Il caso del Cinema Fiamma di Roma merita essere approfondito, perché si pone come emblematico e sintomatico di alcune patologie del sistema culturale italiano, in particolare di una qual certa approssimazione con la quale si “governa” la politica e l’economia del settore e quella relazione – non proprio trasparente – tra la “politica” e la “cultura”, nelle dinamiche culturali del Paese…
Nelle scorse settimane, è infuriata una qual certa polemica, mossa “da sinistra” nei confronti del Presidente del Centro Sperimentale di Cinematografia, quel Sergio Castellitto nominato dal “destrorso” Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano alla guida della più qualificata scuola di cinema del Paese (vedi “Key4biz” del 4 ottobre 2023, “Il Ministro Sangiuliano nomina il nuovo Cda del Centro Sperimentale di Cinematografia: Castellitto Presidente”)… Sergio Castellitto è stato accusato di scellerata decisione, ovvero la vendita del Cinema Fiamma di Roma, storica sala cinematografica in Via Bissolati, chiusa dal 2017, che era stata acquistata nel 2022 per decisione della ex Presidente del Csc, la produttrice Marta Donzelli (nominata dall’ex Ministro dem” Dario Franceschini), figlia dello storico editore di sinistra Carmine Donzelli…
La sala era stata comprata per 3 milioni di euro (una cifra sproporzionata rispetto al valore di mercato, secondo alcuni osservatori), nella prospettiva di un progetto “kolossal” di recupero, da realizzarsi con i fondi del Pnrr. Il progetto di recupero e rigenerazione non è mai stato avviato… Il Centro Sperimentale ha quindi deciso di rivendere la sala, che è stata ceduta grosso modo per la stessa somma, non determinandosi così quindi alcuna perdita (almeno dal punto di vista numismatico) per il Csc…
Curiosi passaggi di proprietà del Cinema Fiamma: da Fininvest al Centro Sperimentale di Cinematografia all’associazione culturale AcPlaytownRoma di Fabia Bettini e Gianluca Giannelli…
Fin qui, quel che è noto: l’Istituto italiano per l’Industria Culturale (che è al contempo un centro di ricerca indipendente, ma anche un laboratorio di giornalismo investigativo, soprattutto sulle colonne del quotidiano online “Key4biz”) è oggi in grado di rivelare – in anteprima, anzi in esclusiva – a chi è stata venduta la sala cinematografica: la proprietà è passata dal Centro Sperimentale di Cinematografia alla associazione culturale che cura Alice nella Città, la rassegna guidata da Gianluca Giannelli e Fabia Bettini, che gestisce una sorta di “sezione autonoma” della Festa del Cinema di Roma (la prossima edizione si terrà dal 15 al 25 ottobre 2024: e si ricordi che pochi giorni fa è stato nominato Presidente della Fondazione Cinema per Roma – che organizza il festival – Salvatore detto Salvo Nastasi: vedi “Key4biz” del 18 giugno 2024, “Enti e società pubbliche, il presidente della Siae Salvo Nastasi anche presidente della Fondazione Cinema per Roma”). …
“Alice nella Città” è una iniziativa curata dall’Associazione Culturale AcPlaytownRoma, la quale ha beneficiato nel 2023, tra l’altro, di 235.000 euro di sovvenzione ministeriale giustappunto per la rassegna parallela al Festival di Roma (ne scrivevamo proprio ieri su queste colonne, commentando i fondi per la “promozione” gestiti dal Ministero della Cultura: vedi “Key4biz” del 25 giugno 2024, “Cinecittà, si dimette l’Ad Maccanico”). Trattandosi di una associazione culturale (non obbligata per legge alla pubblicazione del proprio bilancio), non è possibile conoscere la dotazione patrimoniale e la capacità reddituale dell’associazione guidata da Giannelli e Bettini (i due – en passant – sono anche marito e moglie).
Il Cinema Fiamma si trova nelle immediate vicinanze del Palazzo del Quirinale, Piazza Barberini e le Terme di Diocleziano, precisamente all’angolo tra le vie Bissolati, San Nicola da Tolentino e Largo Santa Susanna… Nel 2022, la proprietà fu ceduta dall’allora proprietario, la Fininvest Res alias Gruppo Mediaset. Fininvest Res ovvero Fininvest Real Estate & Services spa è una società interna a Fininvest, dedicata alla gestione e valorizzazione del patrimonio immobiliare. È tra l’altro la società che possiede attualmente le ville che erano di proprietà di Silvio Berlusconi.
