Anche l’Europa tira dritto verso l’economia a basse emissioni di carbonio (low carbon economy), grazie all’accordo di Parigi (COP 21) e alle line guida definite nei giorni scorsi e finalizzate a stabilire il percorso per tutti gli Stati membri verso la green economy e l’industria energeticamente sostenibile.
Un paio di anni fa è stato concordato da tutti un impegno costante nel ridurre collettivamente le emissioni di gas a effetto serra di almeno il 40% entro il 2030, rispetto ai livelli del 1990 in tutti i settori dell’economia.
Le nuove proposte indicate dalla Commissione in tema di sostenibilità energetica, di competitività e di inquinamento, indicano i nuovi obiettivi annuali vincolanti in materia di emissioni di gas a effetto serra per il periodo 2021-2030 nei settori dei trasporti, dell’edilizia, dell’agricoltura, dei rifiuti, dell’uso del suolo e della silvicoltura, in quanto fattori che contribuiscono all’azione dell’UE per il clima (si vedano le schede informative MEMO/16/2499 e MEMO/16/2496).
L’Unione dell’energia sta dando risultati e ne darà sempre di più nei prossimi anni in chiave di competitività economica, di economia circolare e di economia a basse emissioni di gas serra: “Con la proposta di riforma del sistema di scambio delle quote di emissione dello scorso anno e la proposta odierna sugli obiettivi per gli Stati membri in materia di emissioni di gas a effetto serra, abbiamo integrato nella normativa il quadro per il clima e l’energia 2030 – ha dichiarato in una nota ufficiale Maroš Šefčovič, Vicepresidente responsabile dell’Unione dell’energia – e stiamo procedendo con determinazione verso un sistema dei trasporti a emissioni zero”.
Al fine di raggiungere tutti gli obiettivi che l’Ue si è posta, in modo efficace sotto il profilo dei costi, i settori dell’industria e dell’energia inclusi nel sistema di scambio delle quote di emissione dell’UE (ETS) dovranno ridurre le emissioni del 43% entro il 2030 rispetto al 2005. Altri settori dell’economia, quali trasporti, edilizia, agricoltura, rifiuti, uso del suolo e silvicoltura, dovrebbero ridurre le emissioni del 30% entro il 2030 rispetto al 2005.
Strumenti finanziari
Oltre il 50% degli investimenti approvati finora riguarda aspetti pertinenti al clima. Il Fondo europeo per gli investimenti strategici, in quanto parte del piano di investimenti per l’Europa, è prossimo al conseguimento dell’obiettivo di mobilitare almeno 315 milioni di euro per investimenti supplementari nell’economia reale entro la metà del 2018. Inoltre, la Commissione si adopera per garantire che la spesa di bilancio dell’Ue sia allineata con gli obiettivi in materia di clima. Almeno il 20% dell’attuale bilancio dell’UE è esplicitamente connesso al clima.
Di seguito la tabella ufficiale per obiettivi proposti e accesso a nuovi tipi di flessibilità.