Forte crescita per il cloud a livello mondiale nel 2022. Il ruolo delle Pmi
Continua la spinta del mercato cloud a livello mondiale, con ricavi che nel 2022 hanno superato i 444 miliardi di dollari, secondo stime Markets and Markets.
Un giro di affari che inevitabilmente aumenterà con il passare del tempo ed entro il 2027 potrebbe arrivare a valere tra 990 e 1.000 miliardi di dollari, con un tasso di crescita medio annuo del +17,7%.
Tra le fasce a maggiore potenzialità, ci sono le piccole e medie imprese (Pmi) che, pur in momento di difficoltà ed incertezza, hanno la necessità di soddisfare crescenti esigenze tecnologiche, con l’impiego di soluzioni ICT, e di accedere ad infrastrutture più accessibili a livello economico.
In realtà saranno proprio le Pmi ha determinare l’ulteriore incremento dei ricavi grazie ad un modello di cloud che offre grandi livelli di scalabilità e semplicità di esecuzione.
Servono più infrastrutture
Il segmento delle infrastrutture sarà quello che crescerà più rapidamente secondo il Rapporto, perché consentirà un vantaggio competitivo, capacità di risposta rapida e di scelta, con un incremento dell’efficienza complessiva della struttura aziendale.
Un trend confermato anche da Synergy Research, secondo cui il segmento IaaS, o Infrastructure-as-a-Service, ha registrato ricavi per 61 miliardi di dollari a livello globale, con un +61% nell’ultimo trimestre, mentre nel cumulato del 2022 si è arrivati a 227 miliardi di dollari.
Nonostante il contesto incerto, il mercato mondiale per l’intero 2022 è cresciuto di 47 miliardi di dollari rispetto all’anno precedente.
Dominio Big Tech
Da sottolineare inoltre il risultato delle Big Tech, perché i primi tre fornitori, da soli, coprono tre quarti del mercato globale, aprendo di fatto una problema serio in termini di tutela dei livelli di concorrenza.
Microsoft ha registrato un forte aumento della sua quota di mercato mondiale, che ora si aggira attorno al 23%, rispetto a una media del 21% nei quattro trimestri precedenti. Nel frattempo, Amazon è rimasta all’interno della sua fascia di quota di mercato abituale, attorno al 32-34%, mentre Google si è attestata all’11%.