Il 10 febbraio 2020 le concentrazioni giornaliere di diossido di carbonio, elemento più conosciuto con la sigla CO2, hanno segnato un nuovo record mondiale, raggiungendo le 416.08 ppm (parti per milione). Un dato allarmante, che ci deve indurre a prendere coscienza che
Una tendenza che era già stata anticipata a fine gennaio dalle dichiarazioni del professore Richard Betts del Met Office, riprese dal quotidiano britannico The Independent, che si interrogava sulla possibilità di sforare le 417 ppm già a maggio prossimo, a causa dei devastanti incendi australiani di fine 2019.
Stando agli studi effettuati dal MIT di Boston, i roghi giganteschi che hanno interessato per settimane la costa orientale dell’Australia, tra lo Stato di Victoria e il Nuovo Galles del Sud, potrebbero aver immesso in atmosfera qualcosa come 400 milioni di tonnellate di CO2, equivalente alle emissioni medie annue di 116 nazioni (tra quelle che inquinano di meno).
Secondo altre stime, la CO2 emessa in Australia equivale a quella emessa in anno dal Regno Unito, oppure alla metà di tutte le emissioni generate dai voli aerei effettuati nel 2018.
La strada sembra segnata, anche guardando ai dati provenienti dall’Osservatorio Mauna Loa delle Hawai (NOAA-ESRL) e dalla Nasa stessa. A febbraio 2020 si stanno superando le 416 ppm (412ppm l’anno scorso di questo periodo), a gennaio 2020 si sono toccate le 413.4 ppm (gennaio 2019 oltre le 410 ppm), a dicembre 2019 stavamo a 411.85 ppm (409.23 nel dicembre 2018), a novembre 2019 le 410.88 ppm mentre a settembre 2019 avevamo toccato le 408.55 ppm (405 ppm a settembre 2018 e 403.27 a settembre 2017).
Un trend in crescita costante, confermato anche dalla Nasa, che a dicembre 2019 ha diffuso il dato di 412 ppm di concentrazioni mondiali di CO2 (novembre 412.26 ppm, ottobre 411.95, settembre 412.14 ppm.
Dal 1958 ad oggi, le emissioni di CO2 sono aumentate del 30%, secondo dati del Met Office britannico. Nel 2019 il picco massimo di CO2 raggiunto è stato di 414.7 ppm.
Entro la metà del secolo, se continuiamo così, arriveremo a concentrazioni stimate dallo Scripps CO2 Program tra 500 e 550 ppm. Un dato drammatico, se riflettiamo che per migliaia di anni la concentrazione media di CO2 nel nostro pianeta è oscillata tra 170 e 280 ppm.
Al momento, visti i dati raccolti e il nuovo record, sappiamo che per ritrovare dati di CO2 superiori alle 400 ppm dobbiamo tornare indietro di oltre 800 mila anni, qualcuno ipotizza anche fino a 3 milioni di anni fa, quanto noi non c’eravamo e la Terra era molto diversa da oggi.