Si chiama Giulietta la ragazzina che sta facendo agitare i social dopo avere criticato Chiara Ferragni per una foto seminuda pubblicata su Instagram.
L’influencer e imprenditrice sta promuovendo in questi giorni la seconda stagione della serie The Ferragnez, continuando a documentare anche via Instagram i momenti salienti della sua giornata, scatenando puntualmente le critiche di una parte dei suoi follower. In queste ore l’influencer e imprenditrice è stata attaccata dalla sue fan più giovani dopo la pubblicazione di una foto in cui la 36enne appare seminuda.
Tra i tanti commenti a quella foto sono apparsi anche quelli di una campionessa di equitazione di 11 anni che ha voluto interrogare l’influencer sul messaggio che arriva da quella foto.
“Quale è il messaggio per noi ragazzine? – domanda Giulietta – Che per farci notare dobbiamo metterci nude?”. Già, ragazzine, anzi poco più che bambine, perché Giulietta ha 11 anni e sta per concludere la prima media. Promessa dell’equitazione, vanta già diversi ori nella sua categoria.
“Compro tante cose tue, quaderni, costumi da bagno, vestiti, mi piacciono molto. Però ultimamente trovo che tante foto sono diventate volgari e danno messaggi sbagliati. Non c’è un senso a questa foto. Mia mamma ha 34 anni e le foto in costume al mare le mette, ho una bella mamma ma se mettesse una foto così io mi sentirei malissimo, penserei che mi devo vergognare del suo comportamento, non ne sarei per niente fiera”. E poi: “Io ho 11 anni (quasi 12) e se vedo ragazzine di 15 anni che si fanno ste foto penso che sinceramente siano inadeguate. A maggior ragione che senso ha che lo faccia tu? In questa foto non fai vedere vestiti o costumi da bagno ma praticamente te stessa nuda”.
La mamma di Giulietta commenta: “Ha fatto tutto da sola, ipocrita chi critica il fatto che abbia 11 anni”
“Ha fatto tutto da sola, abbiamo scoperto di quel post perché ci hanno inviato un link… Lei è una ragazzina molto matura che sa ragionare, mi dispiace che alcuni commentatori invece di notare questo abbiano criticato il fatto che a 11 anni abbia un profilo social”, ha commentato ieri a Repubblica la madre dell’11enne Viktoria Dedola.
“In realtà questa è ipocrisia pura, perché la maggior parte dei ragazzini ce l’ha o usa quello dei genitori. Lei ne fa un uso responsabile, soprattutto per la sua attività sportiva. Non voglio che ci resti male nel leggere alcune cose, per questo ho disattivato le notifiche”, ha aggiunto.
Dedola dichiara di aver trovato “giusto e maturo il commento espresso dalla mia Giulietta” e che persino suo marito – e padre della 11enne – “le ha mandato un messaggio complimentandosi con lei”. La donna ha raccontato a Repubblica di aver insegnato alla figlia come usare Instagram in modo corretto ed educato, sfruttandolo soprattutto come vetrina per lo sport che pratica: l’equitazione.
Insomma la mamma di Giulietta ha detto chiaramente che il profilo Instagram è gestito dalla figlia in maniera autonoma. Tutto normale? No. Il comportamento va contro le regole di age verification come si legge nelle policy di sicurezza di utilizzo della piattaforma.
Dopo la pubblicazione del commento l’account di Giulietta era stato inizialmente sospeso, salvo poi ritornare online dopo un paio d’ore. Matteo Flora su Twitter scrive che “probabilmente sono stati dati a Meta i documenti di un adulto post-verifica”. Ma i genitori non avevano detto che ha fatto tutto lei da sola? Dunque basta un documento di un genitore per confermare che il profilo social di una bambina è gestito da un genitore, quando in realtà non è vero.
Sono curioso di capire come potranno i genitori della piccola #influencer dichiarare a Meta che sono LORO che usano il profilo, e non la figlia, dopo che hanno dichiarato in multiple interviste che:
— Matteo G.P. Flora (@lastknight) May 29, 2023
– Il padre si è congratulato del post (quindi non lo sapeva)
– La madre dice… pic.twitter.com/YoGVq0pbrA
Age verification: il Garante Privacy punta al modello francese
Guido Scorza, membro del collegio del Garante della Privacy, ha recentemente affermato in un’intervista che una delle questioni prioritarie da affrontare in ambito privacy nel corso del 2023 è la proliferazione dei minori su internet e, di conseguenza, l’individuazione di un efficiente sistema di age verification. Il modello da seguire, dice Scorza, sarebbe quello “francese”.
Il garante francese CNIL ha recentemente fatto un’analisi dei pro e contro dei sistemi esistenti di age verification. I siti che distribuiscono contenuti non destinati a minori di norma richiedono che i visitatori confermino la maggiore età con un semplice click.
L’efficacia di questo approccio è evidentemente scarsa, e il 44% degli utenti fra 11 e 18 anni in Francia ammette di aver mentito sulla loro età su Internet.
Nel tentativo di affrontare questo problema, l’articolo 227-24 del codice penale francese è stato aggiornato nel 2020 per specificare che il reato di diffusione di un messaggio pornografico che può essere ricevuto da un minore può configurarsi anche quando l’accesso a tale messaggio è subordinato a una dichiarazione che attesti che il destinatario ha compiuto il diciottesimo anno di età.
