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Cina, Xi annuncia: “Una Borsa a Pechino dedicata a Pmi innovative”

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La Cina creerà una Borsa a Pechino dedicata alle piccole e medie imprese innovative. L’annuncio è stato dato dal presidente cinese, Xi Jinping, nel breve discorso pronunciato in video-conferenza alla cerimonia di apertura della Ciftis, la China International Fair for Trade in Services, che si è aperta oggi a Pechino. 

“Ci apriremo a un livello più alto mettendo in atto una negative list per il commercio trans-frontaliero di servizi, aumentando il supporto al settore dei servizi dei Paesi che partecipano alla ‘Belt and Road’ ed esplorando lo sviluppo di zone dimostrative nazionali per lo sviluppo innovativo del commercio dei servizi”, ha dichiarato Xi. La Borsa di Pechino, ha aggiunto il presidente cinese, “sarà una base importante per le piccole e medie imprese innovative nei servizi”. 

Ad oggi le due principali Borse della Cina continentale si trovano nel centro finanziario di Shanghai e nella città meridionale di Shenzhen, al confine della terraferma con Hong Kong.

Xi: “Continueremo a sostenere lo sviluppo guidato dall’innovazione delle piccole e medie imprese”

“Continueremo a sostenere lo sviluppo guidato dall’innovazione delle piccole e medie imprese approfondendo la riforma del Nuovo Terzo Consiglio e istituendo la Borsa di Pechino come piattaforma principale al servizio delle PMI orientate all’innovazione”, ha spiegato Xi.

La Cina che cambia, le ultime novità su regole antitrust, CyberSecurity e data protection

Quella annunciata oggi da Xi è l’ultima di una serie di novità. Le altre adottate di recente riguardano l’ascesa delle politiche antitrust nei confronti dei gioielli tech, sulla protezione dei dati e la sicurezza informatica nel contesto di quella nazionale.

Infatti, ora ha anche un piano, da rispettare in tutta la Cina, l’aggressiva politica antitrust di Pechino nei confronti dei suoi gioielli tecnologici.

Il comitato centrale del partito comunista cinese e il Consiglio di Stato hanno pubblicato lo “schema di attuazione per la costruzione di un governo sotto lo Stato di diritto (2021-2025)”. 
È il piano con cui Pechino nei prossimi 5 anni vuole rafforzare la regolamentazione su settori chiave dell’economia del Paese, tra cui: la sicurezza nazionale, l’innovazione tecnologica (intelligenza artificiale, cloud computing, big data) e per fronteggiare i monopoli.

Cosa prevede il piano di Pechino per ingabbiare le società tech del Paese? 

Risottolineare la leadership del Partito Comunista rispetto al potere delle tech company cinesi per riaffermare lo Stato di diritto. Questo il senso del piano del governo cinese. Come dire, si definisce il principio, secondo cui si rispettano le regole definite da Pechino che ora, dopo aver fortemente favorito con la deregulation e gli aiuti di Stato i suoi giganti tech, vuole frenare le crescenti concentrazioni delle società digitali e la loro influenza nell’economia e nella vita sociale dei cinesi. 

Ecco come il governo cinese vuole aumentare il controllo sulle attività di questi giganti della tecnologia nel Paese:

Cybersecurity e data protection, le nuove leggi

Infine, nel Paese entra in vigore anche la legge sulla cybersecurity, che infligge pesanti sanzioni in caso di gravi violazioni, tra cui la sospensione dell’attività, revoca delle licenze commerciali e sanzioni fino a 10 milioni di yuan (1,55 milioni di dollari). Inoltre, è in fase di deliberazione un disegno di legge sulla protezione dei dati personali e il ministero dell’Industria e della tecnologia dell’informazione ha dichiarato lunedì di aver pubblicato una bozza di piano d’azione triennale per sviluppare l’industria della sicurezza informatica del Paese, stimando per il settore un valore più di 250 miliardi di yuan (38,6 miliardi di dollari) entro il 2023.

Per approfondire:

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