La parte più importante del PNRR è quella dedicata a formare le competenze digitali degli italiani, perché circa un terzo dei cittadini n’è sprovvisto. A sottolineare questo dato è stato Vittorio Colao.
“26 milioni di cittadini, dai 16 ai 74 anni, in Italia non hanno competenze digitali di base. Il 17% di questi non ha mai utilizzato Internet e il 38% delle donne non hanno competenze digitali di base”, ha detto il ministro per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale intervenuto a Cagliari al XXV Congresso Nazionale di Acri dal titolo “Lungo le strade dell’uguaglianza”.
“La tecnologia può aumentare le disuguaglianze”
Spesso si dice che la tecnologia digitale può ridurre le disuguaglianze, ma non lo è apriori. Anzi la tecnologia può aumentare le disuguaglianze e allargarle significativamente. Così ha iniziato l’intervento Colao.
“Si stima”, ha aggiunto il ministro, “circa il 10% degli studenti nelle economie avanzate ha avuto un ritardo di apprendimento significativo durante la pandemia a causa di un mancato accesso all’educazione digitale. Invece, altri studenti, che hanno avuto la possibilità di seguire le lezioni a distanza hanno accelerato il loro apprendimento. Questo gap si è allungato in modo significativo”.
E per ridurre le disuguaglianze ed accrescere le competenze digitali in Italia il governo ha stanziato fondi nel PNRR, che “non deve essere visto come un progettificio, ma è qualcosa di caldo, di sociale per dare a tutte le zone del Paese le stesse occasioni anche entro anche 10 anni”, ha garantito Colao.
Il PNRR per lavorare contro le disuguaglianze
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza punta a contrastare il divario digitale con tre aree di investimento, ha spiegato il ministro:
- Infrastrutture
- Servizi
- Competenze
“Con le infrastrutture a banda larga”, ha detto Colao, “vogliamo ridurre l’esclusione sociale di persone e territori connettendo tutte le zone meno connesse e offrire a tutti le stesse condizione di accesso alle tecnologie”.
Mentre, “con la digitalizzazione dei servizi, come la Sanità digitale, vogliamo avvicinare i cittadini alle PA e facilitare questo rapporto”, ha garantito il ministro.
300 milioni per il fondo della Repubblica digitale: “il Venture Capital del sociale”
Infine, per accelerare la formazione delle competenze digitali il PNRR prevede
3 interventi per un totale di 500 milioni di euro.
- Il servizio civile digitale: entro il 2024 10mila volontari fornire competenze digitali a 1 milione di cittadini.
- 3mila punti di facilitazione digitale: 2 milioni di cittadini, di tutte le età, da formare digitalmente con giovani-facilitatori.
Questi due progetti saranno finanziati con 195 milioni di euro.
- Invece 300 milioni per realizzare il fondo della Repubblica digitale. Investirlo in 5 anni per la formazione delle competenze.
“Vogliamo finanziare i migliori progetti, non a pioggia, e scalare quelli che hanno i migliori risultati”, ha spiegato Vittorio Colao. “È l’unico progetto dedicato unicamente al Terzo Settore. È il Venture Capital del sociale”. E per questo progetto”, ha aggiunto, “abbiamo firmato il Protocollo con ACRI.
“La tecnologia non inclusiva è apriori”, ha concluso Colao, “ma può essere un’alleata per l’inclusione sociale. Per farlo occorre attivare il quadrilatero virtuoso: Pa, imprese, università e Terzo Settore”.