Dalla fondazione dello Stato i musulmani residenti sono cresciuti del 90,5%
Si fa presto a dire Stato di Israele o “popolo di Israele” identificando il Paese mediorientale come la patria esclusiva del popolo ebraico. La realtà è invece quella di un territorio variegato dal punto di vista etno-religioso e particolarmente importante anche per il mondo arabo. E allora, visto che dopo il 7 ottobre 2023, data che verrà ricordata come l’inizio della guerra contro Hamas e come un punto di svolta per la storia del Paese, l’attenzione verso la società israeliana è molto alta. Vediamo come è composta considerando che dei 15,2 milioni di ebrei nel mondo, il 47% risiede in Israele.
Israele cruciale per il mondo ebraico, musulmano e palestinese
Parliamo di un territorio di 22.072 chilometri quadrati la cui densità di popolazione è molto alta: 373,2 persone per km2. In Israele sono presenti a maggioranza due religioni, quella ebraica e quella musulmana, che da sole rappresentano la fetta più consistente della popolazione locale, come mostra il grafico qui sopra. Ma Israele è anche terra di accoglienza per diverse minoranze: dai drusi ai circassi.
La popolazione residente: 9 milioni e 842mila persone
Secondo gli ultimi dati dell’’Ufficio centrale israeliano di statistica, al primo gennaio 2024 la popolazione residente contava 9 milioni e 842mila persone. Nel 1948, anno della Fondazione gli abitanti erano appena 806mila che sono cresciute in modo esponenziale e che, soprattutto, continuano a crescere: tra il 2019 e il 2022 l’aumento dei residenti è stato del 7,7%. Nel 2021 è stato raggiunto il picco di abitanti arrivati a 9 milioni e 998mila.
Passiamo ai palestinesi. Con questo termine intendiamo una popolazione originario della Palestina, che parla la lingua araba e professa in larga maggioranza la religione islamica sunnita e che ha lasciato il territorio oggi corrispondente allo Stato di Israele dopo la sua fondazione nel 1948. Nel mondo vivono circa 14 milioni di palestinesi mentre tra la Cisgiordania e della Striscia di Gaza, territori che compongono lo “Stato di Palestina”, non riconosciuto a livello internazionale, vivono 5.500.000 di persone.
Israele e religione: religione musulmana in crescita del 90,5%
Ma vediamo come è composta la popolazione di Israele in base alla religione. Nel 2022 le persone di religione musulmana sono 1 milione 747 mila, il 18,1% del totale; gli ebrei sono 7 milioni 101mila cioè il 73,5%. Seguono i drusi, che sono 150mila e rappresentano l’1,6% del totale e i cristiani sono 185mila l’ 1,9% del totale. Se guardiamo alle due religioni principali, quella ebraica e quella musulmana, osserviamo che la quota di credenti di fede musulmana è cresciuta rispetto all’anno della fondazione dello Stato di Israele, mentre quella ebraica è diminuita: tra il 1949 e il 2022, la popolazione di religione ebraica è infatti calata del 14,9% mentre quella di religione musulmana è cresciuta del 90,5%.
Israele ed etnie: ebrei e musulmani, ma anche cristiani non arabi
La popolazione ebraica di Israele alla fine del 2023 contava 7 milioni e 208mila persone (il 73,2%) mentre 2 milioni 80mila persone (il 21,1%) erano arabi. Quelli identificati dalle statistiche ufficiali come “altri” (cristiani non arabi, baha’i, samaritani, ebrei caraiti, avventisti, ebrei messianici, testimoni di Geova e immigrati dall’ex Unione Sovietica, che si identificano come ebrei ma che non soddisfano i requisiti della definizione ebraica ortodossa di “ebreo” che il governo utilizza per le procedure civili), costituiscono il 5,7% della popolazione pari a 554mila persone.
Minoranze di Israele: dai beduini ai drusi
Ecco quali sono le principali minoranze che abitano in Israele.
- Arabi beduini: sono musulmani (stimati in circa 25omila) e appartengono a circa 30 tribù. La maggioranza delle quali sono sparse su una vasta area nel sud del Paese. Un tempo pastori nomadi, i beduini sono attualmente in transizione da un quadro sociale tribale a una società stabilmente stanziata e stanno gradualmente entrando nella forza lavoro israeliana.
- Arabi cristiani: circa 123mila arabi cristiani vivono principalmente nelle aree urbane, tra cui Nazareth, Shfar’am e Haifa. Sebbene molte denominazioni siano nominalmente rappresentate, la maggioranza è affiliata alle chiese greco-cattolica, greco-ortodossa e cattolica romana.
- I drusi: circa 122mila persone di lingua araba che vivono in 22 villaggi nel nord di Israele, costituiscono una comunità culturale, sociale e religiosa separata conosciuta come i drusi. Sebbene la religione drusa non sia accessibile agli estranei, un aspetto noto della sua filosofia è il concetto di taqiyya, che richiede la completa lealtà dei suoi aderenti al governo del paese in cui risiedono.
- I circassi: costituiti da circa 4mila persone concentrate in due villaggi settentrionali, i circassi sono musulmani sunniti, sebbene non condividano né l’origine araba né il background culturale della più ampia comunità islamica. Pur mantenendo un’identità etnica distinta, partecipano agli affari economici e nazionali di Israele senza assimilarsi né alla società ebraica né alla comunità musulmana.
- Gli aramei: ristretta minoranza in Israele, con solo circa 200 famiglie che risiedono nello Stato. Sono cristiani israeliani e, per la prima volta a partire da settembre 2014, costituiscono un gruppo etnico definito individualmente e non devono più identificarsi come arabi in Israele.
I dati si riferiscono al: 1948-2024
Fonte: Ufficio centrale israeliano di statistica