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Cloud PA, Consip attiva la gara “Cloud Enabling” da 120 milioni di euro

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“L’iniziativa contribuisce a indirizzare uno dei principali ambiti di intervento del Piano Triennale dell’Informatica nella PA, quello del cloud, rappresentando un riferimento essenziale per le amministrazioni pubbliche nell’attuazione dei processi di trasformazione digitale”, commenta l’Ad di Consip SpA, Marco Mizzau.

Consip ha attivato i lotti 1, 2, 3 e 4 dell’Accordo quadro “Cloud Enabling”, iniziativa per la pianificazione, definizione ed attuazione della strategia di migrazione al cloud delle pubbliche amministrazioni, che si colloca nell’ambito del Piano delle Gare Strategiche ICT, definito da AgID e dal Dipartimento per la Trasformazione Digitale in attuazione del Piano Triennale per l’Informatica nella PA.

Il modello evolutivo dell’informatica della PA prevede, infatti, che le amministrazioni pubbliche intraprendano azioni per la trasformazione digitale dei propri servizi a partire dal principio “cloud first” – valutando l’adozione del paradigma cloud prima di qualsiasi altra tecnologia – e acquisendo sul mercato questi servizi solo se qualificati dall’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale e pubblicati nel Catalogo dei servizi cloud per la PA.

L’iniziativa – commenta l’Amministratore Delegato di Consip SpA, Marco Mizzau – contribuisce a indirizzare uno dei principali ambiti di intervento del Piano Triennale dell’Informatica nella PA, quello del cloud, rappresentando un riferimento essenziale per le amministrazioni pubbliche nell’attuazione dei processi di trasformazione digitale”.

L’accordo Cloud Enabling: contratto complessivo da 120 milioni di euro

La nuova offerta messa a disposizione da Consip SpA (lotti 1, 2, 3 e 4 e da inizio agosto anche lotto 5) riguarda, quindi, i servizi per l’identificazione della strategia di adozione del cloud (assessment e definizione degli applicativi da migrare, valutazione della strategia di migrazione, studio di fattibilità, supporto al monitoraggio e controllo dei risultati) per le amministrazioni centrali e locali, dando continuità all’offerta già disponibile con l’iniziativa “Public Cloud Iaas e Paas”.

Il contratto – del valore complessivo di oltre 120 milioni di euro e utilizzabile anche per gli acquisti finalizzati alla realizzazione dei progetti PNRR – consente alle amministrazioni di usufruire di servizi modulari in funzione del livello e della complessità degli obiettivi di digitalizzazione.

Nei prossimi mesi, l’offerta di servizi per la transizione al cloud sarà completata con l’attivazione dei lotti 6-10, che riguardano i servizi professionali tecnici per migrare i servizi IT da un modello di erogazione on-premise verso un modello in cloud (disegno della soluzione ed architettura degli ambienti cloud, configurazione degli ambienti e trasferimento dati, definizione policy di sicurezza, monitoraggio degli ambienti e capacity planning, supporto e affiancamento).

Il contratto rientra nel Piano triennale informatica

Il Piano Triennale per l’informatica nella Pubblica Amministrazione (Piano Triennale o Piano) è uno strumento essenziale per promuovere la trasformazione digitale del Paese e, in particolare, quella della Pubblica Amministrazione italiana, attraverso la declinazione della strategia in materia di digitalizzazione in indicazioni operative, quali obiettivi e risultati attesi, riconducibili all’azione amministrativa delle PA.

L’aggiornamento 2022-2024 costituisce l’evoluzione delle due precedenti edizioni, ma, in modo ancor più evidente, attribuisce uno spazio più rilevante al PNRR, oltre a fornire un quadro organico dei vari ambiti di cui si compone, tramite la collaborazione con i soggetti che esercitano competenze istituzionali e responsabilità sull’implementazione.

Il nuovo Piano 2024-2026 si inserisce nel più ampio contesto di riferimento definito dal programma strategico “Decennio Digitale 2030”, istituito dalla Decisione (UE) 2022/2481 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 14 dicembre 2022, i cui obiettivi sono articolati in quattro dimensioni: competenze digitali, servizi pubblici digitali, digitalizzazione delle imprese e infrastrutture digitali sicure e sostenibili.

Il principio ‘cloud first’

Con il principio cloud first, l’Italia vuole guidare e favorire l’adozione sicura, controllata e completa delle tecnologie cloud da parte del settore pubblico, in linea con i principi di tutela della privacy e con le raccomandazioni delle istituzioni europee e nazionali. In particolare, le pubbliche amministrazioni, in fase di definizione di un nuovo progetto, e/o di sviluppo di nuovi servizi, in via prioritaria devono valutare l’adozione del paradigma cloud prima di qualsiasi altra tecnologia.

Secondo tale principio, quindi, tutte le Amministrazioni sono obbligate ad effettuare una valutazione in merito all’adozione del cloud che rappresenta l’evoluzione tecnologica più dirompente degli ultimi anni e che sta trasformando radicalmente tutti i sistemi informativi della società a livello mondiale.

L’adozione del paradigma cloud rappresenta, infatti, la chiave della trasformazione digitale abilitando una vera e propria rivoluzione del modo di pensare i processi di erogazione dei servizi della PA verso cittadini, professionisti ed imprese.

L’attuazione dell’art.33-septies del Decreto-legge n. 179 del 2012, non rappresenta solo un adempimento legislativo, ma è soprattutto una occasione perché ogni ente attivi gli opportuni processi di gestione interna con il fine di modernizzare i propri applicativi e al contempo migliorare la fruizione dei procedimenti, delle procedure e dei servizi erogati. È anche quindi una grande occasione per:

  • ridurre il debito tecnologico accumulato negli anni dalle amministrazioni;
  • mitigare il rischio di lock-in verso i fornitori di sviluppo e manutenzione applicativa;
  • ridurre significativamente i costi di manutenzione di centri elaborazione dati (data center)
  • obsoleti e delle applicazioni legacy, valorizzando al contempo le infrastrutture digitali del
  • Paese più all’avanguardia che stanno attuando il percorso di adeguamento rispetto ai requisiti
  • del Regolamento AGID e relativi atti successivi dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale;
  • Incrementare la postura di sicurezza delle infrastrutture pubbliche per proteggerci dai rischi cyber.

In questo modo, le infrastrutture digitali saranno più affidabili e sicure e la Pubblica Amministrazione potrà rispondere in maniera organizzata agli attacchi informatici, garantendo continuità e qualità nella fruizione di dati e servizi.

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