L’intelligenza artificiale in sanità sta trovando differenti applicazioni, e un nuovo focus su ChatGPT e telefarmacia ne è l’ulteriore conferma. A cura di Firas Bazzari e Amjad Bazzari – rispettivamente direttore e professore associato del Dipartimento di farmacia (Jerash University e Applied Science University, in Giordania) –, lo studio è pubblicato sulla rivista scientifica Cureus.
L’intento della ricerca: valutare l’interazione dei chatbot sviluppati da OpenAI – parliamo di ChatGPT 3.5 e ChatGPT 4, ognuno associato a due test indipendenti – con gli utenti, la loro coerenza rispetto alle istruzioni ricevute nonché la capacità di “simulare” il ruolo del farmacista nel gestire le domande all’interno di scenari realistici.
Vantaggi e limiti di ChatGPT nella telefarmacia
Le risposte fornite dalle due versioni di ChatGPT sono state misurate secondo parametri di adeguatezza, precisione e comprensibilità, rinviando a una scala di soddisfazione a quattro punti. Con quali risultati? È emerso che i chatbot di OpenAI sono stati in grado di eseguire iscrizioni circostanziate, “ricoprire” il ruolo del farmacista e gestire in modo opportuno i quesiti posti alla loro attenzione.
E ancora, l’intelligenza artificiale ha dimostrato di comprendere le specifiche dei casi che le sono stati sottoposti, individuare i nomi commerciali e generici dei farmaci, riconoscere effetti collaterali, interazioni, caratteristiche di prescrizione e precauzioni nonché di elencare istruzioni mirate sia sulla somministrazione e conservazione sia sul dosaggio e sullo smaltimento dei medicinali.
In merito ai numeri, i punteggi medi complessivi ottenuti – la cui distribuzione non ha rivelato discrepanze importanti – sono stati di 3,425 (0,712) e di 3,7 (0,61) rispettivamente per ChatGPT 3.5 (che, parlando di limiti riscontrati, permetteva un numero illimitato di input ma non era in grado di fornire feedback sul numero di pazienti valutati) e per ChatGPT 4 (consentiva l’inserimento di 40 quesiti ogni 180 minuti, fornendo però un feedback numerico impreciso).
Il ruolo della farmacia nella transizione digitale
Il tandem ChatGPT-telefarmacia si rivela, dunque, promettente. Fermo restando che la strada da percorrere è ancora lunga. Alla base di tutto c’è (appunto) la modalità della connessione da remoto con l’utenza – ma anche con colleghi e altre figure esperte – in cui il professionista può verificare l’appropriatezza prescrittiva dei farmaci, eludere errori terapeutici, migliorare la compliance del paziente e la sua aderenza terapeutica insieme al medico di medicina generale oltre che con il medico ospedaliero.
Particolarmente utile all’interno di aree dove l’accesso diretto alle farmacie – sempre più esposte al rischio di cyberattacchi – è circoscritto (se non inesistente), la telefarmacia può assumere un ruolo importante. Di più, imprescindibile in un momento di decentralizzazione delle cure sia per la mobilità dei pazienti sia per garantire un confronto a distanza con il personale qualificato.