Il prezzo del “ritorno alla normalità”
La ripresa economica evocata da più parti per superare l’emergenza sanitaria mondiale legata alla pandemia di Covid-19 si sta materializzando in questi ultimi mesi, ma certamente non è indolore e soprattutto rimane assolutamente incerta.
La guerra in Ucraina ha rimesso tutto in discussione e quel fragile “ritorno alla normalità”, annunciato dai principali Paesi europei e del resto del mondo, come nuova fase di ripresa e resilienza, sembra già un lontano slancio di fiducia, sgretolato dall’avanzata dei cingolati russi verso Kiev e dai bombardamenti dell’aviazione di Mosca.
Quel poco di ritorno alla normalità che c’è stato, però, ha subito lasciato un segno molto evidente, una nuova impronta ecologica, con l’aumento repentino delle emissioni di diossido di carbonio (CO2) e degli altri gas serra, tra cui il metano, legato proprio alla ripresa delle attività industriali e dell’economia globale.
Tornano a crescere le emissioni di CO2 nel 2021
Secondo l’agenzia internale dell’energia (Iea), nel 2021 le emissioni di CO2 sono arrivate a 36,3 miliardi di tonnellate, il 6% in più sul 2020.
Il 40% di queste è legato all’impiego massiccio di carbone, con il raggiungimento l’anno scorso del suo picco storico di 14,3 miliardi di tonnellate.
7,5 miliardi di tonnellate di CO2, invece, derivano dai maggiori consumi di gas naturale, mentre diminuiscono quelle sprigionate dallo sfruttamento di petrolio, a 10,7 miliardi di tonnellate.
La geografia dell’inquinamento
A livello geografico, è la Cina il primo produttore di emissioni inquinanti nel biennio 2020-2021 (+750 milioni di tonnellate), raggiugendo 12 miliardi di tonnellate (il 33% del totale mondiale), seguita dagli Stati Uniti, che però l’anno passato hanno registrato una riduzione del 4% rispetto al dato del 2019.
Il dato relativo alle emissioni di CO2 diminuisce anche in Giappone del 3,7% rispetto al 2020 e in Europa del 2,4%.
Decrescono anche le emissioni pro-capite, che in tutte le economie avanzate si attestano su 8,2 tonnellate, 8,4 tonnellate in Cina.
La crescita delle fonti rinnovabili
Contemporaneamente, però, sono andate crescendo anche le fonti energetiche rinnovabili e la generazione di energia elettrica pulita.
Secondo il Rapporto, infatti, le rinnovabili hanno raggiunto il massimo storico, superando gli 8.000 terawattora (TWh) di capacità installata nel 2021, con un accumulo di 500 TWh oltre il livello raggiunto nel 2020.
La produzione di energia eolica e solare fotovoltaica è infine aumentata rispettivamente di 270 TWh e 170 TWh, mentre quella dall’idroelettrico è diminuita a causa degli effetti della siccità, in particolare negli Stati Uniti e in Brasile.