In attesa che Consiglio e Parlamento Ue completino l’iter legislativo, la portabilità dei contenuti continua a restare al centro del dibattito europeo e nazionale dopo la pubblicazione della proposta di regolamento lo scorso 9 dicembre, mentre la proposta di revisione della direttiva sulla radiodiffusione via satellite e ritrasmissione via cavo e’ attesa per il prossimo 21 settembre
Le argomentazioni non sono semplici, tutt’altro.
Da un lato c’è l’obiettivo Ue di realizzare il Digital Single Market ma dall’altro c’è il bisogno di tutelare anche l’industria creativa.
E’ bene quindi far chiarezza su alcuni concetti chiave, riguardanti in particolare l’erosione dello sfruttamento territoriale dei diritti cinematografici e televisivi.
Secondo un recente Studio di Oxera e Oliver & Ohlbaum, le modifiche alla legislazione sul copyright e altre iniziative Ue potrebbero determinare una riduzione sostanziale degli investimenti in contenuti audiovisivi, con perdite per i consumatori fino a 9,3 miliardi di Euro l’anno, da intendere come perdita di accesso ai contenuti di cui godono attualmente, aumento dei prezzi o esclusione completa dal mercato.
Le proposte della Commissione hanno come obiettivo il miglioramento dell’accesso ai contenuti online per i consumatori europei, tuttavia presentano il concreto rischio di produrre l’effetto opposto.
Lo studio descrive come le caratteristiche peculiari di questi settori e la natura intrinsecamente rischiosa della produzione di contenuti audiovisivi portano a modelli finanziari di produzione fondati sulla libertà di concedere i contenuti in licenza su base territoriale esclusiva, attirando quindi i finanziamenti in fase di pre-produzione.
Una limitazione di questa libertà ridurrebbe drasticamente gli investimenti in nuovi contenuti, con conseguenti effetti negativi per il pubblico.
Ma vediamo più in dettaglio quanto rilevato da questi analisti.
L’audiovisivo vale 97 miliardi di euro l’anno
Impiega 0,7-1,1 milioni di persone
Cresce del 2% l’anno
L’industria sarà esposta a notevoli perdite nel breve periodo
* 8,2 miliardi di entrate perse per i produttori
* Possibili perdite fino al 48% per i contenuti televisivi locali di alcuni generi e fino al 37% per la produzione cinematografica
* Fino a 9,3 miliardi di Euro l’anno di perdite per i consumatori
Vista la significativa scala di questi impatti, le aziende di settore cercheranno di reagire, le risposte potrebbero essere le seguenti:
Gli impatti sarebbero maggiori nei Paesi a basso reddito
Rappresentanti di rilievo del settore hanno reagito:
- Chiedendo il mantenimento dell’integrità del principio di territorialità;
- Affermando la necessità che la Commissione europea riveda le sue proposte di erosione dello sfruttamento territoriale dei contenuti televisivi e cinematografici ed eviti qualsiasi proposta o altra iniziativa che possa rappresentare una minaccia per la concessione in licenza e il finanziamento dei contenuti televisivi e cinematografici, compresa la decisione di concedere licenze su base esclusivamente territoriale;
- Dichiarando che, pur condividendo l’obiettivo perseguito dalla Commissione di costruire un’economia digitale più forte per il cinema e la televisione, è necessario che la Commissione lavori con e non contro gli operatori del settore per il bene dei consumatori.
I produttori di molti paesi europei hanno espresso particolare preoccupazione circa la possibilità che una limitazione del principio di esclusività territoriale metta a repentaglio la loro capacità di ottenimento di finanziamenti pubblici e comprometta la possibilità di siglare accordi di co-produzione che garantiscono finanziamenti commerciali provenienti da altri Paesi prima dell’inizio delle riprese.
The Impact of Cross-Border Access to Audiovisual Content on EU Consumers