Transizione green ed elettrificazione
La transizione ecologica è qui per rimanere e soprattutto per riuscire. Gli obiettivi che abbiamo davanti sono davvero rilevanti in termini di risorse da investire, di partecipazione e condivisione da favorire e di risultati da ottenere: taglio del 55% delle emissioni di CO2 entro il 2030 e neutralità climatica entro il 2050.
Uno dei primi punti chiave per partire con il piede giusto è generare massicciamente energia pulita da fonti rinnovabili, come il sole e il vento. Il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, ha dichiarato a riguardo: “L’obiettivo del PNRR di arrivare al 70% di energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili entro il 2030, è molto sfidante, ma fattibile”.
Intervenendo al Forum Auto Motive di Milano il ministro è stato come al solito molto chiaro: “O decuplichiamo ogni anno la capacità dei nostri impianti a rinnovabili o dobbiamo abbinarci altre fonti green, come il nucleare di quarta generazione”.
Un concetto questo che il ministro ha già provato ad elevare a discorso pubblico, ma che trova ancora molte resistenze, visti i precedenti molto vicini a noi in termini di incidenti e disastri ambientali, visti i costi proibitivi di questa nuova tecnologia e il problema mai risolto delle scorie e altri scarti prodotti dalle centrali.
Transizione lunga e “costosa” perché non abbiamo investito in ricerca
Una transizione, comunque, che sarà lunga, “durerà almeno 10 anni” e che poteva durare meno se questo Paese avesse investito a sufficienza in innovazione e ricerca negli anni passati.
“Il nostro Paese sconta anche i mancati investimenti in ricerca. Non siamo stati molto lungimiranti negli ultimi anni e i risultati si vedono sull’elettrificazione, dove non siamo stati molto rapidi, e sulla tecnologia, dove si è dismessa e delocalizzata la produzione di chip che oggi mancano. Questo – ha precisato Cingolani – ci insegna che la mancanza di ricerca e sviluppo pesa e oggi la stiamo pagando”.
La Cina
Lo stiamo pagando in termini di spesa collettiva e di competitività sui mercati globali, dove nel frattempo la Cina si è mossa molto bene, prendendo il controllo delle riserve di litio e altri minerali preziosi per l’industria automotive, soprattutto per le batterie.
Non è un gap insostenibile, ha aggiunto il ministro, “possiamo ancora reagire e rilanciare le nostre eccellenze nell’auto connessa in rete”, il problema è un altro: “la concorrenza cinese non mi preoccupa tanto sulle auto, ma in altri campi come 5G e batterie, dove la Cina ha investito con lungimiranza”.
Le buone notizie, comunque, non mancano e il ministro ha parlato di nuove gigafactory che necessariamente nasceranno, come quella di Stellantis a Termoli, e di nuovi incentivi per l’auto: “c’è allo studio l’idea di incentivi strutturali triennali per accelerare sulla transizione”.
Al via nuove prenotazioni ecobonus auto
A proposito di questo, dalle ore 10:00 di domani 27 ottobre sarà possibile prenotare sulla piattaforma www.ecobonus.mise.gov.it gli incentivi per l’acquisto di veicoli a basse emissioni.
Sono 100 milioni di euro le risorse messe a disposizione del fondo automotive per il 2021, che saranno così distribuiti:
- 65 milioni per acquistare i veicoli con emissioni comprese tra 0-60 g/km CO2;
- 20 milioni per l’acquisto di veicoli commerciali e speciali, di cui 15 milioni esclusivamente per i veicoli elettrici;
- 10 milioni per acquistare, esclusivamente con rottamazione, i veicoli con emissioni comprese tra 61-135 g/km CO2;
- 5 milioni per l’acquisto di veicoli di categoria M1 usati, di classe Euro non inferiore a 6 ed emissioni fino a 160 g/km di CO2.