Il clima che cambia costa, l’impatto del fenomeno “El Nino” sull’economia globale
L’estremizzazione del clima e l’accelerazione dei cambiamenti su scala globale non solo rappresentano una minaccia gravissima alla nostra sicurezza e salute, ma anche all’economia nel suo insieme. Secondo uno studio pubblicato dal Dartmouth College di Hanover nel New Hampshire, il fenomeno climatico chiamato “El Nino” potrebbe avere un elevato impatto negativo sul prodotto interno lordo (PIL) mondiale entro i prossimi cinque anni.
Stando alle stime dei ricercatori americani riportate dalla BBC, “El Nino” potrebbe costare al mondo in termini di mancato PIL qualcosa come 3,4 trilioni di dollari entro il 2028.
Si è inoltre osservato che nei due precedenti eventi di “El Nino” molto forti (1982-82 e 1997-98), solo negli Stati Uniti si è osservata una riduzione di PIL del 3% circa nei cinque anni successivi (rispetto ai cinque anni precedenti ad ogni evento).
Secondo lo studio, se questa situazione dovesse ripetersi, dovremmo attenderci un costo per l’economia americana pari a 699 miliardi di dollari.
Che cos’è “El Nino”
Stando alla tradizione, sono stati i pescatori peruviani a notare per primi il manifestarsi di questo fenomeno climatico, generalmente nel periodo di Natale e per questo lo hanno battezzato col nome di “El Nino”, che in spagnolo indica anche il “bambino Gesù”.
Leggendo la definizione che ne dà il nostro CNR, “El Niño Southern Oscillation” (o Enso)” è un fenomeno che nasce nell’Oceano Pacifico equatoriale (soprattutto davanti alle coste del Perù, ma può anche coinvolgere l’estremo Nord del Cile). A intervalli variabili da due a sei anni, si assiste al riscaldamento di un consistente strato d’acqua oceanica, profondo dai cento ai trecento metri.
Questi 3-4 gradi in più dell’oceano modificano sensibilmente la circolazione atmosferica e il clima in genere. Gli anni del Niño sono anni di anomalie climatiche, soprattutto per i territori che si affacciano sul Pacifico. A livello planetario, inoltre, si è avuta siccità da una parte, piogge torrenziali dall’altra e una perturbazione nella distribuzione degli uragani.
E da qui i costi economici crescenti e i danni relativi all’impatto dei fenomeni atmosferici estremi, alimentati dal fenomeno climatico, in molte zone del pianeta.
Secondo i climatologi, in questi mesi potrebbe aver preso il via un “El Nino” di forte intensità, ma bisognerà attendere l’avvio del 2024 per averne conferma scientifica.
Le conseguenze di un “long Nino”
Tornando alla ricerca del Dartmouth College, entro la fine del secolo l’alternarsi dei fenomeni “El Nino” e “La Nina” (le acque invece di riscaldarsi si raffreddano e gli effetti sono esattamente opposti, ma sempre estremi), potrebbero causare un ammontare di perdite di PIL a livello mondiale pari a 84 trilioni di dollari.
“El Nino non è semplicemente uno shock climatico temporaneo da cui un’economia si riprende successivamente al suo passaggio. Il nostro studio dimostra che la produttività economica sulla scia di questo fenomeno in fase di estremizzazione rimane decisamente depressa per un periodo di tempo molto lungo“, ha afferma Justin Mankin, coautore dello studio e assistente di geografia al Dartmouth College.
“Quando parliamo di un evento “El Nino” qui negli Stati Uniti dobbiamo tenere presente che diversi eventi estremi, come inondazioni e frane, non sono in genere assicurati dalla maggior parte delle famiglie e delle imprese“, ha aggiunto Mankin.
Clima e malattie
A riprova di questo, in California, ad esempio, il 98% dei proprietari di case non ha un’assicurazione contro le inondazioni o altri eventi meteo estremi.
Rimanendo negli Stati Uniti, dopo tre anni di Nina, che hanno portato grave siccità in molti Stati, con relativo impatto economico sul PIL locale, ora si prospetta un evento “El Nino” forte, che di solito porta con sé un aumento delle precipitazioni nel Sud della Nazione, dove si attendono un numero maggiore di uragani, con il loro carico di inondazione, frane, danni alle infrastrutture strategiche e distruzione generalizzata.
Venendo infine alle conseguenze per la nostra salute, con “El Nino” le malattie infettive possono diventare più diffuse nelle aree in cui le condizioni favoriscono il diffondersi di insetti e altri parassiti portatori.
Uno studio sull’evento El Niño del 2015-2016 ha rilevato che i focolai di malattie sono diventati tra il 2,5% e il 28% più intensi e diffusi. Ci sono stati aumenti dei casi di virus del Nilo occidentale, diffuso dalle zanzare in California, mentre New Mexico, Arizona, Colorado, Utah e Texas hanno visto aumentare i focolai di sindrome polmonare da hantavirus, che è diffusa principalmente dai roditori, compresa la famigerata peste in altri Stati occidentali del Paese.