L’innovazione è sempre più un elemento decisivo per crescere sul territorio e competere sul mercato. La digital economy crea valore a partire dall’acquisizione di competenze nuove, dalla valorizzazione delle idee e dalla capacità di essere flessibili e di adattarsi ai cambiamenti e alle fasi più critiche.
Anche per il cinema è valida questa riflessione e a Milano un paio di sale hanno introdotto il “biglietto a prezzo variabile”. L’algoritmo fornito da Dynamitick stabilisce il costo di accesso agli spettacoli in base a una serie di variabili, come le condizioni atmosferiche e del traffico, la popolarità del titolo, degli attori e del regista, se le recensioni lo hanno bocciato o promosso, se la fascia oraria è quella a minor e maggiore afflusso.
Come hanno spiegato sul Corriere della sera i fondatori dell’impresa, Federico Quarato, Marco Alò e Massimo Dell’Erba, sono più di 40 le variabili che l’algoritmo prende in considerazione per stabilire il giusto prezzo del biglietto al cinema: “A nove mesi dall’introduzione del nuovo sistema di prezzo variabile, i cinema che utilizzano questa tecnologia sono stati in grado di aumentare gli spettatori del 18% e il fatturato del 15%. Recentemente, abbiamo introdotto il dynamic pricing anche nel settore sportivo italiano”.
In Italia hanno chiuso i battenti 857 cinema dal 2003 al 2014. I biglietti staccati ogni anno, secondo Anec, sono più o meno 100 milioni, più di 105 milioni nel 2016.
Ad oggi in Italia abbiamo 1202 cinema per 3.438 schermi.
Il prezzo del biglietto, invece, è aumentato del 10% nel periodo considerato.
Come spiegato anche sul sito dell’azienda, il dynamic ticket pricing è un innovativo modello di vendita nel ticketing che individua il “giusto prezzo” di ogni biglietto in base alla domanda del mercato, ai risultati di vendita, alla propensione alla spesa dei clienti e alle oscillazioni di specifiche variabili.
I dati sono elaborati da algoritmi di intelligenza artificiale.
Una soluzione tecnologica adatta per tutti quei settori che, a cominciare dallo spettacolo e dallo sport, devono fare i conti con il continuo calo dell’affluenza di spettatori e dei guadagni a causa di politiche di ticketing che non stimano correttamente la domanda e il prezzo dei biglietti.