L’idea di acquistare e rilanciare la sala cinematografica era maturata dopo un adeguato studio di mercato ed una valutazione non soltanto di fattibilità, ma di efficienza efficacia dell’intervento della mano pubblica, in un mercato “theatrical” che è sempre più disastrato, sia a livello generale nazionale sia specificamente per quanto riguarda la Capitale?! E che fine ha fatto una sala che pure era divenuta una (piccola) vetrina del Csc, qual era il Cinema Trevi (a poche decine di metri da Piazza di Spagna)?! Peraltro, il Fiamma insiste in una delle rarissime (anzi ormai l’unica…) zone “cinematografiche” della Capitale affollata di offerta, da The Space Cinema a Piazza della Repubblica al Quattro Fontane nella omonima via ed al Cinema Barberini nell’omonima piazza (tutti nell’arco di poche centinaia di metri)…
Fin qui, alcuni quesiti sul “passato”…
È di pochi giorni fa l’ultima pubblica sortita in tema: venerdì scorso (21 giugno), la storica Anac ovvero l’Associazione Nazionale Autori Cinematografici (guidata da Francesco Ranieri Martinotti) ha diramato un comunicato stampa che rivolgeva un appello al Ministro Gennaro Sangiuliano, invitandolo ad evitare che il Csc vendesse il Cinema Fiamma. Si leggeva nel comunicato, in premessa: “Anac ha a cuore le sorti del Cinema Fiamma di Roma che sembra essere destinato a non riaprire più. Infatti, venendo a mancare al Centro Sperimentale di Cinematografia le risorse Pnrr per la copertura delle spese di acquisto della sala di Via Bissolati, in quanto ineleggibili, Anac ritiene che si debba intervenire prontamente per risolvere l’incresciosa situazione, che vedrebbe la sparizione definitiva di una delle più belle sale cinematografiche della Capitale”. E quindi l’appello: “L’Anac chiede pertanto al Ministro Sangiuliano di impegnarsi a evitare la vendita e il cambio di destinazione d’uso, analogamente a quanto ha fatto a Napoli per il Cinema Metropolitan. Potrebbe inoltre destinare al Csc un contributo straordinario per ripianare il deficit di bilancio creatosi, coinvolgendo successivamente sponsor privati nella fase di ristrutturazione”.
Non risulta pervenuta alcuna (pubblica) reazione né da parte del Ministro Gennaro Sangiuliano né da parte della Sottosegretaria delegata Lucia Borgonzoni.
L’appello dell’Anac giungeva comunque tardi, perché nel mentre la vendita era stata già perfezionata, dal Centro Sperimentale di Cinematografia ad Alice nella Città giustappunto.
Come in occasione della compravendita del giugno 2022, l’operazione del giugno 2024 ha visto come “advisor” il Gruppo Gabetti (Divisione Capital Markets) ed il venditore fu – come abbiamo già segnalato – Fininvest Res, ovvero – di fatto – il Gruppo Mediaset.
L’appello degli autori, da Bellocchio a Sorrentino: “il Centro Sperimentale ha bisogno di una sua sala cinematografica”
Qualche giorno prima, lunedì 17 giugno 2024, era emerso un appello ancora più accurato, e netto, firmato da molti autori e anime del cinema italiano: “La Cineteca nazionale ha bisogno di un suo cinema, il Csc non abbandoni il progetto di ristrutturazione… La nostra è una delle poche cineteche nazionali a non avere una propria sala dove programmare il film del nostro patrimonio: anni fa la fondazione del Centro sperimentale aveva deciso di acquistare la storica sala romana per farla riaprire entro il 2024. Invece ora risulta di nuovo in vendita”.
