Più scalabilità, meno legacy e riduzione di consumi ed emissioni delle reti Tlc. Questi i vantaggi derivanti dall’ultimo trend sempre più emergente nel campo delle Tlc, vale a dire il crescente connubio fra Cloud e reti. Obiettivo aprire il mercato a diversi player e rompere il legame forzato con determinati vendor di attrezzature, grazie alla disaggregazione fra hardware e software con l’Open RAN, puntando su tecnologie sempre più virtualizzate in ottica di condivisione open source. Questi in estrema sintesi i temi affrontati all’evento organizzato da JMA Wireless nella sua sede di Castel San Pietro, in provincia di Bologna, dove il produttore specializzato in tecnologie e software per i sistemi mobili ha chiamato a raccolta diversi partner ed esponenti del mondo accademico ed istituzionale per fare il punto sulla industry delle Tlc. Un evento in presenza, finalmente, dopo il periodo della pandemia.
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Chi c’era all’evento JMA
All’evento hanno preso la parola Remo Ricci amministratore delegato di JMA Teko, Giovanni Emanuele Corazza Università di Bologna, presidente della Fondazione Marconi, Nicola Blefari Melazzi, Università di Roma Tor Vergata, direttore del CNIT, Giovanni Ferigo amministratore delegato di INWIT, Daniele Franceschini, responsabile Innovation, Standard, IPR & Portfolio in TIM, Franco Callegati, Università di Bologna, Nicola Marziliano, VP International Telco sales di WindRiver, Andrea Detti, Università di Roma Tor Vergata, Vincenzo Petrone, Industry Technical Specialist – Telco & Cloud Service Providers di Intel, Francesco Sorrentino Business Development Telco & Edge Cloud Solutions EMEA di VmWare, Mauro Macchi Pre Sales Director Sud Europa di Cisco, Massimo Notargiacomo CTO di JMA Teko e Mauro Braghiroli, CEO di Next Reply.
Remo Ricci (JMA Teko): ‘Cloud fondamentale per migliorare la performance delle reti Tlc’
“L’obiettivo di JMA è contribuire a creare un ecosistema, di cui noi vogliamo fare parte – ha detto Remo Ricci amministratore delegato di JMA Teko – oggi il tema è il Cloud. L’obiettivo è un ordinamento più efficiente, più efficace e più ordinato del trasporto dati per essere meno vincolati al legacy ma anche per garantire maggiore scalabilità e più efficienza alle reti anche in termini di consumi energetici”.
JMA assume altre 50 risorse
Passando all’azienda che dirige, Remo Ricci lancia poi un appello ai ragazzi: “Candidatevi, stiamo cercando altre 50 risorse dopo le 25 che abbiamo assunto da settembre ad oggi”, ha detto Ricci.
Giovanni Emanuele Corazza (Fondazione Marconi): ‘Cloud RAN, una manifestazione umana nel solco del simbolismo’
Il percorso che va dal fisico al simbolico, dal reale al virtuale è una caratteristica tipica della storia dell’umanità dai suoi albori ai giorni nostri. Un percorso che attraversa la semiotica, l’antropologia, l’archeologia, l’economia, la cristologia, la fisica, le telecomunicazioni, la cibernetica, il metaverso per finire con il tattilismo di marinettiana memoria. Ed è in questo percorso che si inserisce anche il progressivo affermarsi del paradigma Cloud RAN, dice Giovanni Emanuele Corazza dell’Università di Bologna, presidente della Fondazione Marconi. Dalla comunicazione non verbale alla musica, passando per il linguaggio grafico preverbale, attraverso i graffiti (destinati a persone non presenti fisicamente in loco) l’uomo ha poi continuato il suo percorso di superamento della fisicità “dalla moneta alla sua virtualizzazione con le criptovalute”, ha detto Corazza, che in questo solco ha sottolineato anche il passaggio tipico delle telecomunicazioni “dalle reti wired a quelle wireless”, citando poi il metaverso come ulteriore passaggio nel quadro della dematerializzazione della realtà. Il Cloud RAN è quindi il risultato simbolico di una configurazione di rete dematerializzata, ottenuta attraverso il significante di una istanza software.
Francesco Sorrentino (VmWare): ‘Creiamo un ecosistema per le telco cloudificate’
“Il telco cloud rappresenta una rivoluzione, un shift completo per le telecomunicazioni – ha detto Francesco Sorrentino, Business Development Telco & Edge Cloud Solutions EMEA di VmWare – d’altro canto, la trasformazione digitale non poteva non toccare anche le Tlc. Il beneficio del Cloud sta nella sua caratteristica di tecnologia orizzontale e multivendor, che porta la virtualizzazione tipica del mondo IT anche nelle Tlc. Sta a noi adesso creare un ecosistema per le telco cloudificate”.
Nicola Marziliano (Wind River): ‘Telco Cloud apre a reti private e aziendali’
“Alcuni operatori si stanno già muovendo concretamente verso il telco cloud, fra questi la giapponese Rakuten e l’americana Verizon – racconta Nicola Marziliano, VP International Telco sale di Wind River – Perché farlo? Perché il 5G apre a nuovi ambiti come ad esempio il private enterprise network che fino ad oggi era stato difficile seguire”. L’idea è che quando, non troppo in là nel tempo, ci saranno miliardi di device connessi, sarà necessario intervenire per gestire un traffico in espansione clamorosa. “Serviranno delle tecnologie scalabili e con minore footprint, da mettere a casa dei clienti – ha detto Marziliano – una nuova sfida per gli operatori, che dovranno gestire un ecosistema e collaborare con altre aziende. Una sfida anche per i fornitori, perché serviranno software cloud native”.
