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“Cloud sovrano e AI in settori chiave per Ue”. La ricetta Draghi

Se gli USA non avessero le Big Tech e le altre aziende tecnologiche leader nel mondo, l’Europa avrebbe avuto lo stesso livello di produttività degli Stati Uniti nel periodo 2000-2019. E, questa è la sorpresa, tra il 2013 al 2019, escludendo i principali settori ICT, l’Ue avrebbe superato la produttività degli USA di un certo margine. Queste proiezioni sono presenti nel Rapporto “il Futuro della Competitività per la Ue” presentato oggi da Mario Draghi.

Per l’ex premier italiano l’Unione europea deve necessariamente accelerare e puntare cospicui investimenti su 3 asset: Innovazione (“con l’applicazione dell’intelligenza artificiale nei settori in cui l’Europa è specializzata”), decarbonizzazione(“con un piano coerente per raggiungerla”), e sulla Difesa (“l’Europa non può più contare su altri per la propria sicurezza”). Solo per rilanciare l’Innovazione secondo Draghi l’Ue dovrebbe mettere sul piatto 200 miliardi di euro ogni 7 anni e “istituire un’Unione della Ricerca e dell’Innovazione che porti a una formulazione congiunta di una strategia e di una politica comuni”.

Mentre alcuni settori digitali sono probabilmente già ‘persi’ come il cloud computing, l’Europa ha ancora l’opportunità di capitalizzare sulle future ondate di innovazione digitale”, sostiene Draghi.

Ecco le 3 mosse che consiglia: 

Cloud sovrano. “In primo luogo, è importante che le aziende dell’UE mantengano un punto d’appoggio in aree in cui è richiesta la sovranità tecnologica, come la sicurezza e la crittografia (soluzioni come il “cloud sovrano”). 

L’ex presidente della BCE consiglia alla nuova Commissione Ue di dar vita a un cloud sovrano per avere un’indipendenza tecnologica e dei servizi nella sicurezza e la crittografia: settori in cui è troppo rischioso affidare le chiavi a soggetti extra-Ue. 

Settore tecnologico forte e non con una “regolamentazione incoerente e restrittiva” che grava sulle PMI e sugli innovatori. Draghi, da uomo di economia, ha criticato Bruxelles per la sua iper-regolamentazione: in Europa ci sono circa 100 leggi incentrate sulla tecnologia con 270 regolatori nazionali.

“Sebbene le ambizioni del GDPR e dell’AI Act siano lodevoli”, ha detto, “la loro complessità e il rischio di sovrapposizioni e incongruenze possono minare gli sviluppi nel campo dell’AI da parte dei player dell’industria dell’UE”

Ha rincarato la dose poi in conferenza stampa: “Con questa legislazione, stiamo uccidendo le nostre aziende”, sottolineando che la regolamentazione favorisce i grandi operatori poiché le PMI hanno meno risorse per la conformità. Per mitigare questo onere normativo, Draghi suggerisce di armonizzare i regimi nazionali di sandbox dell’AI, semplificare l’attuazione del GDPR ed evitare contraddizioni tra le due leggi di riferimento. Anche i potenziali ostacoli normativi dovrebbero essere valutati periodicamente. “Ci sono barriere che portano le aziende in Europa a ‘restare piccole’ e a trascurare le opportunità del mercato unico”, ha osservato l’ex premier.

Dal 2008 al 2021 nati in Europa 147 Unicorni, il 40% ha trasferito sede all’estero e la stragrande maggioranza trasferita negli USA

La Relazione Draghi raccomanda, quindi, l’adozione di una legge dell’UE sullo sviluppo del cloud e dell’intelligenza artificiale per migliorare l’infrastruttura informatica e le capacità di intelligenza artificiale e avviare piani per integrare verticalmente i modelli di intelligenza artificiale in settori strategici per l’Europa.

E veniamo al terzo punto.

“Integrare AI verticalmente nei settori in cui l’Europa è specializzata: nella farmaceutica, automotive, trasporti e energia”

Automotive, produzione avanzata e robotica, energia, Tlc, agricoltura, aerospaziale, difesa, previsioni ambientali, farmaceutica e assistenza sanitaria: sono i 10 settori chiave, strategici per l’Ue in cui Draghi raccomanda di applicare l’intelligenza artificiale. “Ci sono già chiari segnali che l’AI”, ha spiegato, “rivoluzionerà diversi settori in cui l’Europa è specializzata e sarà cruciale per la capacità delle aziende dell’UE di rimanere leader nel loro settore”.

