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Cloud: Israele nuovo Eldorado dei tech investimenti Usa

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Inizio d’anno col botto per le startup israeliane. Nel giro di poche settimane cessioni per 450 milioni di dollari e c’è già chi giura che il 2015 sarà un anno record per le aziende locali che lavorano nel cloud.

Dopo aver sedotto i giganti del web con la sua esperienza in sicurezza informatica, Israele è oggi il principale punto di riferimento dei player che operano nel cloud computing.

Nel giro di pochi giorni due notizie hanno fatto il giro del mondo: l’acquisto da parte di Amazon della startup di Yokneam (nella Bassa Galilea), Annapurna Labs, per una cifra stimata in oltre 350 milioni di dollari; la rilevazione di CloudOn, con sede a Tel-Aviv, da Dropbox che avrebbe sborsato più di 100 milioni di dollari.

 

Amazon sbarca in Israele

L’obiettivo dell’azienda guidata da Jeff Bezos, che sbarca per la prima volta nella ‘Valley’ israeliana, è di trasformare Annapurna Labs in un centro di Ricerca e Sviluppo per rafforzare il proprio polo di servizi cloud. Un segmento che genera oltre 5 miliardi di dollari di entrate per Amazon.

Fondata nel 2011 da Avigdor Willenz, Annapurna Labs è una startup rimasta sempre molto discreta sulle proprie attività, concentrate per lo più nella produzione di chip per data-center.

La giovane azienda ha raccolto 20 milioni di dollari di fondi da investitori privati.

Willenz si era già distinto per aver fondato Galileo Technologies, dedicato allo sviluppo di processori, ceduto nel 2001 a Marvel Technologies per 2,7 miliardi di dollari.

La californiana Dropbox con l’acquisto di CloudOn ha messo le mani su una startup la cui principale attività è di permettere agli utenti di modificare e condividere documenti Office.

Nata nel 2010 sotto la guida di Meir Morgenstern, CloudOn rivendica 9 milioni di utenti e ha ampliato i propri servizi lanciando un’app per i dispositivi Apple.

La startup aveva raccolto fondi per 25 milioni di dollari da Social+Capital Partnership e Rembrandt Venture.

Previsioni record per il 2015

Israele vanta altre startup che potrebbe suscitare l’interesse dei principali operatori di cloud. C’è la giovane impresa Ravello, per esempio, che si occupa di piattaforme per macchine virtuali.

Grazie alle sue soluzioni che puntano a facilitare la migrazione delle aziende sul cloud, la società è partita a caccia di nuovi finanziamenti in un tour guidato dalle americane Qualcomm e SanDisk.

Un inizio d’anno col botto per Israele e, secondo gli esperti di hi-tech del Paese, c’è da giurare che il 2015 farà registrare un record di operazioni.

Lo scorso anno, riferisce il centro di ricerche IVC, almeno 700 startup locali hanno raccolto almeno 3,4 miliardi di dollari di fondi di venture capital, la cifra più alta dal 2000 a oggi.

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