Tuttavia, la legge tace sui mezzi tecnici che devono essere adottati dagli operatori del sito web per evitare responsabilità. In pratica, il decreto n. 2021-1306 del 7 ottobre 2021 affida all’autorità pubblica francese di regolamentazione per le comunicazioni audiovisive e digitali (ARCOM) il compito di elaborare linee guida che precisino l’affidabilità delle procedure tecniche che i siti web devono mettere in atto per impedire l’accesso da minori. Tuttavia, ARCOM ha avviato un contenzioso contro gli editori di siti pornografici piuttosto che emettere codici di condotta per questi operatori.
Pro e contro dei sistemi esistenti di age verification
È in questo contesto che la CNIL, il 28 luglio 2022, ha pubblicato raccomandazioni che invitano allo sviluppo di soluzioni più efficaci e rispettose della privacy per il controllo dell’età. I punti chiave sono i seguenti:
In primo luogo, la CNIL afferma la sua preferenza per l’uso di dispositivi controllati dall’utente come i controlli parentali. Tuttavia, esiste un limite a questo approccio poiché la legge attribuisce la responsabilità agli editori di siti Web per l’attuazione degli obblighi di verifica dell’età.
In secondo luogo, il CNIL fornisce un utile elenco di “pro” e “contro” che copre le soluzioni di verifica dell’età esistenti, tra cui:
- Chiedere i dettagli della carta di credito. Tuttavia, il rischio di phishing associato a questo metodo è molto elevato.
- Effettuare un’analisi dei tratti del viso per autorizzare l’accesso a persone chiaramente maggiorenni. Questa soluzione è soggetta a errori per le persone di età inferiore ai 18 anni.
- Esecuzione della verifica offline dei documenti di identità. Potrebbe non essere certo che la persona che utilizza la carta sia il legittimo proprietario.
- Utilizzo di documenti di identità di verifica online. Alcuni sistemi verificano l’identità dell’individuo confrontando la fotografia presente sul documento di identità fornito con un test di “live detection”, ovvero l’acquisizione di una fotografia o di un video realizzato dall’utente al momento della richiesta di verifica dell’età.
- Affidarsi agli strumenti offerti dallo Stato per verificare identità ed età. La Francia sta istituendo un sistema di identità digitale per consentire ai cittadini un rapido accesso ai servizi amministrativi, mediante un identificatore di connessione (France connect). Tuttavia, la CNIL ritiene che gli operatori privati non dovrebbero utilizzare questo sistema.
- Utilizzo di sistemi di verifica dell’età per inferenza. Come importare la cronologia di navigazione in Internet dell’individuo o analizzare la sua “maturità” tramite un questionario.
CNIL punta sull’uso di terze parti indipendenti
- Chiedere i dettagli della carta di credito. Tuttavia, il rischio di phishing associato a questo metodo è molto elevato.
- Effettuare un’analisi dei tratti del viso per autorizzare l’accesso a persone chiaramente maggiorenni. Questa soluzione è soggetta a errori per le persone di età inferiore ai 18 anni.
- Esecuzione della verifica offline dei documenti di identità. Potrebbe non essere certo che la persona che utilizza la carta sia il proprietario.
- Utilizzo di documenti di identità di verifica online. Alcuni sistemi verificano l’identità dell’individuo confrontando la fotografia presente sul documento di identità fornito con un test di “live detection”, ovvero l’acquisizione di una fotografia o di un video realizzato dall’utente al momento della richiesta di verifica dell’ età.
- Affidarsi agli strumenti offerti dallo Stato per verificare identità ed età. La Francia sta istituendo un sistema di identità digitale per consentire ai cittadini un rapido accesso ai servizi amministrativi, mediante un identificatore di connessione (France connect). Tuttavia, la CNIL ritiene che gli operatori privati non dovrebbero utilizzare questo sistema.
- Utilizzo di sistemi di verifica dell’età per inferenza. Come importare la cronologia di navigazione in Internet dell’individuo o analizzare la sua “maturità” tramite un questionario.
La chiusura del profilo Instagram di Giulietta e lo sfogo dei genitori
Ieri intorno le 17 il profilo Instagram di Giulietta è stato definitivamente disattivato. La madre intervistata da Repubblica non ci sta e accusa la piattaforma di censura: “Io non posso accettare che mia figlia per aver espresso un’opinione, peraltro condivisa da tante persone, sia stata messa a tacere, bannata, eliminata. Inoltre, con la chiusura del profilo perdiamo cinque anni di ricordi, di gare, di momenti belli condivisi con la comunità dell’equitazione”.
Il papà Stefano aggiunge: “Credo si debba avere più fiducia nello spirito critico dei ragazzini, che hanno la testa sulle spalle. Giulietta adesso piange. Non immaginava che un commento a Chiara Ferragni le sarebbe costato così caro”.
Oltre l’age verification c’è un altro problema, a mio avviso, da risolvere: far capire ai genitori che gli under 13 non possono iscriversi ai social network.
Ultimo aggiornamento 30 maggio 20233 ore 09:36