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Cloud, un mercato servizi da 186 miliardi di dollari a rischio monopolio

Il cloud pubblico negli ultimi anni si è affermato rapidamente in tutto il mondo. Si stima che per l’anno in corso il tasso di crescita sarà alla fine del 21,5%, per un valore di mercato che entro la fine dell’anno sarà pari a 186,4 miliardi di dollari.

Dopo una prima fase di studio e attesa, tutte le industrie e le grandi imprese si sono lanciate nel settore dei servizi cloud, soprattutto del Software as a Service (SaaS) dell’Infrastructure as a Service (IaaS), segmenti che si calcola raggiungeranno, rispettivamente, i 74 miliardi di dollari e i 41 miliardi di dollari di ricavi entro il 2018.

Segmento IaaS che per quest’anno dovrebbe registrare una crescita del 36%, per un mercato, secondo dati Gartner, che per il 70% circa sarà appannaggio di una decina di provider di livello globale entro il 2021 (nel 2016 era il 50%).

Un settore in salute, quindi, che ha ottime opportunità di accrescere guadagni e ricavi, con grande capacità di attrarre nuovi investitori. Il problema, secondo Andy Young, technical architect e sviluppatore di Saggezza, intervistato da Data-economy.com, è che tale mercato mondiale, così com’è, è sempre più un terreno di gioco per pochi player globali.

Un recente Report di Gartner ha ridotto il numero di provider di un certo livello da 14 a 6. Non era mai successo prima e Gartner normalmente riesce sempre a dare conto dell’intero panorama mondiale, includendo tutti. Questo significa che sta accadendo qualcosa sui mercati internazionali del cloud”, ha precisato Young.

In effetti, ha spiegato lo sviluppatore, il numero di grandi fornitori su scala mondiale di servizi, hardware, software e infrastrutture per il cloud è ridotto a pochi grandi operatori: “Il mercato si sta concentrando su un elevato livello di cloud hyperscale e qui sono due praticamente i player a cui tutti si rivolgono, Amazon e Microsoft”.

Amazon controlla il 70% del mercato americano dei data center e oltre un terzo del mercato del cloud pubblico mondiale. Subito dopo c’è Microsoft, quindi Google, IBM, Oracle e la new entry Alibaba.

Due giganti che controllano la gran parte del mercato, quindi, con i piccoli e meno performanti provider costretti ad abbandonare il campo: “Questo non comporta una battuta di arresto per il mercto IaaS, ad esempio, ma semplicemente la nascita di un monopolio”, ha dichiarato Young.

Cosa che in termini di crescita del settore non crea grandi problemi, e in effetti il mercato dei servizi cloud continuerà a crescere forte, almeno fino all’anno prossimo, secondo le stime più autorevoli, per poi stabilizzarsi, le criticità infatti arrivano quando un’azienda decide di cambiare fornitore. A chi si può rivolgere se nessun altro può garantire le competenze e le capacità tecniche e tecnologiche hyperscale di Amazon Web Service o Microsoft Azure? In che modo migrare tutto e cambiare standard senza impattare sulle proprie attività e senza subire perdite o mettere a rischio dati sensibili? È questo il problema principale”.

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