerite allo stesso Borrelli il 3 aprile) ed un esperto in disabilità, ma la maggioranza dei membri della Task Force di Colao è evidentemente competente in materia soprattutto economica. A riprova di ciò, si segnala che anche il sociologo è, in particolare, un esperto in sociologia economica (sulla questione del rischio di deriva economicista, rimandiamo a “Emergenza Covid-19: perplessità sull’approccio economicista sulla task force del Governo presieduta da Vittorio Colao”, sul “il Riformista” dell’11 aprile).
La questione psicologia è centrale
Il Capo Dipartimento ha dichiarato che la questione “psicologica” è ben sentita all’interno del Comitato Tecnico Scientifico: “a brevissimo, non voglio dirvi quando ma molto a breve, partirà un centro di ascolto psicologico con la collaborazione di quattro associazioni di nostri volontari per poter fornire supporto psicologico… il tema dell’aspetto psicologico di questa fase è un tema centrale”. È vero – ci permettiamo di commentare – è centrale, anzi assolutamente centrale, ma lo era anche “ex ante”, nelle prime settimane della pandemia, e non soltanto “ex post”, allorquando si avvia la “Fase 2”, e decine milioni di cittadini sono stati costretti ad una reclusione i cui effetti nel medio-lungo periodo sono tutti da verificare, nel loro andamento carsico. Una reclusione eccessiva, dettata da una “eletta schiera” di virologi ed epidemiologi che hanno guardato soprattutto al proprio ombelico, non alzando lo sguardo su tutto il resto: le conseguenze psico-sociale di un “lockdow” così radicale.
Crediamo invece che decisioni delicate ed importanti, anzi radicali, come “la chiusura” e “la riapertura” del Paese dovrebbero essere oggetto di un processo decisionale multidimensionale e multidisciplinare, e – non meno importante – trasparente.
Va anche denunciato come il “comando” del tutto sia stato avocato dall’Esecutivo, riducendo, anzi quasi azzerando il Parlamento, con l’alibi degli “esperti” (prima soltanto il Comitato Tecnico Scientifico ed ora anche la Task Force): Camera e Senato sono state coinvolte, tardivamente e superficialmente, a cose fatte, con un conato di decisionismo dal sapore autoritario, piuttosto in contrasto con le logiche della democrazia.
Comprendiamo l’urgenza dettata dall’emergenza, ma, col passare delle settimane, emergono molte perplessità sulla “tempistica” (e sul senso anche) delle decisioni assunte
Angelo Borrelli ci ha cortesemente risposto che, a parer suo, la Task Force “è ben assortita”, ed ha ricordato che questo Comitato di Esperti “deve fare proposte” e che, “in questa fase preliminare di formulazione di ipotesi, non è il caso di divulgare le linee guida”.
Premesso che le “linee guida” (illustrate ai sindacati nella sera di mercoledì 22 aprile) sono state in parte rivelate da qualche testata giornalistica privilegiata, si rinnova il problema centrale della “strategia di comunicazione istituzionale” del Governo, che si conferma frammentaria, discontinua, erratica.
Si invoca trasparenza, a partire dai verbali del Comitato Tecnico Scientifico
Invocare la massima trasparenza, allorquando i morti per la pandemia sono quasi 26mila ed i reclusi in casa circa 60 milioni di persone, è naturale e finanche un diritto.
Crediamo che sia auspicabile, a questo punto, prevedere l’istituzione di una Commissione Parlamentare di Inchiesta sulla Pandemia, da avviare nelle prossime settimane.
Ci sono troppe aree oscure, o comunque grigie, dei processi decisionali assunti dal Governo che richiedono trasparenza.
Peraltro, lo stesso Giuseppe Conte ha sempre rivendicato “trasparenza”: se le sue decisioni sono state effettivamente dettate o co-determinate dal Comitato Tecnico Scientifico, è naturale e legittimo chiedere di leggere i verbali delle riunioni del Cts.
Il Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità Franco Locatelli ha ricordato, giovedì, che il Cts si riunisce a cadenza quotidiana, e che ancora oggi lavora alacre: ne siamo ben lieti, ma, da cittadini (prima che da giornalisti e ricercatori), vorremmo presto leggere i verbali del Comitato Tecnico Scientifico così come quelli della Task Force.
In argomento, il professor Locatelli ha dichiarato di non essere d’accordo, ma il Capo Dipartimento, lunedì scorso, aveva dichiarato che era dell’idea che questi documenti potessero essere “de-segretati”, al netto di dati sensibili. Si resta in attesa di poter esercitare questo civico accesso.
Nelle more del Verbo del Presidente Vittorio Colao.
I 20 esperti che hanno co-governato l’Italia da febbraio ad aprile: finalmente nota la composizione integrale del “Comitato Tecnico Scientifico”
Infine, va segnalato che la composizione del Comitato Tecnico Scientifico del Dipartimento della Protezione Civile non era finora conosciuta pubblicamente nella sua completezza.
