Visitando Il “MAUTO”, il museo dell’automobile di Torino (www.museoauto.it), sono rimasta impressionata dalla bellissima “Isotta-Fraschini AN 20/30 HP“, e ancor di più da uno “stravagante” documento incollato sulla fiancata sinistra.
Osservandolo da vicino ho realizzato che si trattava della patente di guida della proprietaria dell’auto Francesca Mancusio, una delle prime donne in Italia alla quale fu rilasciato tale certificato.
Il “certificato di Idoneità” (apposto sulla fiancata sinistra dell’auto) così recita:
Visto il certificato di abilitazione rilasciato dal Circolo ferroviario d’Ispezione di Palermo.
Visto il certificato penale del Tribunale di Mistretta.
Ritenuto che possa concedersi il chiesto certificato di idoneità “AUTORIZZA” la signorina Mancusio Francesca a condurre automobili con motore a scoppio. Palermo addì 5 giugno 1913.
Questo minuscolo ma importantissimo reperto mi è apparso immediatamente straordinario.
La fotografia che mostra un volto austero e nello stesso tempo “delicato” di nobildonna siciliana di 20 anni, il suo abbigliamento da automobilista ante litteram con la testa coperta da un caschetto e gli occhialoni da pilota per proteggersi dalla polvere e dal vento, il corsivo “gentile” vergato da una penna stilografica e la dicitura “motore a scoppio”, la sua auto prestigiosa ed elegantissima ma nello stesso tempo (in confronto a quelle di oggi) poco confortevole, tutto ciò mi ha indotto a decollare con la fantasia.
L’ho immaginata “sfrecciare” a bordo della sua auto (il limite massimo era di 40 km l’ora!) lungo strade sconnesse confusa in una nuvola di polvere od in mezzo a schizzi di fango sotto una pioggia battente, fonte di scandalo o di ammirazione da parte dei curiosi incontrati lungo la via.
Ho sentito la fatica ed il disagio nel condurre un’auto con ruote e ammortizzatori che poco assomigliano a quelli di oggi e nello stesso tempo l’ebbrezza, la soddisfazione e la consapevolezza di essere partecipe e protagonista, da donna, di una delle più importanti rivoluzioni della sua epoca.
Ne ho ammirato, la curiosità, la personalità e la forza d’animo.
Francesca Mancusio, nata a Caronia (ME) il 10 novembre 1893, ricevette in dono l’Isotta-Fraschini dal padre. Il prezzo del solo autotelaio era fissato in lire 13.500, l’intera vettura circa 20.000.
Nella sua autobiografia racconta: “Quando andai al paese di mio padre in auto, era la prima volta che ne vedevano una. Tutto il paese fu intorno, la toccavano paurosi di prendere la scossa. Venne una grandinata e l’attribuirono a quella diavoleria che io avevo portato.”
Negli anni ’50 fu protagonista di un’impresa: a bordo di una Lancia Appia viaggiò attraverso l’Europa arrivando fino al Polo Nord. Morì nel 1974 all’età di 81 anni.
Incuriosita da questa affascinante storia appena tornata a casa mi sono immersa nei ricordi di famiglia e rovistando ho trovato al patente di mia nonna Anna Pietrovito Maglione nata anche lei nel 1893. Nel 1936 guidava la sua Fiat 508 con a fianco il marito, mio nonno, che non aveva la patente.
Era una donna energica e attiva, una sportiva. Suonava il pianoforte, dipingeva, amava l’arte, il teatro e il cinema, ricamava ed era una cuoca provetta. Mia madre mi racconta che era abituata ad esprimere apertamente le sue idee, anche in politica, senza alcuna remora. Una donna coraggiosa pronta ad accogliere e fare propria ogni innovazione.
Due donne dell’ottocento, Francesca ed Anna, che insieme a tante altre furono protagoniste ed artefici della loro ed anche della nostra storia.