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Chip, in Italia arriva l’investimento da 3,2 miliardi di euro di Silicon Box

Una bella notizia per l’Italia (del Nord). Sfumato il progetto Intel, il Governo italiano chiude un accordo con Silicon Box per un investimento produttivo nel settore dei semiconduttori da 3,2 miliardi di euro.

Il progetto della società di Singapore Silicon Box è stato annunciato ufficialmente ieri dal ministro per le Imprese e il made in Italy Adolfo Urso assieme ai vertici del colosso asiatico. La nuova fabbrica sarà situata nel Nord Italia ma il luogo esatto resta ancora top secret: “Stiamo ancora valutando le possibili location in base a una serie di fattori come il contesto, le infrastrutture, la presenza di istituti di ricerca di università, ma contiamo di avviare l’investimento nei prossimi mesi e comunque entro l’anno”, ha spiegato Byung Joon (BJ) Han, co-fondatore e Ceo di Silicon Box, la startup creata circa tre anni fa dagli stessi fondatori di Marvell technology group, casa produttrice di semiconduttori statunitense fondata nel 1995. La società di Singapore si è specializzata nella realizzazione dei cosiddetti chiplet, minuscoli circuiti integrati grandi come granelli di sabbia, progettati per poter svolgere funzioni diverse ed essere assemblati con altri chiplet su interfacce elettriche, creando così un unico processore in grado di alimentare diversi hardware, dai data center agli elettrodomestici.

Per l’investimento bisogna attendere l’ok dell’Europa

L’investimento di Silicon box si inserisce a pieno titolo nella strategia europea segnata dal Chips act e nella strategia italiana per la microelettronica. Il Piano nazionale sulla microelettronica “ha avuto i suoi frutti e questo è il primo di una significativa serie di investimenti che annunceremo nel corso dell’anno”, ha spiegato il ministro. Si tratta di un investimento “importante, significativo”, ma soprattutto “strategico nella microelettronica, settore che ci rafforza nel nostro ruolo leader in Europa in merito agli investimenti delle nuove frontiere della tecnologia”, ha aggiunto. In Europa, Silicon box rappresenta il tassello finora mancante per rafforzare la catena del valore, in quanto primo investimento nell’advanced backend per la produzione di chiplet, e in Italia rafforza ulteriormente il settore in linea con la strategia chips che vede il Paese puntare sul chips design, i nuovi materiali e l’assemblaggio avanzato. La progettazione e la pianificazione sono già in corso, mentre per l’effettivo inizio lavori si dovrà attendere l’approvazione della Commissione europea.

“I recenti sconvolgimenti globali sottolineano la necessità di costruire una catena di approvvigionamento più resiliente per i semiconduttori in Europa e il governo mette i chip e la microelettronica al centro delle priorità strategiche”, ha chiarito il ministro. “Questa iniziativa testimonia ancora una volta che siamo in grado di attrarre gli interessi dei player tecnologici globali e che l’Italia è in corsa per ricoprire una posizione di leadership nel settore. Siamo convinti che questa nuova struttura fungerà da catalizzatore per ulteriori investimenti e innovazioni in Italia”, ha concluso. “L’Italia è stata la prima scelta per la nostra espansione globale”, ha dichiarato il Dr. Byung Joon (BJ) Han, co-fondatore e Ad di Silicon box. “Crediamo che l’innovazione dei nostri Paesi sia guidata da valori culturali simili, che abbracciano curiosità, passione e un instancabile impegno verso l’eccellenza”, ha concluso.

Secondo quanto affermato da Silicon Box, la nuova sede dovrebbe vedere la luce nel Nord Italia. “Stiamo ancora valutando le possibili location in base a una serie di fattori come il contesto, le infrastrutture, la presenza di istituti di ricerca di università, ma contiamo di avviare l’investimento nei prossimi mesi e comunque entro l’anno”, ha aggiunto Byung Joon (BJ) Han.

La nuova sede quindi vedrà la luce presto con l’effettivo inizio dei lavori che dovrà però attendere l’approvazione della Commissione Europea, nel Nord Italia. Snobbata anche questa volta l’Etna Valley.

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