Otto italiani su dieci usa l’auto privata per andare a lavoro, per portare i figli a scuola, per fare la spesa e andare a divertirsi. È la fotografia di come si sposta quotidianamente il 76,2% delle donne e l’83,4% degli uomini.
Sono i nuovi dati elaborati da Audimob, l’Osservatorio sui comportamenti di mobilità degli italiani, e riferiti alla mobilità a livello nazionale nel 2014. Dopo una significativa flessione, nel periodo compreso tra il 2010 e il 2012, che aveva visto un calo corposo del 7,5% (82,6% popolazione mobile nel 2010 e 75,1% nel 2012), ecco che nel 2013 la quota di chi non può far a meno dell’auto si è stabilizzata intorno al 75%, mentre nell’anno successivo già si registrava un forte segnale di ripresa che riporta il tasso di mobilità intorno all’80% (79,7%).
È vero che il 40% dello smog che attanaglia le città (non solo di grandi dimensioni) è dovuto alle polveri sottili generate dai riscaldamenti domestici, ma le emissioni nocive delle nostre automobili non sono da meno, concorrendo (assieme a tutti i veicoli per il trasporto pubblico e privato) per un 30% almeno (il restante è dovuto ad attività industriali e artigianali, tra cui gli allevamenti intensivi di animali).
Nel complesso, i decessi in Italia dovuti a micro polveri sottili, ozono e diossido di azoto, arrivano a superare le 84 mila unità (dati 2012 dell’Agenzia europea dell’ambiente).
Come spiegato dallo studio pubblicato a fine dicembre 2015 dall’Osservatorio, la mobilità si equidistribuisce in 3 macro aree motivazionali: gli spostamenti per studio o lavoro (nel 2014 37,3%), quelli per attività dedicate al tempo libero (nel 2014 31,5%) e quelli per attività di gestione famigliare (nel 2014 31,1%).
Prendendo in considerazione le attività di gestione famigliare, che sono quelle che coinvolgono un maggior numero di persone, si nota il frequente ricorso al mezzo privato nel biennio 2013-2014, con un aumento di 6 punti percentuali rispetto al 2007 (59,1% nel 2007, 65,8% nel 2013 e 66,5% nel 2014).
Seppur in misura più lieve, aumenta anche l’uso del mezzo di trasporto pubblico, che dal 5,6% rilevato nel 2007 si porta a quota 6,6% nel 2014.
Diminuisce, invece, la scelta per una mobilità dolce, infatti gli spostamenti a piedi o in bicicletta, nello stesso confronto temporale, perdono circa 8 punti percentuali.
Per accompagnare le persone si usa principalmente l’auto privata e negli ultimi anni la percentuale si attesta sopra l’80%, mentre nel 2000 era al 73,4% (81,9% nel 2014). La crescita dell’uso del mezzo privato riguarda anche gli spostamenti per gestione famigliare dedicata ai servizi, infatti, anche in questo caso, si passa dal 49,6% del 2000 al 67,5% nel 2014.
In conclusione, gli autori dello studio suggeriscono alcune misure per favorire la mobilità sostenibile e l’uso dei mezzi di trasporto pubblici: migliorare la distribuzione territoriale di residenze e attività (es. asl, scuole, asili, uffici dei municipi) e ampliare le frontiere di accesso agli uffici telematici, sostenere le iniziative scuolabus o piedibus, promuovere progetti di consegna della spesa a domicilio in bicicletta, investire in percorsi protetti a piedi e piste ciclabili nel chiave di prossimità.