Migliorano i dati sui consumi finali di energia a +1,7% nei primi tre mesi dell’anno e si registra un’ottima crescita della produzione di energia elettrica, con un incremento del 6,4%. Sono questi i primi risultati dell’Analisti trimestrale condotta dall’Enea sul sistema energetico nazionale.
Se non mancano le buone notizie, nel Report dell’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (o più semplicemente Enea) si evidenziano anche notevoli criticità tutte ancora da affrontare e risolvere, soprattutto sul fronte della sicurezza, dei prezzi e delle emissioni di anidride carbonica, con un indice ISPRED (strumento per la misurazione della transizione del Sistema energetico nazionale sulla base degli indicatori sicurezza, pressi e CO2) che registra una diminuzione del 10% su base annua.
Il forte aumento della produzione interna di elettricità e la ripresa della domanda di gas per usi finali hanno determinato il secondo incremento trimestrale consecutivo delle emissioni di CO2 (+2,8%), che quest’anno potrebbero raggiungere livelli simili a quelli del 2013.
“L’inverno 2016/2017 – ha spiega Francesco Gracceva, l’esperto ENEA che ha coordinato l’Analisi – ha fatto emergere alcune fragilità del nostro sistema energetico che negli ultimi anni erano state sottovalutate e mostrato come la transizione energetica continui a presentare aspetti problematici. Le nostre simulazioni così come quelle di ENTSO-E, l’Associazione europea dei gestori delle reti elettriche, evidenziano che nel corso dell’estate potrebbero verificarsi problemi di adeguatezza, in particolare nel Centro-Nord, qualora si verificasse un mix di condizioni estreme con alte temperature, bassa produzione da fonti rinnovabili non programmabili e bassa idraulicità”.
Nello specifico, si legge in una nota divulgata dall’Enea, emerge dall’Analisi che nel primo trimestre 2017 i consumi di energia primaria sono tornati a crescere (+0,9%), trainati dal forte aumento dell’utilizzo di gas (+9%), mentre i consumi finali sono aumentati dell’1,7%, con un +3% nel civile, per effetto delle condizioni climatiche (sono i mesi più freddi dell’anno, da gennaio a marzo) e un +2% nell’industria per la ripresa della produzione.
In crescita anche la produzione elettrica nazionale (+6,4%), con una quota di termoelettrico pari al 73% del totale (con punte del 77% a gennaio), un livello che non si registrava da un decennio. In sensibile calo, invece, l’import di elettricità (-29%), anche se in misura minore rispetto al -60% del IV trimestre 2016.
“Questo insieme di elementi ha determinato un periodo transitorio di forti rialzi dei prezzi sulla borsa elettrica, fino a 94 euro/MWh di media giornaliera nella zona Nord a gennaio”, è evidenziato nel documento.
Tre fattori hanno determinato questo scenario:
- il forte calo delle importazioni di elettricità (con un picco di -68% a gennaio) per il fermo temporaneo di parte degli impianti nucleari francesi tra fine 2016 e inizio 2017;
- la scarsa idraulicità che ha determinato una diminuzione della produzione idroelettrica che prosegue ormai da due anni;
- la progressiva sostituzione del carbone con gas, un trend iniziato nel 2016.
“Questi tre elementi hanno spinto la ripresa del ruolo del gas che nel I trimestre 2017 ha segnato + 18% dopo il +27% del IV trimestre 2016”.
E in relazione al sistema gas, i picchi di domanda vicini ai massimi storici (425 Mm3) hanno indotto i decisori a raccomandare un aumento delle importazioni con un impatto sui prezzi che, sempre a gennaio, sul mercato all’ingrosso italiano sono stati di quasi 4€/MWh più alti rispetto al resto d’Europa.