Dopo l’atto a firma Borrelli del 3 febbraio (l’“ordinanza” n. 630 ed il successivo decreto del Capo Dipartimento n. 371 del 5 febbraio), con una composizione originaria di 7 persone, non si aveva pubblica notizia delle integrazioni del Comitato.
Abbiamo quindi chiesto al Capo Dipartimento ed al gentilissimo Capo Ufficio Stampa della Protezione Civile, Piero Demilito, ed il 16 aprile abbiamo acquisito – in esclusiva ed in anteprima per “Key4biz” – l’elenco completo di quest’organismo che, per alcune settimane, ha “governato” ovvero “co-governato” (col Premier Giuseppe Conte e con il Ministro Roberto Speranza) il nostro Paese.
Comitato Tecnico Scientifico che in verità ancora sta “co-governando” il Paese, ormai in parallelo (o subordinatamente?!) alla Task Force di Vittorio Colao.
Si è quindi scoperto che il Comitato Tecnico Scientifico della Protezione Civile è attualmente formato da 20 persone (al netto del Capo Dipartimento).
L’atto formale della novella composizione (è un “Ocdpc”, acronimo di “Ordinanza del Dipartimento della Protezione Civile) è datato 18 aprile 2020 ed il decreto è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale di martedì 22 aprile 2020 (si segnala quindi che, dal 5 febbraio al 18 aprile, il Comitato Tecnico Scientifico si è avvalso anche della collaborazione di una pluralità di esperti, ma, fino al 18, in modo informale).
Qui di seguito quanto comunicatoci dal Dipartimento della Protezione Civile il 16 aprile 2020:
Composizione originaria del Comitato Tecnico Scientifico della Protezione Civile
(7 membri)
- Agostino Miozzo, Coordinatore dell’Ufficio Promozione e Integrazione del Servizio Nazionale della Protezione Civile del Dipartimento della Protezione civile (Coordinatore)
- Giuseppe Ruocco, Segretario Generale del Ministero della Salute;
- Claudio D’Amario, Direttore Generale della Prevenzione Sanitaria del Ministero della Salute
- Mario Dionisio, Direttore dell’Ufficio di Coordinamento degli Uffici di Sanità Marittima, Aerea e di Frontiera del Ministero della Salute;
- Francesco Paolo Maraglino, Direttore Scientifico dell’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive “Lazzaro Spallanzani”;
- Silvio Brusaferro, Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss);
- Alberto Zoli, componente designato dal Presidente della Conferenza delle Regioni e Province autonome.
Il Comitato Tecnico Scientifico è stato di recente integrato (13 ulteriori membri):
Precisa il Dipartimento: “Poiché l’ordinanza n. 630/2020 prevede che il Comitato Tecnico-Scientifico possa essere integrato in relazione a specifiche esigenze e rilevato che la composizione del Cts, dalla data di istituzione, è stata più volte integrato da esperti in relazione a specifiche esigenze e, in ragione della particolare complessità delle materie trattate, si è reso necessario formalizzare l’integrazione con i rappresentanti”:
- Achille Iachino, Direttore Generale dei Dispositivi Medici e del Servizio Farmaceutico del Ministero della Salute;
- Sergio Iavicoli, Direttore Dipartimento di Medicina, Epidemiologia, Igiene del Lavoro e Ambientale dell’Istituto Nazionale Assicurazione Infortuni sul Lavoro (Inail);
- Nicola Magrini, Direttore Generale dell’Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa);
- Nicola Sebastiani, Ispettore Generale della Sanità Militare del Ministero della Difesa;
- Andrea Urbani, Direttore Generale della Programmazione sanitaria del Ministero della salute.
“Inoltre, con i seguenti esperti”: - Massimo Antonelli, Direttore del Dipartimento Emergenze, Anestesiologia e Rianimazione del Policlinico Universitario “Agostino Gemelli”;
- Roberto Bernabei, Direttore del Dipartimento Scienze dell’Invecchiamento, Neurologiche, Ortopediche e della Testa-collo del Policlinico Universitario “A. Gemelli”;
- Fabio Ciciliano, dirigente medico della Polizia di Stato, esperto di Medicina delle Catastrofi;
- Ranieri Guerra, rappresentante dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms);
- Franco Locatelli, Presidente del Consiglio Superiore di Sanità (Css) del Ministero della Salute;
- Francesco Maraglino, Direttore dell’Ufficio Prevenzione delle Malattie Trasmissibili e Profilassi internazionale del Ministero della Salute;
- Luca Richeldi, Direttore Uoc Pneumologia del Policlinico Universitario “A. Gemelli”, Presidente della Società Italiana di Pneumologia;
- Alberto Villani, Responsabile Uoc Pediatria Generale e Malattie Infettive dell’Ospedale pediatrico “Bambino Gesù”, Presidente della Società Italiana di Pediatria.