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C’era una volta il 30 febbraio

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Nel 1712 Carlo XII di Svezia si vide costretto a dotare il suo febbraio di un giorno in più oltre il 29, a causa di complicati incastri tra calendari. Ma non è stato l’unico a giocare con il calendario.

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L’Amleto di Shakespeare diceva che «il tempo è fuori dai cardini» e che lui era nato per rimetterlo a posto. C’è stato chi l’ha preso alla lettera. Nel 1712 Carlo XII di Svezia si vide costretto a dotare il suo febbraio di un giorno in più oltre il 29, a causa di complicati incastri tra calendari.

Molto tempo prima, era stato Augusto a rubare un giorno a febbraio, per portare a 31 quelli del “suo” mese, agosto, appunto.

Quel 30 febbraio è rimasto perciò un unicum, un po’ rannicchiato nelle pieghe della storia: non sappiamo se qualche soldato svedese si distinse in battaglia (era in corso una guerra con la Russia di Pietro il Grande) o se c’è stato qualcosa degno di nota. Quelle 24 ore cercano ancora il loro quid; non ci resta che provare a cercarlo.

Come ogni lunedì, l’agenda si sta riempendo di cose da fare, ma sappiamo che alcune non riusciremo proprio a defenestrarle: commissioni, giri a vuoto, fuochi fatui. Si potrebbe rimandare tutto al 30 febbraio, la giornata mondiale dei disegni procrastinati. Tanto, al rintocco di marzo, nessuno potrà venirci a chiedere il conto.

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