Ad esempio, l’intelligenza artificiale cambierà radicalmente il settore farmaceutico, ha detto Draghi, tramite i cosiddetti ‘prodotti combinati’ – prodotti terapeutici e diagnostici che combinano farmaci, dispositivi e componenti biologici – che integrano sistemi di somministrazione di medicinali con algoritmi di intelligenza artificiale ed elaborano dati di feedback in tempo reale. Si stimano guadagni di 60-110 miliardi di dollari all’anno dai casi d’uso dell’intelligenza artificiale nei settori farmaceutico e dei dispositivi medici”. 

L’intelligenza artificiale trasformerà anche il settore automobilistico, ha aggiunto Draghi, poiché gli algoritmi (generativi) basati sull’intelligenza artificiale migliorano la progettazione dei veicoli ottimizzando strutture e componenti, migliorano le prestazioni e riducono l’uso di materiali e ottimizzano le catene di fornitura prevedendo la domanda e semplificando le operazioni logistiche.

Si prevede che l’intelligenza artificiale ridurrà gli inventari nel settore automobilistico, accelererà il time-to-market da R&D e aumenterà la produttività del lavoro. 

L’adozione dell’intelligenza artificiale nel trasporto merci e passeggeri, ecco un altro esempio fatto dall’ex premier italiano, consentirà funzioni sempre più automatizzate per fornire sicurezza e qualità, navigazione e ottimizzazione del percorso, manutenzione predittiva e riduzione di carburante o potenza.

Il settore energetico, ha concluso, sta già implementando ampiamente l’intelligenza artificiale, con oltre 50 casi d’uso oggi che vanno dalla manutenzione della rete alla previsione del carico. Tuttavia, sono ancora disponibili grandi guadagni: le stime del valore di mercato per le future applicazioni dell’AI nel settore raggiungono i 13 miliardi di dollari. 

“Non avere paura dell’AI, ma fornire ai lavoratori competenze e formazione per utilizzarla. Creare un modello di AI federato”

Draghi dà anche un consiglio ai lavoratori e datori di lavoro su come approcciare all’intelligenza artificiale, non deve essere vista come uno spauracchio, perché “in Europa è stato finora un miglioramento del lavoro, piuttosto che una sostituzione del lavoro”.

“A differenza delle precedenti ondate di informatizzazione, i lavori dei lavoratori più qualificati saranno probabilmente più esposti”, ha detto. “Fornire ai lavoratori competenze e formazione adeguate a utilizzare l’AI può tuttavia contribuire a rendere i benefici dell’IA più inclusivi”.

Dovrebbe essere sviluppato un modello di AI federato basato sulla cooperazione tra infrastrutture pubbliche e private per fornire potenza di formazione di AI e servizi cloud per aumentare la scala competitiva dell’Ue. Questa è un’altra raccomandazione per la nuova Commissione Ue.

E come trovare gli investimenti per fare tutto questo? “Servono investimenti doppi al Piano Marshall, con nuovo debito comune Ue sul modello NextGenerationUe”

“Se le condizioni politiche e istituzionali sono presenti, l’Ue dovrebbe continuare – basandosi sul modello del NextGenerationEu – a emettere strumenti di debito comune, che verrebbero utilizzati per finanziare progetti di investimento congiunti volti ad aumentare la competitività e la sicurezza” europea, si legge nel report sulla competitività di Mario Draghi.

“Il fabbisogno finanziario necessario all’Ue per raggiungere i suoi obiettivi è enorme” e per raggiungere gli obiettivi indicati nel rapporto Draghi “sono necessari almeno 750-800 miliardi di euro di investimenti aggiuntivi annui, secondo le ultime stime della Commissione, pari al 4,4-4,7% del Pil dell’Ue nel 2023”. “Per fare un paragone”, ha concluso Draghi, “gli investimenti del Piano Marshall nel periodo 1948-51 equivalevano all’1-2% del Pil dell’Ue”.

Ma non bastano solo i finanziamenti. Per esempio per le start-up e scale-up il Rapporto consiglia di adottare un nuovo statuto giuridico a livello di UE con il quale assegnare alle aziende un’unica identità digitale valida in tutta l’Ue senza dover aprire una società in ogni Stato membro.

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