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Che cosa sono i Mobile Advertising ID (“MAID”)

L’annuncio, lo scorso 16 marzo, secondo il quale dal 1° luglio 2023, la versione standard di Google Analytics, il più diffuso software di monitoraggio del traffico dei siti web, non raccoglierà più dati e sarà pertanto necessario passare a Google Analytics 4 rappresenta un ulteriore importante tassello nella costruzione di un mondo cookie-less, orientato, almeno nelle intenzioni, ad un uso della Rete maggiormente improntato alla privacy e di cui da subito si è ipotizzato che a interpretare il ruolo della vittima designata sarebbe stato il fiorente settore del Programmatic Advertising.  

Nato per permettere l’ottimizzazione della pubblicità online, dei suoi rendimenti per inserzionisti ed editori, il Programmatic Advertising da mesi dunque si trova di fronte alla necessità di individuare modalità alternative per riconoscere e profilare al meglio i lettori e di superare il difficile ostacolo costituito da un mondo senza cookie.

La crescita del mobile advertising, che oggi rappresenta il 56% del mercato della pubblicità online, può rappresentare una possibile risposta alla ricerca di questo settore. Il Mobile Advertising ID (“MAID”) può ritenersi infatti lo strumento, benchè meno noto, ma capace di fornire elementi utili per riconoscere la navigazione cross-device e cross-site degli utenti e quindi rendere possibile ad inserzionisti ed editori avvantaggiarsi di modalità adeguate a effettuare pianificazioni efficienti, sia sul piano dell’allocazione dei budget che della trasparenza dei rendimenti ottenuti.

Presente all’interno di ogni smartphone, il MAID è un identificatore che replica il comportamento di un cookie di terza parte: In iOS ha preso il nome di IDFA, mentre in Android si definisce AAID, ma in entrambi i casi rappresenta un elemento univoco per ciascun dispositivo perchè lo identifica in tutte le app utilizzate. Il download, ma soprattutto l’utilizzo delle app può dunque costituire un bacino di riconoscimento dell’utente significativo ed offrire al mondo del Programmatic Advertising un’area di sviluppo, basata su un identificatore forse più appropriato degli stessi cookie di terza parte, per affrontare il cambiamento. 

Condicio sine qua non sarà però ottenere il consenso da parte dell’utente del tracciamento delle app che ad Aprile riguarderà anche i telefoni Android e non più solo i telefoni Apple e costituirà una variabile non irrilevante per determinare la significatività del pubblico riconoscibile e dunque raggiungibile dalle pianificazioni pubblicitarie in Programmatic.

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