Il Dipartimento per la Trasformazione digitale ha ricevuto ed esaminato le tre proposte di Partenariato Pubblico Privato (PPP) per il progetto del Polo Strategico Nazionale. Il ministro Vittorio Colao, con l’ausilio degli esperti del Dtd e Mitd, di un advisor finanziario, delle competenti strutture della Presidenza del Consiglio e degli esperti dell’Agenzia Nazionale per la Cybersicurezza, ha individuato nella proposta della TIM, in qualità di mandataria della costituenda ATI con CDP, Leonardo e Sogei quella che rispecchia pienamente e in misura del tutto soddisfacente i requisiti espressi nella policy Cloud Italia presentata il 7 settembre scorso.
Nulla di nuovo e tutto come previsto.
Ora il progetto selezionato verrà pubblicato e messo a gara, secondo le modalità previste dalla normativa vigente (anche se l’Europa si aspettava la pubblicazione del bando entro il 31 dicembre 2021), attraverso un’apposita gara curata dalla società Difesa Servizi, in-house del Ministero della Difesa. Si prevede che il bando possa essere pubblicato nelle prime settimane del 2022 (che potrebbe voler dire gennaio o febbraio 2022), per poter permettere l’avvio dei lavori entro la seconda metà dell’anno. Va infatti considerato che occorrono 3 mesi di espletamento gara, che possono essere ridotti a 2 se si adotta la procedura d’urgenza. In caso di ricorsi, tutto proseguirà ugualmente senza interruzione, pur nell’attesa degli eventuali pronunciamenti (TAR e Consigli di Stato).
È molto probabile che alla fine la gara venga assegnata all’ATI composta da TIM, CDP, Leonardo e Sogei. Ma quale TIM? Sapendo che nei prossimi mesi la società dell’operatore telefonico potrebbe essere completamente ridisegnata. Ma anche quale Cloud, considerato che a parte TIM, CDP non ha alcuna competenza sul Cloud, come peraltro Leonardo, mentre TIM stessa non ha Cloud proprio appoggiandosi completamente a Google, che non fa alcun mistero internazionale sul fatto di aver in gestione le infrastrutture Cloud di TIM. E qui sorgono tutti i quesiti sulle modalità di contrasto contro il Cloud Act americano, che nessuna soluzione tecnologica può contrastare (anche se da indiscrezioni sembra che il governo sembra voler adottare soluzioni tecnologiche a suo dire “adeguate”). Va inoltre ricordato che, trattandosi di dati relativi a tutta la popolazione italiana, l’intera materia può essere oggetto di Golden Power da parte del governo medesimo, in fase successiva all’assegnazione della gara.
Resta da aspettare il bando e leggere attentamente quanto previsto dalle disposizioni in esso contenute. Intanto sono in molti ad affilare le armi.