Provate a fare questo piccolo esercizio:
- riuscite a ricordare quante app avete scaricato sul vostro cellulare? Immagino moltissime, di certo un buon numero;
- andate a controllare quante sono rimaste, pur organizzate in cartelle, dopo le consuete pulizie di primavera;
- ed infine chiedetevi quante, davvero ne utilizzate.
Credo che saranno una manciata.
Il mondo delle app è certamente avanzato secondo il principio dell’igiene informativa: utilizziamo le app utili o divertenti lasciando in secondo piano il gran numero di tentativi che le aziende hanno in questi anni esplorato per creare un nuovo punto di contatto con i consumatori.
La stessa tecnologia che sta dietro le app ha dovuto tenere conto dell’evoluzione ed una delle frontiere più interessanti è quella chiamata “progressive web app”, una sorta di tecnologia ibrida che punta a tenere insieme i vantaggi dei siti web responsive e delle app stesse.
Servizi digital come Tinder o aziende come Lancome hanno pertanto sviluppato progressive web app e possono quindi godere dei seguenti vantaggi:
- presentando contenuti facilmente linkabili e quindi indicizzabili sui motori di ricerca;
- sono responsive e trasversali rispetto al browser con le quali sono navigati;
- restituiscono un’esperienza di fruizione soddisfacente perchè si caricano velocemente e si sfogliano con leggerezza, anche in modalità full screen;
- sono navigabili offline;
- consentono la personalizzazione tipica delle app e si salvano sul desktop del cellulare;
- sono restituite in modalità https:, più sicura e apprezzata dai motori di ricerca.
Come le AMP, anche le progressive web app sono incentivate da Google e rappresentano una innovazione da seguire nel mondo mobile.