Partita lunedì l’edizione 2018 della “Climate week NYC” (24-30 settembre), la settimana di eventi, incontri, performance e appuntamenti di New York dedicati al clima che cambia e alle possibilità soluzioni per evitare i peggiori scenari già delineati dalla maggioranza degli studiosi e dei ricercatori di tutto il mondo.
Oggi New York ha una popolazione di circa 8,6 milioni di abitanti, ma entro la metà del secolo questa cifra potrebbe lievitare ben oltre i 10 milioni di abitanti, entrando di fatto nel club delle megalopoli globali. Il giorno dell’inaugurazione sono stati presentati alcuni nuovi progetti green oriented per trasformare in chiave sostenibile l’intera area metropolitana, a partire dal verde, dai parchi.
Entro il 2019 sarà aperto al pubblico il “distretto verde”, di cui faranno parte le aree verdi pubbliche di High Lane, dell’Hudson River e del nuovo Hudson Park & Boulevard, una rete complessiva di quasi 60 mila metri quadarti di giardini, passeggiate, vivai, alberi, fiori.
Un unico grande percorso green che unirà la Quattordicesima e la Quarantaduesima West.
Il sindaco della città, Bill De Blasio, ha affermato: “Stiamo dismettendo i combustibili fossili, investendo in veicoli elettrici e riducendo le emissioni dei nostri edifici. Vogliamo raggiungere gli obiettivi dell’accordo di Parigi sul clima”.
L’elettricità potrebbe essere la leva principale per avviare la rivoluzione verde in ogni settore della nostra economia. L’elettrificazione come elemento chiave per la decarbonizzazione del nostro sistema economico, che va affiancato ad un processo più grande di coinvolgimento delle città nel processo di migrazione alla green economy.
L’ha ribadito anche l’Amministratore delegato di Enel, Francesco Starace, invitato all’inaugurazione della manifestazione di New York: “Facendo leva sulla crescente competitività delle rinnovabili e sullo sviluppo dei sistemi di accumulo, l’elettricità può portare a una riduzione dei gas a effetto serra in alcuni settori in cui la decarbonizzazione è spesso più difficile, come l’industria pesante, i trasporti, il riscaldamento e il raffreddamento”.
Per realizzare una vera e reale crescita ‘low carbon’, ha spiegato l’ad Enel, è necessaria “una più profonda penetrazione dell’elettricità nei consumi finali, che sarà il vero giro di boa per rendere veramente pulite le nostre economie”.
Negli ultimi dieci anni, ha precisato Starace, “il progresso tecnologico ha completamente mutato l’approccio ai cambiamenti climatici: lo sviluppo dell’energia rinnovabile è sotto gli occhi di tutti ed è sostenuta non solo dal nostro impegno a favore del clima, ma soprattutto da fattori economici”.
L’elettricità è una delle possibili strade che abbiamo di fronte per dare una svolta alla lotta contro l’inquinamento e il surriscaldamento globale. C’è da chiedersi se sia una strada praticabile. Quanta elettricità in più consumeremo? In che modo ne genereremo a sufficienza per soddisfare la domanda globale? Quale sarà il suo impatto ambientale?
Entro il 2040 la domanda energetica mondiale crescerà del 30% rispetto ad oggi, secondo l’International Energy Agency. Le fonti di energia rinnovabile coprono complessivamente il 40% dell’aumento della domanda mondiale e potrebbero fare molto di più se solo ci fosse un maggior impegno politico da parte dei Governi.
Certamente la fonte solare sarà l’energia rinnovabile di riferimento entro il 2040.
L’Agenzia inoltre indica proprio nell’elettrificazione dell’energia una grande fetta dell’aumento dei consumi finali entro i prossimi 20 anni, attorno al 40%.
Ulteriori sviluppi da esaminare e seguire sono attesi soprattutto nei settori della mobilità elettrica (eMobility) e del riscaldamento elettrico, accanto alla crescita nei suoi settori tradizionali, portando il consumo finale di energia elettrica a crescere di un 25% entro il 2040.
Nel report Breaking new ground, pubblicato da WindEurope in occasione del Global Wind Summit di Amburgo, sono stati puntati i riflettori sui benefici legati all’elettrificazione basata sulle rinnovabili. Il documento mostra come il vettore elettrico potrebbe intervenire a livello industriale, edilizio e nei trasporti per tagliare fino al 90% la quota di CO2 entro la metà del secolo.
Fondamentale, in questo scenario, sarebbe utile portare i consumi elettrici dall’attuale 24% al 62% entro il 2050.