Vincenzo Petrone (Intel): ‘Telco cloud fondamentale per trasformare un operatore in un provider di servizi digitali’
“Per noi il telco cloud e’ una infrastruttura gestita dal software, con un hardware open, interoperabile e scalabile sia orizzontalmente che verticalmente. Deve offrire all’operatore la possibilità di erogare i servizi velocemente per rispondere alle mutevoli richieste del mercato – ha detto Vincenzo Petrone, Industry Technical Specialist – Telco & Cloud Service Providers di Intel – il telco cloud per Intel è l’elemento chiave in grado di trasformare un operatore telco in un provider di servizi digitali. Investiamo da anni per consentire ai nostri Telco partner di trarre il massimo beneficio da questa trasformazione; per citarne alcuni esempi, la riduzione dei costi, la riduzione del time to market ed una migliore user experience, dovuti al disaccoppiamento fra hardware e software, ed alla collaborazione con l’ecosistema.”
Franco Callegati, dell’Università di Bologna, mette in guardia dal fatto che “il Cloud in origine non è stato pensato per le Tlc” e pertanto è necessaria un’attenta validazione tecnica delle soluzioni proposte. Sottolinea d’altro canto che esiste un grosso potenziale in questo connubio, in particolare per l’Edge, abilitando la possibilità di localizzare le applicazioni di rete dove queste meglio soddisfano le esigenze del servizio, inclusa la possibilità di spostarle per “seguire” le esigenze dell’utenza.
Nicola Blefari Melazzi (CNIT): ‘Serve una regia comune per gestire le risorse del PNRR’
“Serve un miglior coordinamento e una regia comune per creare sinergie nell’uso delle risorse del PNRR nel nostro settore”. La pensa così Nicola Blefari Melazzi, professore dell’Università di Tor Vergata, direttore del CNIT, che ha presentato le opportunità del PNRR per le TLC. “La sfida maggiore resta sempre quella legata alla carenza di risorse umane, che paradossalmente si aggrava, visti i finanziamenti in arrivo. Il problema si presenta in tutto il mondo, specialmente per la ricerca, ma da noi è particolarmente grave. Sono quindi necessarie e urgenti iniziative coordinate a livello nazionale per incrementare il numero degli studenti nelle discipline ICT e per facilitare il rientro dei nostri tecnici e laureati emigrati all’estero”.
Giovanni Ferigo (INWIT): La trasformazione digitale delle torri verso un “tower as a service”
“Un’architettura Open consente a molti attori di essere proattivi e abilitare i servizi che il 5G porterà”, ha detto Giovanni Ferigo, amministratore delegato di INWIT, la prima tower company italiana che sta investendo molto nella trasformazione digitale delle sue infrastrutture (DAS, small cells per l’indoor, torri) con l’aggiunta di sempre maggiori elementi di intelligenza.
“Stiamo lavorando con l’obiettivo di far evolvere il concetto di torre di telecomunicazione verso un “tower as a service”. Una vera e propria trasformazione da infrastruttura per l’ospitalità di sistemi di trasmissione radio, a centro tecnologico, in cui si fondono componenti IoT, droni e sistemi di comunicazione a supporto degli operatori di telecomunicazione.”
“Ad oggi siamo ad un livello di sperimentazione per cui le soluzioni non sono ancora completamente integrate – ha detto Mauro Macchi, Director Pre Sales per il mercato Service Provider Sud Europa di Cisco – penso alle sperimentazioni con JMA a cui accoppiamo il nostro router standard. Ma ci sono in evoluzione sviluppi per usare la virtualizzazione del routing all’interno del server del computing”.
Ma di fatto cos’è il Cloud RAN?
“In pratica, il Cloud RAN consiste nello spostare le funzioni di ricetrasmissione implementate da una Baseband Unit (BBU) da sotto l’antenna ad un data center – ha detto Andrea Detti, Professore di “Cloud Computing and Networking”, e “Mobile Wireless Network” all’Università di Roma Tor Vergata – il data center può essere centralizzato o può essere all’Edge. Non solo, però, perché bisogna anche softwarizzare e virtualizzare la BBU”. Fra i vantaggi, politiche di controllo multipunto di diverse celle da un unico centro, contemporaneamente migliorando le prestazioni di rete non soltanto in termini di capacità ma anche di consumo energetico. Inoltre, una semplificazione delle procedure operazionali passando dall’hardware a software virtualizzato. La remotizzazione e la softwarizzazione della BBU, tuttavia, richiede computing ad elevatissime prestazioni, ed una rete di fronthaul tra data center e sito d’antenna con requisiti di capacità nell’ordine delle centinaia di Gigabit/s e latenze nell’ordine dei microsecondi.
Notargiacomo (JMA): ‘L’importanza dell’ecosistema per superare i colli di bottiglia’
“Parecchie applicazioni per girare dentro la stessa macchina hanno bisogno dello stesso sistema operativo – ha detto Massimo Notargiacomo, CTO di JMA Wireless – è per questo che il discorso dell’ecosistema è fondamentale. E’ fondamentale che tra l’hardware e il software ci si parli. E’ fondamentale che tra diversi vendor di switch, vendor di RAN, vendor di piattaforme, di processori ci si parli per cercare di trovare uno standard comune per semplificare i colli di bottiglia”.