La stretta sul telemarketing, chiesta a gran voce dai consumatori e caldeggiata dal Garante Privacy, rischia di slittare dopo il referendum del 4 dicembre. La riforma, oltre che in un paio di disegni di legge separati, è contenuta in alcuni emendamenti al Ddl Concorrenza, che al momento però si trova fermo al Senato. Il rischio che i tempi di approvazione del Concorrenza si allunghino al nuovo anno c’è, nonostante le rassicurazioni del Governo.
A sollevare il problema alcuni esponenti dell’opposizione, fra cui i senatori del M5S della commissione Industria Gianni Girotto e Gianluca Castaldi, firmatari di un emendamento al Ddl Concorrenza per l’estensione automatica (opt-in) del Registro delle Opposizioni a tutte le numerazioni fisse e mobili.
“Il Ddl concorrenza, trasmesso nell’ottobre 2015 al Senato, nonostante abbia ottenuto il via libera dalla commissione Industria addirittura prima dell’estate, approderà in aula probabilmente dopo il referendum costituzionale del 4 dicembre – hanno detto Girotto e Castoldi il 6 ottobre in una nota congiunta, aggiungendo che “Il ddl era previsto da luglio nell’ordine del giorno dei lavori d’aula, ma non verrà esaminato né questa settimana né nelle prossime due (fino al 23 ottobre ndr), secondo fonti della stessa maggioranza e del governo, nonostante il ministro Calenda abbia sostenuto il contrario ieri (il 5 ottobre ndr) in audizione”.
La presenza di decisioni scottanti e delicate da prendere nel Concorrenza (Assicurazioni, para farmacie, call center, registro delle opposizioni) consiglierebbe prudenza in Parlamento, secondo l’opinione di diversi commentatori, secondo cui l’incertezza sull’esito referendario consiglierebbe di attendere il passaggio della buriana referendaria prima di votare il Ddl.
In tutto questo, i cittadini dovranno pazientare ancora (entro Natale?) prima che il Parlamento si decida ad affrontare anche la riforma del telemarketing.
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