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Cina-Europa, Pechino nel porto di Amburgo con il 24,9%

Primi dieci Paesi per indice di presenza economica, un ruolo di supremazia nell’import-export a livello mondiale

La mossa tedesca per arginare il deficit commerciale -94,83% sul 2021

La Cina entra nel cuore dell’Europa. A monte di questo fondamentale risultato di Pechino che potenzia la sua presenza commerciale in Europa c’è il disavanzo tedesco della bilancia commerciale. Infatti, per la prima volta in più di trent’anni la Germania ha registrato un deficit commerciale mensile, in poche parole la spesa per le merci importate ha superato il guadagno per quelle vendute all’estero. Per la precisione le esportazioni tedesche a maggio 2022 sono diminuite dello 0,5% rispetto ad aprile, mentre le importazioni sono aumentate del 2,7%, segnando un divario di 1 miliardo di euro. Preannunciato da questo passivo registrato dalla bilancia commerciale a maggio il valore del surplus generato dall’export tedesco ad agosto 2022 è crollato del 94,83% rispetto allo stesso periodo nel 2021.

Import-Export, la crisi minaccia il ruolo da leader della Germania

Un colpo difficile da incassare per la Germania abituata ad avere, come potete vedere dal grafico in apertura che mostra i primi dieci Paesi per indice di presenza economica, un ruolo di supremazia nell’import-export a livello mondiale. Il Cancelliere Olaf Scholz per reagire a questa débâcle rischia così, con la decisione di cedere al colosso cinese Cosco il 24,9% di un terminal nel porto di Amburgo, di passare dalla dipendenza energetica verso la Russia a quella economica con la Cina.

Intesa Scholz – Xi Jinping: perché è importante la bilancia commerciale

La bilancia commerciale, ovvero la differenza tra il valore delle esportazioni e quello delle importazioni di merci, è un indicatore fondamentale della solidità di un’economia, analizzandola si può capire la decisione del Cancelliere Scholz di vendere alla Cina il 24,9% di uno dei quattro terminal del porto di Amburgo, il secondo più grande  in Europa dopo quello di Rotterdam.

Cina-Europa, la svolta sovranista della Germania non teme le sanzioni Usa

La bilancia commerciale tedesca, come detto in apertura, ha chiuso agosto 2022 con un surplus di soli 0,6 miliardi di euro. L’anno prima il saldo era di +11,6 miliardi di euro; risultato una variazione percentuale del –94,83%. Per la Germania, al centro del ciclone della tempesta perfetta che si è scatenata sull’Europa, questo basta e avanza per annunciare una svolta economica squisitamente sovranista: potenziare gli scambi economici nei settori strategici (come l’automotive) con la Cina al grido di “Deutschland über alles” dove alles (tutto) si legge Nato.

Rapporti Usa – Cina, cosa s’intende per decoupling

Sì, perché la scelta tedesca di potenziare la sponda commerciale con la Repubblica Popolare Cinese vuol dire non allinearsi al piano Usa di un progressivo decoupling, disaccoppiamento economico, dalla Cina. Ma non solo, la “dote” tedesca offerta ai cinesi e il conseguente piano di accordi economici tra i due Paesi renderebbe Berlino dipendente da Pechino e nel caso di un’invasione cinese di Taiwan o, ancora peggio, di un sostegno della Cina alle operazioni russe in Ucraina potrebbe farsi avanti lo scenario di un inaspettato regime sanzionatorio se la Germania non si allineasse al blocco occidentale, soprattutto ora che Xi Jinping ha mostrato al mondo, durante il XX Congresso del Pcc, la linea “imperialista” del suo terzo mandato.

Ventesimo congresso del Pcc, Xi Jinping rimuove dall’aula l’ex presidente Hu Jintao

Il leader cinese ha infatti “fatto fuori” dal Pcc tutti i sostenitori di una posizione meno conflittuale con l’occidente, modificando per il 65% i membri del Comitato Centrale, decidendo così di rimanere sempre più solo al potere circondato solo da fedelissimi. A dimostrazione della nuova linea alla fine del Congresso, davanti a tutta la stampa estera, Xi Jinping ha fatto allontanare di peso dalla scorta l‘ex leader Hu Jintao che gli sedeva accanto. Un gesto escogitato per umiliare la vecchia guardia dei dirigenti comunisti anche se la linea ufficiale diffusa dai media cinesi parla di “problemi di salute” per i quali il vecchio leader sarebbe stato accompagnato fuori dall’aula dove si svolgevano i lavori del Congresso. Tuttavia il video con l’espressione stupita e afflitta di Hu Jintao non lascia molti dubbi sul vero significato dell’accaduto.

Cina-Europa, l’accordo commerciale vale 500 miliardi l’anno

Ma in questa situazione come si comporterà Bruxelles? Per adesso i rapporti economici Ue-Cina sono congelati fino a quando non sarà firmata la ratifica dell’accordo bilaterale “Comprehensive Agreement on Investment” (CAI). Il super accordo commerciale da 500 miliardi di euro all’anno, siglato nel 2020 e per il quale ci sono voluti 7 anni di trattative e 35 round negoziali come calcola l’Ispi in un report dedicato, potrebbe essere rivisto per inserire la direttiva sulla rendicontazione di sostenibilità aziendale, il divieto d’importazione di prodotti realizzati violando i diritti dei lavoratori e la cosiddetta carbon tax, ovvero il dazio sulle merci in entrata prodotte con metodi che non rispettano i parametri ecologici comunitari.

La nuova Via della Seta, il progetto di Xi Jinping per connettere l’Eurasia

La posizione dell’Ue è quindi quella di contenere e limitare la penetrazione cinese nel mercato europeo, ma il “piede in due scarpe” della Germania non aiuta di certo. Infatti, con l’entrata dei cinesi nell’hub di Amburgo, Pechino guadagna dopo il porto del Pireo controllato per il 67%, il secondo strategico passo avanti nella creazione della nuova Via della Seta, il progetto infrastrutturale con cui Xin Jinping mira a interconnettere l’Eurasia sul piano commerciale.

I dati si riferiscono al: 2022
Fonte: Eurostat – Elcano – Ispi

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