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Chip, Biden pronto a stop export dei Paesi alleati verso la Cina, con esenzione per Giappone e Olanda?

 La bozza del nuovo provvedimento anti cinese

Secondo un lancio Reuters il Presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, sarebbe pronto a firmare un nuovo provvedimento per limitare drasticamente l’export di apparecchiature strategiche per la produzione di semiconduttori dai Paesi alleati verso la Cina.

La notizia sarebbe trapelata da fonti a conoscenza del documento, che hanno chiesto di rimanere anonime. Il provvedimento, al momento in forma di bozza, potrebbe essere firmato da Biden entro agosto.

L’obiettivo è sempre lo stesso: favorire imprese americane in primis, i mercati occidentali in generale e garantire una posizione dominante al ‘made in America’ comunque vada.

A quanto riportato dall’agenzia, però, non tutti i Paesi alleati degli Stati Uniti saranno tenuti a rispettare questo possibile nuovo giro di vite sulle forniture di apparecchiature industriali alla Cina per la produzione di chip di nuova generazione.

Esclusi dal giro di vite Giappone, Olanda e Corea?

Sembrerebbero esentate le imprese di Giappone, Paesi Bassi e Corea del Sud. Il condizionale è d’obbligo, anche perché, se confermata la notizia, questa scelta limiterebbe non poco l’efficacia del nuovo provvedimento.

Questi tre Paesi, infatti, ospitano le sedi principali di tre giganti del settore: ASML in Olanda, Tokyo Electron in Giappone e Samsung in Corea del Sud, che hanno la Cina come mercato di riferimento.

Le azioni ASML sono balzate del 6,5% nelle contrattazioni mattutine di Amsterdam, mentre le azioni Tokyo Electron hanno chiuso in rialzo del 7,4%. Anche altri produttori giapponesi di apparecchiature correlate ai chip hanno registrato forti guadagni: ad esempio Screen Holdings +9% e Advantest +4,5%.

Il rimbalzo a Wall Street è stato, ovviamente, più che positivo, secondo quanto riportato da Milano Finanza: nel pre-market Nvidia cresce del 6,6%, Intel del 2,3%, Qualcomm del 3,3%, Broadcom del 5,9%.
Tutti campioni americani del settore.

Sorte diversa per le imprese di Israele, Taiwan, Singapore e Malesia, che rientrerebbero a pieno in questo nuovo provvedimento di blocco dell’export verso Pechino.

Un provvedimento a favore di alcuni Paesi

Difficile stabilire a priori i motivi di questa scelta ‘salva Olanda, Giappone e Corea’, ma di sicuro sono da ricercare nella crisi geopolitica di questi anni nel Pacifico e in Europa.
Giappone e Corea del Sud giocano un ruolo chiave nel contenimento dell’espansione commerciale e tecnologica cinese nel quadrante Indo-Pacifico.
L’Olanda è un Paese chiave nelle strategie americane e Nato in Europa in funzione anti-russa.

Indebolire il potenziale tecnologico e militare cinese

La mossa è tesa ad indebolire l’industria cinese delle tecnologie più avanzate per il supercalcolo, l’intelligenza artificiale e l’elettrificazione.

In particolare le prime due categorie, che sono considerate fondamentali anche per l’avanzamento in campo militare e di intelligence.

Sempre secondo la Reuters, gli Stati Uniti intendono aggiungere 120 organizzazioni cinesi alla lista delle attività commerciali soggette a restrizioni, che comprenderà diverse fabbriche di produzione di chip, oltre a produttori di componenti, fornitori di software EDA (electronic design automation) e società collegate.

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