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Chip: Samsung investe negli Usa, TSMC in Giappone. In Italia si aspetta Intel

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Nel nostro Paese è aperta la partita su dove ospitare il nuovo impianto del colosso Intel. L'Etna Valley, sede della multinazionale italo-francese STMicroelectronics, ed il Piemonte, in vantaggio non solo grazie ai siti adeguati ma soprattutto sulle capacità tecniche e la filiera che potrebbe supportare la produzione.

L’infinita carenza globale di chip utilizzati nei telefoni, nelle automobili e in altri dispositivi elettronici, sta portando le multinazionali in collaborazione con i maggiori Paesi industrializzati ad una corsa agli investimenti mai vista in passato.

Negli Stati Uniti ad esempio, il colosso coreano Samsung ha annunciato di investire circa 17 miliardi di dollari per costruire un impianto di produzione di semiconduttori a Taylor, in Texas.

La società ha osservato che il nuovo impianto di produzione produrrà chip logici avanzati che alimenteranno i dispositivi di prossima generazione per applicazioni come la telefonia mobile, 5G, calcolo ad alte prestazioni e intelligenza artificiale. Il sito di Taylor si estenderà su più di 5 milioni di metri quadrati.

L’impianto di chip creerà più di 2000 posti di lavoro ad alta tecnologia, migliaia di impieghi indiretti e un minimo di 6500 posti di lavoro nell’edilizia. La costruzione inizierà all’inizio del 2022 con l’obiettivo di iniziare la produzione nella seconda metà del 2024.

Si tratta del più grande investimento mai effettuato da Samsung negli Stati Uniti e migliorerà la resistenza della catena di approvvigionamento di chip logici cruciali.

L’investimento porterà l’investimento totale della società sudcoreana negli Stati Uniti a più di 47 miliardi di dollari dall’inizio delle operazioni nel paese nel 1978. La società ha ora più di 20mila dipendenti in tutti gli Usa, ha indicato oggi il gruppo.

I 17 miliardi di dollari in investimenti di capitale includono edifici, miglioramenti immobiliari, macchinari e attrezzature. Una sovvenzione Texas Enterprise Fund di 27 milioni di dollari è stata estesa a Samsung per la creazione di posti di lavoro. Inoltre, secondo il sito web della contea, il 90% delle tasse sulla proprietà di Samsung verrà annullato per 10 anni se raggiunge determinati obiettivi di assunzione e investimento

Chip: il Giappone investirà 4,6 miliardi di euro per la costruzione di uno stabilimento della TSMC

Altri investimenti alla produzione di semiconduttori arrivano dal governo giapponese, che, secondo i media locali, stanzierà circa 600 miliardi di yen, l’equivalente di 4,6 miliardi di euro, dal budget supplementare per l’anno fiscale in corso per finanziare lo sviluppo della produzione di semiconduttori, inclusa la costruzione di uno stabilimento della Taiwan Semiconductor Manufacturing (Tsmc) nella prefettura di Kumamoto.

Lo anticipa il giornale online Nikkei, precisando che, nello specifico, l’investimento a sud ovest dell’arcipelago consiste in circa 400 miliardi di yen (3,10 miliardi di euro), circa la metà del costo totale previsto da Tsmc con la partner giapponese Sony. I fondi residui andranno a sostenere la creazione di altri fabbriche specializzate, incluso il progetto di cooperazione tra la statunitense Micron Technology e l’azienda nipponica Kioxia Holdings.

Tokyo ritiene essenziale stabilizzare l’offerta per garantire la sostenibilità di settori chiave della propria economia, ed ha per questo stabilito di incrementare un sistema di produzione locale. Al tempo stesso la Tsmc sta cercando di espandere le proprie attività all’estero, e di recente ha aperto un centro di ricerca avanzata a Tsukuba, nella prefettura di Ibaraki, a nord della capitale Tokyo.

Alla fine degli anni ’80 il Giappone era il primo produttore di chip con una quota di mercato mondiale vicina al 50%, me negli anni recenti, con l’ascesa delle compagnie cinesi e taiwanesi, la percentuale si è ridotta progressivamente al 10%.

In Italia si aspetta Intel

Nel nostro Paese è aperta la partita su dove ospitare il nuovo impianto del colosso Intel. L’Etna Valley, sede della multinazionale italo-francese STMicroelectronics, ed il Piemonte, in vantaggio non solo grazie ai siti adeguati ma soprattutto sulle capacità tecniche e la filiera che potrebbe supportare la produzione.

A confermare la trattativa con Intel, in particolar modo della scelta piemontese, il ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti, al rientro della visita negli Usa. “La trattativa c’è, abbiamo avuto una serie di incontri, ma la riservatezza aiuta in questi casi”, ha detto il responsabile del Mise. Il ministro ha inoltre sottolineato che società come Intel non cercano solo sgravi ma anche un ambiente di innovazione che fa la differenza.

La Regione ha individuato due aree per accogliere la parte produttiva e in cui è possibile costruire uno stabilimento da zero: a Galliate, vicino Novara, che ha il vantaggio di fonti d’acqua vicine e una seconda area a Sud di Vercelli, vicino a Larizzate. Altre otto aree sono state identificate solo per il back end, cioè l’impacchettamento dei chip, e hanno dimensioni variabili. Tra queste c’è l’ex ThyssenKrupp di corso Regina Margherita e l’ex Pininfarina di San Giorgio Canavese e Bairo.

La fabbrica potrebbe dare lavoro a oltre 1.000 persone. E il governo starebbe cercando di convincere Intel proponendo agevolazioni sul costo di energia e lavoro. L’obiettivo sarebbe chiudere l’intesa entro fine anno. Secondo l’agenzia Reuters, l’investimento, con una quota di contributo pubblico, ammonterebbe ad almeno 4 miliardi, che potrebbero raddoppiare sulla base delle dimensioni che assumerà la presenza di Intel in Europa. La produzione dei componenti sarà concentrata in Germania, con ogni probabilità a Dresda.

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