Luca Attias. A parte la chiarezza espositiva del tuo libro ho notato alcuni spunti di riflessione molto interessanti. Tu analizzi con una enormità di dati un caso specifico, quello di Telecom, che potrebbe essere però molto significativo anche in ottica generale. Vorrei iniziare con un tema a me molto caro che è quello del Digital Divide. Come risolverlo oggi?
Maurizio Matteo Dècina. Un termine di analisi potrebbe essere sinergia. Oggi invece la parola d’ordine è opportunità e politica. Mi riferisco ad esempio all’attualissimo dualismo tra TIM vs Enel Open Fiber.
A mio parere una soluzione sinergica è scorporare la rete con una Public Company ad azionariato diffuso (modello wholesale only) nel rispetto dei livelli occupazionali e degli obiettivi di sviluppo della fibra ottica con soluzioni miste tra FTTH e FTTC con rame potenziato.
Nonostante ciò bisogna prendere atto che da alcuni anni le cose stanno lentamente migliorando. Sia per l’inserimento di nuovi tecnici preparati nelle politiche governative che per la presenza di molti gruppi, quali ad esempio quello dei cittadini attivi, che spinge verso il cambiamento
Luca Attias. Gli over the top possono costituire un pericolo? Quali pensi siano i rischi? E quali i rimedi?
Maurizio Matteo Dècina. Ritengo che i pericoli più grandi siano la disoccupazione tecnologica (Google ha un fatturato per addetto 10, 100 o 1.000 volte superiore ad una piccola società di ICT poiché i suoi profitti non dipendono dalla forza lavoro impiegata). Ugualmente problematiche le minacce in tema di Privacy. Da non trascurare neanche il processo di alienazione dalla realtà, soprattutto da parte dei più giovani. In questi giorni il Blu Whale, bufala o verità che sia, sta già producendo comunque i suoi danni.
Luca Attias. Hai scritto che i cosiddetti “Boiardi di Stato” della “leggendaria” Telecom degli anni 90 erano tra i più bravi in circolazione. Quale deve essere a tuo parere il giusto equilibrio tra settore pubblico e settore privato?
Maurizio Matteo Dècina. Non lo dico io ma piuttosto i numeri. A volte i numeri possono essere più chiari delle parole. Ritengo che il settore pubblico farà presto il suo ritorno. Di questo capitalismo che privatizza gli utili e statalizza le perdite non se ne sente una grande mancanza.
Luca Attias. Concordo sul fatto che il punto di partenza non sia una politica di sviluppo del digitale fine a se stessa, talvolta caotica e disorganizzata, ma è piuttosto l’etica e la responsabilità sociale. Cosa pensi a riguardo sulla nuova disciplina del Marketing etico?
Maurizio Matteo Dècina. Credo che hai colto l’essenza del problema. Se si riuscisse a collegare il profitto con l’etica in una relazione consequenziale avremmo individuato il punto zero. Il mercato dovrebbe essere un organismo intelligente, tale da premiare progetti e comportamenti socialmente utili. Mi riferisco ad esempio alla borsa quando i titoli di una società crollano in seguito agli scandali. Se si riuscissero ad eliminare i comportamenti speculativi potremmo ottenere questa relazione anche in ottica liberista e non solamente keynesiana o tantomeno socialista.