Il Giappone lancia mega piano di investimenti in chip AI
I chip di intelligenza artificiale (AI) sono diventati fondamentali nello sviluppo e nell’applicazione delle più avanzate soluzioni di AI che stanno letteralmente rivoluzionando la nostra quotidianità, ma soprattutto le industrie e i settori economici più strategici a livello di sistema Paese. Per questo il Giappone ha annunciato un piano di investimenti dedicato di 65 miliardi di dollari (10.000 miliardi di yen) da portare a termine entro il 2030.
Secondo un articolo pubblicato da Reuters, i fondi saranno impiegati per accelerare, rafforzare ed ampliare la produzione di chip di prossima generazione, in particolare chip AI.
Il piano fa parte del programma di spesa per l’industria dei semiconduttori annunciato dal Primo ministro del Giappone, Shigeru Ishiba, da 325 miliardi di dollari (50.000 miliardi di yen), che abbraccia un decennio intero.
La nuova fonderia di Rapidus
Ad esempio, una fetta di queste risorse andrà ad ampliare la fonderia di Rapidus, nuovo produttore di microchip fondato da un consorzio pubblico-privato giapponese che, insieme a NTT, NEC e SoftBank, sta collaborando con IBM e Imec.
La fonderia dovrebbe iniziare le operazioni commerciali in Hokkaido entro aprile 2025, mentre le attività produttive si stima raggiungeranno i massimi livelli entro il 2027.
Produzione di chip AI fondamentale per il futuro dell’industria nazionale
Le infrastrutture nazionali a supporto della produzione industriale di chip AI è uno dei fattori chiave per il successo dell’economia nazionale sullo scacchiere globale. Ma non solo. Al centro delle preoccupazioni delle principali economie mondiali c’è anche il pericolo di nuovi dazi commerciali che il nuovo Presidente degli Stati Uniti, Donald trump, potrebbe imporre su semiconduttori e materie prime.
Non è un caso che l’annuncio di Tokyo arriva ben prima che Trump prenda effettivamente posto alla Casa Bianca e che quindi diventi operativo.
Il piano di investimenti dovrà essere approvato dal Governo giapponese entro il 22 novembre prossimo, ma, nonostante il volume notevole della spesa, quella dei chip è una voce a cui nessun Paese avanzato può rinunciare.
Le decisioni di Trump, i dazi e la catena di approvvigionamento
Lo scontro commerciale tra Stati Uniti e Cina sta avendo ampie ripercussioni su scala mondiale, obbligando tutti a prendere una posizione e trovare una strada per garantirsi un mercato.
Centrale in questo è disporre di una infrastruttura di approvvigionamento resiliente ed efficiente, perché le forniture di silicio sono irrinunciabili in quest’industria.
Nessuno sa cosa Trump potrà fare o deciderà di fare a riguardo, ma basta anche solo alimentare un clima di maggiore incertezza per causare panico nel mercato e mettere nei guai un’industria nazionale.
La mossa di Tokyo potrebbe in questo senso anticipare possibili situazioni di criticità, rafforzando la propria supply chain e sviluppando l’industria strategica dei chip AI.