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Clima, il Governo parte dalle città: ecobonus rottamazione, alberi e stop plastica

La mobilità privata nelle aree urbane è forse la sorgente di inquinamento più forte e più difficile da contenere. Peggio dello smog di automobili e camion ci sono solo le emissioni nocive provenienti dagli impianti di riscaldamento. La pessima qualità dell’aria è un problema molto grave, da un punto di vista sanitario, con cui tutti noi dobbiamo misurarci.

Ogni anno in Europa sono oltre 422mila le morti premature per inquinamento atmosferico, stando ai dati dell’Agenzia Europea per l’ambiente, e l’Italia si colloca tra i paesi col dato peggiore, con più decessi in rapporto alla popolazione, pari a più di 60.600 nel solo 2015.

Nel 2018, in ben 55 capoluoghi di provincia sono stati superati i limiti giornalieri previsti per le polveri sottili o per l’ozono (35 giorni per il Pm10 e 25 per l’ozono), si legge nel Rapporto “Mal’aria 2019”. In 24 dei 55 capoluoghi il limite è stato superato per entrambi i parametri, con la conseguenza diretta, per i cittadini, di aver dovuto respirare aria inquinata per circa 4 mesi nell’anno.

Bisogna ripartire da qui, dall’efficienza energetica, l’impiego di fonti energetiche rinnovabili, dall’economia circolare, da mobilità e trasporti puliti, dall’abbandono della plastica e da un diverso stile di vita dei cittadini.

La bozza di decreto legge Clima e ambiente, annunciata dal ministro dell’Ambiente, Sergio Costa, recante “misure urgenti per il contrasto dei cambiamenti climatici e la promozione dell’economia verde”, si compone di diversi articoli, il primo dei quali è dedicato proprio ai trasporti, con un nuovo ecobonus stavolta per rottamare i veicoli più vecchi ed inquinanti.

Per chi vive e si muove in città dovrebbe arrivare un bonus da 2.000 euro, ottenibile con la rottamazione di vecchi veicoli inquinanti (fino alla classe Euro 4), da utilizzare per l’acquisto di abbonamenti al trasporto pubblico locale e regionale e per servizi di mobilità condivisa (sharing mobility) con mezzi elettrici/zero emissioni (bonus da girare “anche in favore dei familiari conviventi”).

Il Bonus Verde potrebbe essere prorogato al 2021, mentre dovrebbe partire un programma sperimentale di rimboschimento e piantumazione di alberi, con associate attività di educazione e ricerca ambientale, con una dotazione complessiva di 15 milioni di euro per il 2020.

Stop all’economia degli imballaggi. La bozza di decreto prevede un maxi-sconto sui saponi o alimentari sfusi, privi di confezione di plastica: “Al fine di ridurre la produzione di imballaggi per i beni alimentari e prodotti detergenti, per gli anni 2020, 2021 e 2022 è riconosciuto un contributo pari al 20% del costo di acquisto di prodotti sfusi e alla spina, privi di imballaggi primari o secondari“.
Lo sconto è diretto per gli acquirenti e sotto forma di credito di imposta, nel limite di 10 milioni l’anno, per i venditori.

Le spese fiscali dannose per l’ambiente (“sussidi inquinanti”) sono ridotte nella misura almeno pari al 10% annuo a partire dal 2020 sino al loro progressivo annullamento entro il 2040.
Le risorse che lo Stato recupera – spiega l’articolo 6 del testo – andranno in un Fondo ad hoc al ministero dell’Economia per finanziare “innovazione, tecnologie e modelli di produzione e consumo sostenibili”.

Sarà istituita una Piattaforma per il contrasto ai cambiamenti climatici e il miglioramento della qualità dell’aria, presieduta dal Presidente del Consiglio dei ministri, con diversi compiti, tra cui: studiare le attuali emissioni in atmosfera a livello nazionale, redigere un Programma nazionale per il monitoraggio e la riduzione dell’inquinamento atmosferico, monitorare gli investimenti inerenti la mobilità sostenibile e lo stato di attuazione dell’abbandono delle fonti fossili di produzione di energia, proporre misure per la riduzione delle emissioni in atmosfera nei settori delle infrastrutture e trasporti, del riscaldamento e raffrescamento civile, nella gestione dei rifiuti, nelle attività produttive.

Altro punto chiave è l’istituzione nei parchi nazionali di zone economiche ambientali a regime economico speciale. Al suo interno, ad esempio, è prevista la concessione, “a titolo gratuito e con priorità sugli altri interventi, di un importo massimo garantito per singola impresa di 2.500.000 euro in favore delle micro, piccole e medie imprese che operano nel settore del trattamento dei rifiuti, delle energie rinnovabili, delle attività culturali legate alla tutela ambientale e alla valorizzazione dell’area protetta, dell’agriturismo, ovvero che intendano realizzare iniziative produttive o di servizio compatibili con le finalità istitutive del parco nazionale, con sede o unità locali ubicate nei territori delle aree protette nazionali, nel rispetto delle previsioni e dei vincoli stabiliti dal piano e dal regolamento del parco”.

Nasce infine un fondo da 10 milioni di euro circa per incentivare il servizio di scuolabus a ridotte emissioni per le scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di primo grado, comunali e statali, delle città metropolitane più inquinate e su cui grava la procedura di infrazione Ue.
Alle famiglie che sceglieranno gli scuolabus ‘green‘ sarà garantita una detrazione fino a 250 euro sulle spese sostenute.

Molte delle misure previste dal decreto, fanno sapere dal ministero dell’Ambiente, dovranno essere comunque riviste e approfondite nei prossimi giorni.
Oggi, si legge sull’Ansa, il documento non è approdato al Consiglio dei ministri, ma Costa ha assicurato che avverrà in tempi brevi.
A quanto si apprende, i tecnici sarebbero al lavoro sul testo per trovare soluzioni per reperire coperture necessarie; un’ipotesi sarebbe, al momento, quella di utilizzare le ‘aste verdi’ per liberare risorse (il sistema di scambio delle emissioni Ets Ue).

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