In Cina migliaia di utenti WeChat, che hanno condiviso le foto della rara protesta contro Xi Jinping, si sono visti bloccare i loro account: alcuni per 24 ore, altri sono stati bannati per sempre. L’app di Tencent nel Paese è essenziale per la vita quotidiana. Praticamente si fa quasi tutto con WeChat. Ha un impatto pratico significativo sugli individui, poiché ora sono bloccati dall’utilizzo dei numerosi servizi digitali legati ai loro account, dai codici QR sanitari agli abbonamenti online fino ai pagamenti digitali.
Le rare proteste
Un incendio a Pechino e due striscioni scritti a mano su un cavalcavia autostradale (il ponte Sitong) che chiedevano le dimissioni del presidente Xi Jinping, definito “dittatore e traditore” e la fine delle politiche zero-Covid. Uno degli striscioni di protesta appesi al ponte chiamava alla mobilitazione nelle scuole e nei luoghi, mentre sull’altro c’era scritto “Non vogliamo test PCR, vogliamo cibo, non vogliamo lockdown, vogliamo libertà”.
Sono queste a ora le uniche prove di protesta in Cina in occasione del ventesimo Congresso del Partito, l’evento più atteso e importante degli ultimi anni. Timidi cenni di protesta, che però hanno scatenato la furia della censura cinese. Le foto e i video dei due striscioni accanto alla colonna di fumo sono infatti rimbalzate su Internet in Cina.
La censura social
WeChat di Tencent e il servizio Weibo (simile a Twitter) hanno cancellato tutte le menzioni e le immagini della protesta e hanno disabilitato migliaia di account di utenti per aver violato le policy su Internet
Tre utenti WeChat che hanno parlato con il Financial Times hanno condiviso le notifiche che avevano ricevuto, sottolineando come il divieto di tutti i servizi WeChat oltre ai pagamenti “non potrà mai essere rimosso. Sembra che qualcuno ti stia soffocando”, ha detto Tom Chen, bannato dopo aver condiviso una foto della protesta con un amico.
Chen dice di aver inviato una foto della protesta a una chat di gruppo alle 13:11 ora di Pechino giovedì scorso, e il suo account è stato permanentemente vietato alle 17:35. La decisione è stata presa “secondo le politiche Internet pertinenti e le leggi e i regolamenti”, si legge nella notifica standard di WeChat.
Centinaia di utenti WeChat hanno chiesto la restituzione dei loro account nei messaggi dei social media al servizio clienti di Tencent.
“Ho profondamente riflettuto e rimpiango le mie azioni e mi impegno a usare WeChat legalmente da ora in poi e in futuro”, ha implorato un utente. “Per favore, dammi l’opportunità. Contribuirò positivamente alla società”. Nel frattempo, Weibo ha bloccato tutti i risultati per una serie di parole chiave collegate all’incidente, tra cui “ponte”, “bravi”, “guerriero”, perfino “Pechino” e “coraggio”.
I funzionari cinesi hanno trascorso mesi a prepararsi al congresso del partito. Il ministero della pubblica sicurezza poi ha lanciato un’operazione che ha portato all’arresto di 1,4 milioni di persone.
La censura su WeChat quasi in tempo reale, un avvertimento per tutti i cinesi
Un regolamento del 2017 della China Cyberspace Administration si rivolge alle chat di gruppo online e vieta sia alle piattaforme che agli utenti di “diffondere contenuti vietati dalle leggi e dai regolamenti pertinenti”. Nel 2021, le popolari piattaforme di social media Douban e Weibo sono state multate pubblicamente per milioni di yuan per aver permesso di vedere contenuti “illegali” sulle loro piattaforme.
I termini e le condizioni di WeChat hanno una lunga sezione su quali contenuti sono vietati, ma sono specifici solo quando illustrano esempi di truffe, spam, voci, gioco d’azzardo o pornografia. Non dà alcun esempio del contenuto politicamente sensibile che censura. Tuttavia, è noto che l’invio di contenuti politicamente sensibili su WeChat, anche negli scambi privati, può comportare la sospensione dell’account, come già accaduto in proteste passate.
La sospensione di massa ha anche un effetto sulla società nel suo complesso: un esempio di quanto rapidamente la macchina della censura cinese funzioni per mettere a tacere il dissenso non farà che raffreddare ulteriormente queste voci in futuro. Proteste come l’ultima sono già rare in Cina oggi, e domani lo saranno ancora di più.