Non si capacitava. Davvero, non aveva idea di come potesse essere successo. Era stato attento, attentissimo. Nessun contatto diretto, pagamenti estero su estero, messaggi solo tramite deep web. Nessuna ostentazione, nemmeno da parte di sua moglie (che pure avrebbe voluto vantarsi con le amiche della crociera su quel tre alberi, “frutto” dell’ultimo appalto), ogni euro gestito per contanti da intermediari fidatissimi.
Erano anni che i suoi rapporti con i fornitori di turno erano rigidamente vincolati ad un vero protocollo di sicurezza grazie al quale nessuno aveva mai scoperto niente delle “ricompense” che riceveva per chiudere un occhio (o tutt’e due) su qualità scadente, prezzi fuori mercato o tecnologia obsoleta già prima di essere acquistata. Lo chiamavano “il Professore”, anche perché il protocollo lo aveva insegnato ad altri “colleghi”.
E allora, com’era possibile che fosse arrivato quell’avviso di garanzia? Che lo avessero beccato per puro caso? In mezzo alle centinaia di migliaia di forniture della P.A. le probabilità che la Finanza approfondisse proprio su quell’appalto (nemmeno fra i più grandi su cui aveva responsabilità) erano risibili. Una talpa, forse? No, probabilmente l’avviso era solo un atto dovuto relativo a questioni marginali.
Ma, mentre percorreva i corridoi di Piazzale Clodio si sentiva sempre più nervoso, nonostante l’Avvocato gli consigliasse calma. Ma anche l’Avvocato (uno dei pochi a sapere tutto) rimase di sasso quando vide uscire, dallo stesso ufficio in cui erano attesi, l'”Ingegnere”. In manette, scortato da due Carabinieri con l’aria palesemente soddisfatta.
Entrarono nell’ufficio, il Sostituto Procuratore li accolse con un gran sorriso. Brutto segno, bruttissimo. Tanto più che era noto nell’ambiente per essere un vero mastino. Lo chiamavano proprio così, “il Mastino”. Ma il peggio fu scorgere, sulla scrivania, la foto di un orologio. Non uno a caso, ma proprio il rarissimo cronografo d’epoca che aveva “misteriosamente” trovato in automobile dopo averla lasciata all’autolavaggio, dono dell’Ingegnere per avergli permesso di visionare l’offerta di gara di un concorrente. Lo indossava di rado, proprio per non dare nell’occhio, dato che in teoria non avrebbe potuto permetterselo.
A fianco della fotografia, un depliant di un piccolo cantiere nautico (di proprietà di un prestanome dell’Ingegnere) che ogni mese passava a suo figlio un lauto compenso per consulenze mai fornite. D’altronde quello smidollato era uno specialista solo nello sfasciare macchine, e che qualcun altro pagasse i suoi vizi faceva molto comodo al bilancio familiare.
Andava male, malissimo. Anche perché il magistrato aveva smesso di sorridere. Nell’angolo, una piccola telecamera riprendeva tutto.
Tre piani più in alto, le immagini arrivavano ad un paio di monitor. Un Finanziere prendeva appunti. Aveva fatto carriera nel modo più scomodo, da infiltrato nel narcotraffico prima e indagando sui finanziatori dell’ISIS, poi. Considerava i corrotti che infestavano l’Italia né più né meno che feccia. Non si commosse affatto quando vide scoppiare in lacrime “il Professore”.
Dietro di lui, due ospiti insoliti. Avevano chiesto di essere presenti ed erano stati accontentati. D’altronde, senza di loro, l’indagine non sarebbe mai partita.
Uno dei due era palesemente un Funzionario pubblico, ben vestito, l’aria di chi la sa lunga grazie all’esperienza di tanti anni. L’altro era il classico nerd, maglietta e jeans strappati. Un strana coppia, in effetti. Eppure erano loro gli artefici di tutto. E il nerd era professore sul serio.
Tutto era cominciato con la decisione del Governo di pubblicare come Open Data tutte le informazioni di tutti gli appalti della P.A. e con l’intuizione del Funzionario che fosse possibile usare tecniche di machine learning per tirare fuori da quel marasma di atti, procedure e fatture quelle che nascondevano fenomeni corruttivi. Il Funzionario aveva contattato il Nerd, vecchio compagno d’Università che coordinava un gruppo di ricerca nel campo dell’Intelligenza Artificiale.
Creare modelli ed algoritmi non era stato facile. Per “addestrare” il sistema (lo avevano chiamato F.Au.S.T.O. – Framework Automatico di Scoperta Tangenti nelle Organizzazioni) avevano usato altri Open Data, relativi agli atti delle sentenze di condanna per corruzione degli ultimi quindici anni. Una fatica non indifferente, ma alla fine il sistema aveva sputato fuori una prima lista di 50 appalti, apparentemente puliti, ma che secondo la sua rete neurale celavano qualcosa di poco chiaro.
Più difficile fu trovare un Magistrato che desse fiducia alla lista e cominciasse ad indagare a fondo su quegli appalti. Perché se indaghi a fondo, qualcosa trovi, i corrotti sono sempre meno intelligenti di quanto pensano. Un computer in grado di individuare autonomamente il marcio nelle forniture pubbliche sembrava magia nera, ma il Mastino era un magistrato fuori dalle righe e ci aveva scommesso sopra.
Quella del Professore e dell’Ingegnere era solo la prima indagine, ma già da almeno altri tre fronti arrivavano conferme alle previsioni fatte dal software. Parecchi dipendenti pubblici infedeli sarebbero stati a breve ospiti dello Stato. Nell’ora d’aria avrebbero peraltro incontrato svariati imprenditori convinti che il loro modo di fare affari fosse l’unico possibile.
Mentre “il Professore” veniva portato via, il Funzionario ed il Nerd si strinsero la mano, entrambi credevano che una P.A. diversa fosse possibile, entrambi avevano dato il meglio di loro stessi e speravano che il loro esempio facesse scuola.
Fausto ne sarebbe stato contento, ne erano certi.