Tra i firmatari della lettera – solo per citarne alcuni – Marco Bellocchio, Paolo Sorrentino, Giuseppe Tornatore, Margherita Buy, Antonio Albanese, Roberto Andò, Max Bruno e Paola Cortellesi…
La risposta del Presidente del Csc Sergio Castellitto è stata tempestiva: “Cari Amici, nella decisione di vendere il Cinema Fiamma non c’è nessuna intenzione di privare il Centro Sperimentale di Cinematografia di una sala, tutt’altro. In occasione della tre giorni “Diaspora degli artisti in guerra”, abbiamo lavorato per ottimizzare e potenziare la qualità tecnica delle sale già presenti al centro. Il progetto di cercare una nuova sala consona a quelle che sono le intenzioni e la visione della nuova governance è tutt’altro che spento. Quando sarà possibile sarà un piacere incontrarvi per chiarirvi ancora meglio il progetto. Per il momento saremmo molto felici se partecipaste alla tre giorni della “Diaspora degli artisti in guerra” nei giorni 19, 20 e 21, alla quale tutto il personale, dirigenti, dipendenti, docenti e studenti hanno collaborato”.
In occasione dell’acquisto, due anni fa, la allora Presidente del Csc Marta Donzelli, ebbe a dichiarare: “l’acquisto del Fiamma è un passaggio fondamentale per il Centro Sperimentale, che consentirà finalmente a una delle istituzioni cinematografiche più antiche del mondo di avere un proprio spazio di programmazione, come accade in tutte le principali capitali”.
L’allora Ministro Dario Franceschini sostenne l’intrapresa con convinzione: “viviamo il paradosso della crisi delle sale, in un momento in cui invece il cinema e l’audiovisivo sono in grande crescita. Questa crisi va affrontata testardamente. Le sale sono un luogo di aggregazione sociale oltre che culturale. La scelta del Centro Sperimentale di Cinematografia è lungimirante perché segue questa direzione”. L’apertura della nuova struttura veniva annunciata entro la fine del 2023.
Il fallimento del progetto voluto dall’ex Ministro Dario Franceschini…
Sarà stata anche “lungimirante” la scelta, ma certamente errata la procedura, dato che i danari per una simile operazione venivano sì dal Pnrr ma non potevano essere considerati una manna da utilizzare per qualsivoglia destinazione…
L’11 giugno scorso, il Presidente del Csc Sergio Castellitto ha dichiarato che il piano di rilancio e rigenerazione del Fiamma era stato ormai abbandonato, “in quanto sulla struttura peserebbero una serie di procure e questioni burocratiche non ben delineate” (così scriveva il 18 giugno 2024 la newsletter della rivista “Box Office”, edita da duesse, diretta da Paolo Sinopoli), e peraltro il costo per la sua messa a nuovo sarebbe cresciuto a dismisura, rispetto ai circa 6,5 milioni totali previsti tra acquisto e ristrutturazione…
Questo era il “cronoprogramma” reso noto il 18 luglio 2022, che secondo alcuni analisti peccava comunque “ab origine” da una previsione eccessivamente ottimistica: (1.) acquisto, 22 giugno 2022 (sottoscrizione dell’atto di acquisto); (2.) progettazione, 15 luglio 2022 (entro questa data, si prevedeva la pubblicazione dell’avviso pubblico per l’assegnazione della progettazione definitiva ed esecutiva del cinema); (3.) ristrutturazione, novembre 2022 (prevista la pubblicazione del piano per la realizzazione dei lavori di ristrutturazione, che saranno avviati entro il marzo 2023); (4.) chiusura dei lavori, autunno 2023 (la conclusione dei lavori e la consegna dei locali allestiti è prevista per l’autunno 2023); (5.) inaugurazione, dicembre 2023…
A proposito della smania di sostenere che tutto va bene quando si sta male?
