“Ben 600 mila i follower di quella challenge che ha causato la morte del piccolo matteo! Questo ci deve far riflettere – afferma Sandra Cioffi Presidente del Consiglio Nazionale degli Utenti (CNU) di quanto sia inquietante e complesso tale orribile fenomeno che non sempre punta attraverso l’emulazione solo al raggiungimento di una pericolosa popolarità fine a se stessa.
C’è da sottolineare anche che si tratta di una sempre più diffusa cultura di monetizzazione “selvaggia “di tali tipi di video da combattere di: troppe volte creano nuovi facili arricchimenti a favore di influencer e youtuber.
Come CNU – continua Cioffi – riteniamo come da noi sottolineato anche in occasione dell’audizione sui provvedimenti atti a contrastare le sfide di resistenza sui social. – che si è tenuta presso la Commissione Cultura della Camera dei Deputati presieduta da Federico Mollicone, che è necessario assolutamente accelerare anche quel coordinamento interistituzionale da noi proposto per prendere di petto questi ed altri fenomeni legati ad un uso distorto della rete. I social network non sono pericolosi di per se, ma necessario così come anche richiesto dalle nuove normative e dai regolamenti comunitari, sollecitare un nuovo e concreto impegno delle piattaforme, tenuto conto delle caratteristiche di transnazionalità di internet.
Tutto il nostro apprezzamento ad Agcom che come ente regolatore si sta fortemente impegnando in tal senso e siamo Convinti che anche il Tavolo AGCOM – PRIVACY, finalizzato alla promozione di un codice di condotta che conduca le piattaforme digitali ad adottare codici di condotta, tavolo al quale porteremo il nostro contributo, sarà di grande importanza tenuto conto che molte volte vittime delle challenge sono i minori. Necessario però tenere presente che a monte di tutto c è una carenza di valori ma anche una carenza diffusa di quell’ educazione digitale in grado di creare rispettosi ma anche coscienti cittadine e cittadini digital. Necessario quindi per il raggiungimento di tale obiettivo usare in maniera mirata anche i Fondi del PNRR .
Infine – conclude Cioffi – opportuno approfondire se le normative vigenti siano abbastanza efficaci per nuove fattispecie legate all’uso della rete anche e non solo nel caso di istigazione a delinquere ed istigazione al suicidio.