Una ricostruzione critica della complessa vicenda è stata proposta il 9 giugno 2024 da Raffaele Meale sulle colonne del sito web di cinefili “Quinlan”, in un lungo ed accurato articolo intitolato simpaticamente “Il Fiamma del peccato”, alla cui lettura si rimanda per ogni esigenza di approfondimento. Scrive Meale: “Dopo oltre mille giorni di attesa, in cui si era agilmente passati da una proposta all’altra (poter sfruttare per qualche giorno al mese uno spazio messo a disposizione dalla Biblioteca Nazionale, o addirittura pensare di utilizzare le piccolissime sale all’interno della sede del ministero in Santa Croce in Gerusalemme), nella prima metà di luglio di quasi due anni fa si pensò che finalmente il peggio fosse stato lasciato alle spalle. Mic e Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia spiegarono con dovizia di immagini lavorate al computer come le sale sarebbero state due (con possibilità di proiettare in 35mm e in Dcp, ma con l’idea di mettere a disposizione anche un proiettore 70mm), oltre a una caffetteria, a un’aula studio, e addirittura a un punto di ritiro della Biblioteca Luigi Chiarini, la cui sede è all’interno del Centro Sperimentale di Cinematografia in via Tuscolana. Per chi nel corso degli anni ha lamentato una sempre maggiore dispersione dei luoghi cinematografici nella Capitale, l’impressione era quella di un risveglio dall’incubo. Le dichiarazioni dell’epoca furono così sentite e nette che ci si spinse, nel redarre un breve resoconto, di chiuderlo con la frase “La battaglia culturale è solo all’inizio, ma per una volta sia consentito un cauto ottimismo”. Lo stesso giornalista definisce “roboante” la conferenza stampa di annuncio dell’iniziativa (protagonisti Donzelli e Franceschini), nel luglio 2022, e conclude con un condivisibile: “Forse però sarebbe stato opportuno ripensare al ‘Candide’ di Voltaire, quando rispondendo a Cacambo afferma che l’ottimismo «è la smania di sostenere che tutto va bene quando si sta male»”.
Quante volte – anche su queste colonne – abbiamo criticato gli entusiasmi eccessivi manifestati, anche da rappresentanti istituzionali, rispetto alle sorti “magnifiche e progressive” del cinema italiano, rispetto a scenari e scelte che non si rivelano quasi mai lungimiranti?!
L’avviso per la manifestazione di interesse per la vendita del Fiamma è stato pubblicato il 14 maggio 2024 sul sito web del Csc, e segnalava che la decisione è stata assunta dal Consiglio di Amministrazione nella seduta del 9 maggio. L’importo minimo dell’offerta era quantificato in 3,1 milioni di euro, oltre Iva, da versare in una unica soluzione.
Si ha anche notizia che un qual certo interesse verso il Cinema Fiamma sia stato manifestato anche dal gruppo Netflix, che lo avrebbe pensato di utilizzarlo come vetrina di prestigio per alcune sue produzioni cinematografiche “made in Italy”, per anteprime ed altre operazioni di promozione…
Si ricordi che il 15 dicembre 2023, il Consiglio di Amministrazione del Csc, presieduto da Sergio Castellitto, aveva approvato il bilancio di previsione per l’anno 2024, che prevede ricavi per 17,3 milioni di euro, un budget sostanzialmente identico rispetto a quello del 2023 (che è stato di 17,2 milioni di euro), la gran parte derivante dal contributo del Ministero della Cultura, che è nell’ordine di 14,5 milioni di euro (circa 1 milione di euro viene dai contributi delle Regioni Sicilia, Piemonte e Lombardia, a sostegno delle tre sedi locali del Csc; circa 2 milioni derivano da entrate proprie, tasse di iscrizioni e ricavi da corsi di specializzazione e locazione della sede di Roma). I dipendenti del Csc sono circa 150…
Conclusivamente, il destino del Cinema Fiamma (dove nel 1960 – si ricordi – è stato tra l’altro proiettato per la prima volta “La dolce vita” di Federico Fellini) è quindi ora nelle mani di cinefili appassionati: ogni caso, sarà interessante comprendere se la sala verrà gestita con una logica squisitamente commerciale (ardita intrapresa), oppure se sarà destinata alla offerta di film “d’essai” (con dei privati in funzione supplente rispetto al possibile ruolo delle istituzioni pubbliche?!)…
[ Note: questo articolo è stato redatto senza avvalersi di strumenti di “intelligenza artificiale. ]
(*) Angelo Zaccone Teodosi è Presidente dell’Istituto italiano per l’Industria Culturale – IsICult (www.isicult.it) e curatore della rubrica IsICult “ilprincipenudo” per “Key4biz”.